14) Fronte dal porto
“È uno dei film americani più potenti degli anni ’50 e pochi hanno suscitato così tante chiacchiere, eccitazione e dissenso, in gran parte a causa della performance di Marlon Brando nei panni dell’iconico Terry Malloy”.
Così Pauline Kael del New Yorker descriveva un capolavoro che ricevette ben 8 premi Oscar e che consacrò Marlon Brando come uno degli attori più ricercati di sempre, data la sua bravura nel calarsi in parti così diverse tra loro. Brando trasmise con un’interpretazione intensissima ogni più piccola emozione di Terry Malloy, ex pugile che non voleva accorgersi dei delitti computi nel porto in cui lavorava, almeno finché non gli uccidono il fratello e capisce che è arrivato il momento di ribellarsi. Vediamo il dolore e l’angoscia attraverso i suoi silenzi e le sue parole; la determinazione e fede di Terry nel star facendo la cosa giusta; l’idea che potesse essere un eroe proprio per queste sue caratteristiche. E le parole di Rotten Tomatoes che elogiano l’attore in questo modo:
“[…] ha ridefinito le possibilità della recitazione per il cinema e ha contribuito a modificare in modo permanente il panorama cinematografico”
15) Ladri di biciclette, un film da vedere incredibile che è anche un film da vedere orgoglio del nostro cinema
Chiudiamo con un classico del nostro cinema, un orgoglio del Bel Paese e capolavoro del Neorealismo italiano.
Diretto da Vittorio De Sica con la sceneggiatura di Cesare Zavattini, Ladri di Biciclette ci catapulta nel nostro dopoguerra, dove il disoccupato Antonio Ricci trova lavoro come attacchino comunale. Fondamentale è la sua bicicletta, senza il quale non potrebbe svolgere l’occupazione, che recupera dall’impegno dando in cambio le lenzuola. Purtroppo, però, qualcuno gliela ruba e, dopo un primo momento in cui vaga per la città per ritrovarla, viene preso dalla disperazione e decide a sua volta di rubarne una. La polizia lo ferma ma, vedendone le condizioni, decide poi di lasciarlo andare.
Il consenso su Rotten Tomatoes è d’accordo nel definire Ladri di biciclette:
“Un esemplare del neorealismo italiano, prospera grazie alle sue performance non appariscenti e alle sue emozioni brucianti”.
E, anche se vorremmo riportare tutte le recensioni, ci limitiamo a quella del New York Times:
“Ancora una volta gli italiani ci hanno inviato un film brillante e devastante, nel mesto dramma della vita cittadina moderna di Vittorio De Sica“.