5) Lo Squalo
Spostiamoci dalla fine degli anni ’90 alla fine degli anni ’70 con Lo Squalo, il cult di Steven Spielberg di cui riusciamo ancora a sentire la colonna sonora sul collo. Ricordiamo bene d’altronde la prima volta in cui l’abbiamo sentita. E’ successo durante la scena iniziale, quando – per la prima volta – lo squalo attaccava la sua preda senza mai farsi vedere. Quella scena d’apertura ci ha condotti verso la fine e l’inizio di ogni cosa. Siamo partiti, senza mai vederlo in scena, dal fondale. Abbiamo nuotato con lui, per poi spostarci sulla terra. Una festa e una giornata come tante, per poi l’idea di una nuotata. E da lì, il dramma.
La scena d’apertura racconta l’attacco dello squalo alla protagonista. Da questo momento la pellicola entra nel vivo, rendendoci parte di uno dei film dell’horror più rinomati e acclamati nella storia del cinema. Con tre Premi Oscar e un Golden Globe, Lo Squalo ha dato inizio a un genere in cui molte altre pellicole sono cadute, non raggiungendo il suo risultato. Mettere in atto pellicole del genere rendendole credibili è un lavoro complesso, un graduale passo dopo l’altro verso l’equilibrio degli ingredienti.
Ogni espediente deve infatti essere qui mescolato con estrema delicatezza per riuscire a non cadere nella trappola del cinema trash. Pochi prescelti di fronte a un’operazione del genere riescono a restare in piedi, e ben pochi altri riescono a montare un capolavoro. Proprio tra questi c’è Spielberg che, con Lo Squalo, ha dato vita a un cult eterno che ancora oggi si impone in tutte le classifiche del cinema horror. In quella scena iniziale si crea dunque un varco tra gli anni ’70 e il futuro del cinema. In quei primi minuti si palesa l’atmosfera di paura, di adrenalina e tensione che renderà Lo Squalo il cult eterno che è diventato, presenziando in classifiche come Miglior Film mai realizzato (in cui ricopre il quinto posto) e inserendosi in altre come I Migliori film statunitensi di tutti i tempi.