Continuiamo con altri 6 film da vedere, ancora troppo sottovalutati:
Fur: An Imaginary Portrait of Diane Arbus (2006)
Nicole Kidman è nei panni di Diane Arbus, una fotografa americana nota per le sue immagini inquietanti e visionarie mentre Robert Downey Jr. è Lionel Sweeney, il misterioso vicino di Diane, appena trasferitosi al piano di sopra, il cui viso è completamente coperto da pelliccia, tranne gli occhi e la bocca. Diretto da Steven Shainber (Secretary), scritto da Erin Cressida Wilson (Chloe) e basato sul libro intitolato Diane Arbus: A Biography di Patricia Bosworth, il dramma romantico è un viaggio fantastico attraverso le suggestioni di una delle fotografe più impegnate a normalizzare i gruppi emarginati, insistendo sull’importanza di una corretta rappresentazione di tutte le persone. Come scrive nel 2003 Arthur Lubow nel suo articolo sul New York Times: “Diane era affascinata dalle persone che stavano creando visibilmente la propria identità: travestiti, nudisti, artisti da baraccone, uomini tatuati, i nouveaux riches, i fan delle star del cinema e da coloro che erano intrappolati in un’uniforme che non offriva più sicurezza o conforto“. E in fondo è quello che cerca di ripercorrere il film, accompagnato dalla colonna sonora emotivamente coinvolgente di Carter Burwell (Fargo, The Big Lebowski). Come scrive Il Chicago Tribune, che ha assegnato al film 3 stelle su 4: “Il film è un ritratto rivelatore, stimolante e profondamente toccante, ancorato a quella che potrebbe essere la performance più profondamente commovente di Nicole Kidman”. E infatti è davvero un peccato che il film resti ancora sconosciuto al grande pubblico.
Midsommar (2019)
Un altro film da vedere che vi consigliamo caldamente, se ancora non lo avete fatto, è un horror unico nel suo genere. Innanzitutto è ambientato di giorno, in spazi aperti, colorati e piacevolissimi. Un’ambientazione originale per il genere, ma non meno inquietante. Scritto e diretto da Ari Aster (Hereditary), Midsommar segue Dani e Christian, interpretati da Florence Pugh e Jack Reynor, durante quello che sarebbe dovuto essere un tranquillo viaggio tra amici, in Svezia, in occasione di un festival di mezza estate. Invece, la coppia in crisi si ritroverà incastrata in una cerimonia del paganesimo ancestrale scandinavo, i cui sviluppi vi manderanno fuori di testa. Tra intenti parodistici e antropologici, l’horror ci riserva una sorpresa dietro l’altra. Quello che avrebbe dovuto essere solo un film slasher come tanti, si trasforma così in un lungometraggio originale e inclassificabile, complice una fotografia accecante e una colonna sonora d’ispirazione folkloristica, composta dal musicista elettronico britannico Bobby Krlic. Midsommar è l‘horror ideale sia per chi ama il genere, ma è stanco dei soliti meccanismi narrativi, sia per chi vuole sperimentare un tipo di terrore psicologico alternativo, senza fantasmi, porte che scricchiolano, bambole e bambini inquietanti.