7) Joker 8.4
Il successo di Joker è stato tale consentirgli di ritornare a breve con un secondo capitolo. Una cosa che ci incuriosisce e affascina, ma che di certo ci spaventa. Joker, con il suo esordio, è stato tutto quello che non ci aspettavamo di trovare. Un thriller, certo, ma anche un viaggio esistenziale nella mente di un cattivo che alla fine è diventato ciò che gli hanno fatto. Il complesso di tutti quei comportamenti disfunzionali che, a distanza o no, ha subito da parte del mondo. Distribuita nel 2019, la pellicola ha presto ottenuto sia il favore del pubblico che della critica che l’ha premiato con numerose candidature e due vittorie sia agli Oscar che ai Golden Globe.
E, in mezzo a tutto questo, c’è lui: Joaquin Phoenix. L’attore è sempre stato un mostro sacro del cinema, basti pensare a pellicole come Il Gladiatore, Her, The Master e tanto altro. Eppure, per il pubblico era ancora un attore misterioso, di nicchia, acclamato solo da una piccola cerchia. Con Joker Phoenix è riuscito ad abbattere questo confine, accendendo una luce in ogni tipo di telespettatore. Finalmente il suo talento viene qui riconosciuto all’unisono. D’altronde, stiamo parlando di un’interpretazione magistrale, straordinaria, precisa ma talvolta perfino improvvisata. I passi di danza disperati che Joker fa nel bagno sono infatti stati improvvisati dall’attore che li ha ritenuti necessari per esprimere la disperazione del suo personaggio.
Joker non è stato solo un prequel sulla vita di uno dei cattivi più affascinanti e straordinari del cinema e dei fumetti. Non è stata soltanto finzione. Joker è stato l’introspezione, il viaggio all’interno di un mondo che condanna e non assolve mai, che punta il dito e poi ti lascia solo in mezzo alle tue disgrazie. E’ stato il trionfo della crudeltà in un mondo ipocrita in cui i valori si disperdono e gli animi spengono la luce, facendo così posto solo all’oscurità.
6) The Departed 8.5, il film da vedere con cui Martin Scorsese trionfa finalmente agli Oscar
The Departed non è solo un film da vedere assolutamente almeno una volta nella vita: è anche l’eccezione alla regola. Il miracolo che si palesa finalmente, quando oramai pensavi che non ce ne fosse più la possibilità. Come dicevamo nel punto dedicato a Shutter Island, infatti, il rapporto tra Martin Scorsese e gli Oscar è sempre stato conflittuale. Ci sono state volte in cui si tornava a mani vuote dopo gli Oscar e volte in cui non bisognava neanche scomodarsi ad andare. Con The Departed però qualcosa è cambiato. La pellicola è riuscita infatti a ottenere ben quattro statuette su cinque candidature. L’ordinario si è poi ripetuto più e più volte, arrivando perfino alla cerimonia degli Oscar 2024, da cui Scorsese è uscito con niente in mano. Ma per una volta, finalmente, quel che bisognava dargli gli è stato dato. Ci siamo goduti il momento.
Con Leonardo Di Caprio, Matt Damon, Jack Nicholson, Mark Wahlberg, Martin Sheen e tanti altri, The Departed è una pellicola necessaria per chiunque voglia conoscere la maestria di Scorsese nel destreggiarsi tra intrecci criminali e l’eterno conflitto tra il bene e il male. Ambientata a Boston, la pellicola racconta l’infiltrazione di boss irlandese all’interno della polizia di stato del Massachusetts. Ispirato a una storia vera, The Departed fa riferimento a più personaggi esistiti realmente, come nel caso di James Bulger, il criminale inserito nella lista dei più pericoli secondo l’FBI.
The Departed, come anticipato, affronta l’eterna lotta tra il bene e il male. Scorsese qui dà vita a una profonda riflessione che decontestualizza il male. Non sempre vivere in ambienti degradati, secondo il regista, significa compiere scelte sbagliate. Per rendere al meglio questo concetto, Scorsese dà vita al paragone tra i due protagonisti. Entrambi cresciuti sotto pessime influenze, prenderanno strade diverse. Da una parte il buio e dall’altra la luce. A fare la differenza, sempre dal punto di vista del regista, è l’identità. Colei che muove le persone, influenzando scelte, azioni ed emozioni.
5) Parasite 8.5, il film da vedere protagonista degli Oscar 2020
Vincitore agli Oscar 2020, Parasite è probabilmente la pellicola che più ha risvegliato l’attenzione sul cinema asiatico. Diretto da Bong Joon-ho, Parasite è un film sublime, un’opera raffinata in cui nessun personaggio lo è. Neanche chi vive in una casa di lusso in cui non c’è neanche un granello di polvere. Come suggerisce il titolo, anche loro, e tutti i personaggi di Parasite, sono dei parassiti. Ipocriti, il più delle volte. Ma soprattutto spaventosamente approfittatori, subdoli, manipolatori. Si aspettano sempre qualcosa dal prossimo, e in mancanza di ciò gli si attaccanno addosso, aspettando il momento giusto per colpirlo alle spalle.
Parasite è un film ostile, spaventoso e spietato dedicato a chiunque lo stia guardando. Seppur in modo diverso, a modo proprio, ognuno potrebbe essere un parassita. All’interno della pellicola assistiamo alla narrazione di due famiglie ben diverse. Da una parte troviamo chi ha avuto tutto e dall’altra chi ha avuto niente. Da una parte l’ingenuità ottenuta con i soldi, in cui essere intelligente non è necessario, e dall’altra la razionalità e l’intelletto, l’astuzia. Tre cose che in mancanza di denaro ti sembrano gli unici strumenti per ottenerlo. Ed è questo ciò che i protagonisti provano a fare infiltrandosi in una famiglia ricca facendo fuori chiunque ci fosse prima di loro.
Guardando la pellicola si penserà in un primo momento da che parte schierarsi. Se da quella della famiglia ricca ma ipocrita presa in giro, o dalla parte della famiglia povera che cerca di tentare la fortuna attraverso mezzi moralmente ingiustificabili. Nella maggior parte dei casi non ci si schiera. Lo si capisce soltanto con il tempo, guardando l’ipocrisia espandersi e la manipolazione colpire chiunque. Anche da parte delle presunte vittime, come nel caso della governante della casa. Parasite racconta un mondo orrendo. Un mondo in cui si va avanti soltanto fregando il prossimo, sperando che questo basti per vincere. Ma non basta. Non sempre almeno. O comunque, non in Parasite.