Esistono così tante pellicole al mondo che non basterebbero due vite per vederle tutte. Di conseguenza, è inevitabile che la nostra attenzione si concentri maggiormente sui cult, sui successi antichi e moderni, su opere osannate sia da critica che dal pubblico ed entrate di diritto nella leggenda. O, almeno, di quelle che al box office stanno spaccando, così da non essere esclusi dal discorso pubblico. Peccato che, il più delle volte, rimangano nell’ombra bellissimi film da vedere, poco conosciuti ma che meriterebbero una fama maggiore. Pochi riescono a conquistarla col tempo; molti invece non sono così fortunati. Ed è a questi ultimi che vogliamo rendere giustizia in questo pezzo. Un po’ come, personalmente, già ho cercato di fare nella rubrica del film della settimana; basti pensare a Beautiful Boy, Blue Valentine, Come un tuono, American History X, Brothers, Warrior, Lo sciacallo – Nightcrawler, I segreti di Osage County, Cube – il cubo e via dicendo.
Qui andremo oltre quella mia stessa rubrica, presentandovi altri 5 esempi di film da vedere che meriterebbero la vostra attenzione. Non resta, allora, che cominciare.
1) …E ora parliamo di Kevin
Non è bastata la partecipazione a Cannes o i molteplici premi europei vinti per convincere il pubblico a dedicare un po’ di tempo a questo film da vedere assolutamente (lo troviamo a noleggio su Amazon Prime Video e Apple Tv+). Rendendo …E ora parliamo di Kevin ingiustamente sottovalutato.
Lynne Ramsey analizza drammaticamente il rapporto madre-figlio e, allargando il campo, di un’intera famiglia nata con una frattura; una di quelle crepe che, mai riparata da dialoghi o sentimenti esteriorizzati e costantemente ignorata, porta a un cedimento strutturale. Tenebroso e potente, il film prende vita attraverso il flusso di coscienza della sua protagonista Eva, donna fragile, dura e buttata all’inferno dal suo stesso figlio, interpretata da una grandissima Tilda Swinton in una delle sue prove migliori, decisamente da Oscar ma vergognosamente ignorata dall’Academy. È impegnata in un confronto ansiogeno, psicologico, intenso e violento con il figlio, che ha gli occhi sadici, sinistri e spaventosamente intelligenti di un giovane Ezra Miller. Il climax è tale da condurci a un epilogo agghiacciante, che ci regala una dolorosa e terribile riflessione sull’origine del male.
La crudezza della narrazione viene bilanciata da uno stile elegante, espressivo, significativo soprattutto nell’uso del colore rosso, nel modo realistico in cui ritrae il dolore e in quella colonna sonora che riesce a comunicare le sfumature emotive di una caduta all’inferno di una famiglia come tutte le altre.