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I 10 Villain più terribili nella storia del cinema

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Cercando la definizione di Villain su Wikipedia, quel che troveremo sarà più o meno questo: malgrado sia il destinatario dell’astio del pubblico, il cattivo è un meccanismo narrativo quasi inevitabile e, quasi più dell’eroe, un elemento cruciale sul quale poggia la trama. Per molti è così. Per altri, il villain è semplicemente una persona che ha sempre avuto ragione. Con il passare del tempo, e grazie alla straordinaria caratterizzazione dei personaggi, alcuni villain sono infatti diventati pezzi di storia forse addirittura più iconici e amati degli eroi contro cui si battevano. Il primo pensiero quando si tratta di film da vedere come Star Wars è infatti Darth Vader, in assoluto uno dei personaggi che più si sono imposti nel panorama cinematografico fin dagli ’70.

Insomma, i migliori villain nella storia del cinema sono tali grazie ai loro pensieri più enigmatici, a volte inafferrabili. Per i loro tratti affascinanti, come le contraddizioni più intime di Darth Vader, o la straordinaria recitazione, come nel caso del personaggio di Jack Torrance interpretato da Jack Nicholson o del Joker di Heath Ledger e l’Hannibal Lecter di Anthony Hopkins. E insieme a tutto questo, tanti altri attori e personaggi straordinari, sempre diversi tra loro ma uniti da quel ruolo maledetto che li ha resi intramontabili. Ma quali sono, in definitiva, i 10 villain più nella storia del cinema, elementi chiave di alcuni dei film da vedere più importanti di sempre? Andiamo a scoprirlo!

Da Jack Torrance a Joker e Hans Land: ecco i 10 villain più terribili di alcuni dei migliori film da vedere di sempre!

1) Voldemort – Harry Potter

Voldemort in una scena di Harry Potter e i Doni della Morte Part.2

Non esiste bene e male, esiste solo il potere. E quelli troppo deboli per averlo

Lord Voldemort è certamente presto diventato uno dei volti più iconici del mondo del cinema, e tutto questo in soli 37 minuti totali. Dal primo film all’ottavo film, infatti, il personaggio di Voldemort appare solo per poco meno di 40 minuti, svelandoci qualcosa che forse abbiamo sempre saputo: non è la quantità di tempo su schermo a fare il personaggio, ma la qualità. E Voldemort c’è sempre stato. Da dietro le quinte mandava avanti la narrazione, dettando le leggi di ogni film, anche quelli in cui non era fisicamente presente. Merito anche della straordinaria interpretazione del grandissimo Ralph Fiennes, capace di raccontare la grandezza e l’avidità del mago più potente del mondo magico targato Harry Potter.

Nato da un filtro d’amore e con un padre babbano, Voldemort nasce e cresce rinnegando le sue origini e con il solo obiettivo di incutere timore anche soltanto con l’ausilio del suo nome. Il Signore Oscuro, infatti, anagrammò le lettere del suo nome e cognome per ottenere la frase Son io Lord Voldemort. Oltre a dare la caccia a Harry Potter, il villain più temuto della saga dà la caccia anche ai mezzosangue, ovvero la stirpe dei maghi nati da genitori babbani. A differenza di altri villain, Voldemort non nutre alcun tipo di forma di umanità. Niente rimorsi, rimpianti, sentimenti. Solo una spietata corsa verso il potere a qualunque costo. La sua grandezza viene mostrata concretamente per la prima volta nel quarto capitolo della saga, Harry Potter e Il Calice di Fuoco. Ritornato al suo aspetto naturale, Voldemort incontra Harry al cimitero, giurando di dargli la caccia fino a quando non riuscirà a ucciderlo.

In mezzo a tutto questo vuoto interiore, colmato soltanto dall’avidità, Voldemort è diventato uno dei villain più importanti nella storia del cinema, grazie anche alla sua onniscienza. Pur non essendoci sempre, detta le leggi e influenza i gesti e le scelte dei personaggi riuscendo a entrargli nella mente o a portarli lì esattamente dove avrebbe voluto. Non possiede niente di più dei suoi seguaci, ma è pronto a ucciderli non appena non gli servano più. L’unica cosa che Voldemort porta con sé è infatti l’apatia, una condizione che lo insegue fin dalla sua infanzia, fin da quando ha cominciato a manifestare i primi segnali di magia, come riuscire a parlare con i serpenti. Insomma, senza Voldemort Harry Potter non esisterebbe. E, senza tutto questo, non esisterebbe una delle pagine più iconiche e importanti del cinema degli ultimi 20 anni.

2) Darth Vader – Star Wars

Darth Vader in Star Wars

Ti stavo aspettando, Obi-Wan. Ci rincontriamo, finalmente. Ora il cerchio è completo. Quando ti ho lasciato non ero che un discepolo, ora sono io il maestro.

Quel respiro dietro la maschera lo ricordiamo ancora, e segna una della pagine più importanti del cinema. La saga di Star Wars ha avuto alti e bassi. Pellicole tanto amate quanto non troppo apprezzate. Personaggi – soprattutto recenti – che non hanno convinto il pubblico o i fan più affezionati. Ma c’è una cosa che lega e accomuna tutti, ed è Darth Vader. Da sempre considerato il volto per eccellenza di Star Wars, di Darth Vader si conoscono tutte le sfumature. Partendo dall’infanzia, la saga ha infatti descritto e approfondito ogni aspetto del villain più longevo di tutti i tempi, raccontando il suo percorso verso il lato oscuro della forza e in seguito la sua redenzione. Ognuno di questi momenti, paradossalmente, è derminato dallo stesso motore: la solitudine e il senso di abbandono.

Cresciuto senza la madre, Darth Vader era prima solo Anakin Skywalker. Nonostante abbia sempre dato segnali evidenti di non essere adatto al ruolo di Jedi, Anakin era inizialmente un ragazzo buono, gentile, sognatore. Pian piano però ogni frammento di bontà è stata fatta a pezzi dalla solitudine, dal senso di abbandono e da quella rabbia che l’Imperatore Palpatine incoraggiava sempre di più con l’obiettivo di portarlo dalla sua parte, riuscendoci. Dopo la sua conversione definitiva, Darth Vader abbracciò completamente il lato oscuro della forza, diventando a tutti gli effetti il personaggio più temuto e pericoloso della galassia. Nonostante infatti fosse limitato da gravi ferite e impianti bionici come il respiratore, Vader riuscì ad abbracciare il lato oscuro anche attraverso poteri e abilità mortali.

Telecinesi, controllo mentale, cinetite: queste sono alcune delle abilità che hanno reso Darth Vader il più potente della galassia. Ma, nonostante la sua potenza, il suo grande successo è dovuto anche alla lotta interiore tra il bene e il male. Tramite il ricongiungimento con il figlio Luke, infatti, Darth Vader affronta una lotta interiore tra il presente e il passato. Tra quel che era e quel che è. Tra Darth Vader e Anakin Skywalke. Seppur quel che c’era di buono sembrava infatti oramai fatto completamente a pezzi, Darth Vader ha sempre nascosto dentro di sé l’ultimo frammento di quell’umanità che lo ha inseguito fino a quando possibile. Fino all’inevitabile. Era silente. Dormiente. Soltanto la potenza di un figlio ritrovato poteva avere la possibilità di risvegliarlo, e così è stato, proprio sul finale. Prima dei titoli di coda, e prima di salutare il terzo più grande cattivo nella storia del cinema secondo l’American Film Institute.

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