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I 7 film più sottovalutati nati negli ultimi due anni

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3) The Son, il film da vedere (prima o dopo) The Father

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The Son

Diretto da Florian Zeller, The Son è il sequel di The Father. La prima pellicola ha ottenuto grande riconoscimento, ricevendo immediatamente il merito dovuto. Complice anche la presenza degli straordinari Olivia Colman e Anthony Hopkins, il film non solo ottenne un grande plauso della critica, ma convinse anche il severo pubblico. Insomma, le premesse per The Son erano più che positive, ma questo purtroppo non fu ciò che accadde. The Son è infatti passato totalmente in sordina. I due film, uniti da un sottile filo comune, sono per molti a sé stanti. In pochi infatti sanno che The Son ha accolto l’eredità di The Father. Probabilmente, sarebbe anche giusto dire che in pochi sono a conoscenza della sua esistenza.

I due film raccontano infatti il rapporto con i propri familiari attraverso un punto di vista e una storia differente. Se il secondo si concentra sul padre, questo lo fa sul figlio. Se il secondo racconta la demenza, questo racconta la depressione. Al centro della narrazione troviamo una famiglia spaccata in due da rimorsi, scelte e conseguenze. Dopo il divorzio dei genitori, Nicholas non è più lo stesso di un tempo. E’ taciturno, spesso ostile. Non esprime nessuna emozione, se non una logorante apatia. Non accetta la nuova famiglia del padre, e non accetta neanche l’aiuto di sua madre. Per tutta la durata del film i genitori cercano di trovare un modo per salvarlo, per tenerlo al sicuro da quel vuoto che lo circonda dentro e fuori.

Ma Nicholas non ha intenzione di salvarsi. Non più, almeno. Oramai logorato, passa le sue giornate non sperando più in niente. Non è più un adolescente. Non è niente, se non il fantasma di se stesso. I due genitori – qui interpretati dai magnifici Hugh Jackman e Laura Dern – provano ad aiutarlo portandolo in un centro di riabilitazione, ma le cose sono destinate soltanto a peggiorare. Con un finale spiazzante, The Son è uno dei migliori film degli ultimi due anni. Un film poco teatrale, in cui si sussurra e non si aza mai il tono della voce, sperando forse ingenuamente che – senza sentirla – la paura possa non diventare mai realtà.

4) Il Ritorno di Casanova, un film da vedere di Gabriele Salvatores

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Il Ritorno di Casanova

Quando Il Ritorno di Casanova fu annunciato, tutto ci si aspettava meno che un indifferente silenzio. Il ritorno di Gabriele Salvatores dietro la macchina da presa, accompagnato da uno straordinario Toni Servillo, sembravano le premesse giuste per un annunciato cult. Ci si aspettavano grossi numeri, grande rumore. E invece, alla fine, quel che arrivò non fu minimanente paragonabile a tutto questo. Solo il silenzio, l’indifferente freddezza di un pubblico troppo distratto. Come nel caso di Empire of Light, anche qui Gabriele Salvatores decide di scrivere una lettera d’amore al cinema. Lo fa raccontanto la produzione di un film fittizio incentrato sul personaggio di Casanova. Lo fa raccontanto i mostri e i fantasmi di un regista che sembra oramai essersi smarrito, richiamando così il cinema Felliniano.

Il Ritorno di Casanova racconta le disgrazie e i tormenti di un uomo che vede il cinema come la sua più grande maledizione e benedizione. Quando gira un film sta davvero vivendo, quando non lo gira – invece – è costretto a tirare avanti e a sopportare. E’ un po’ come il Mastroianni di Otto e Mezzo, ma nel mondo di oggi. Leo Bernardi è un regista che, dopo aver concluso il suo ultimo film, si smarrisce nella sua più grande maledizione: sentire ogni cosa dentro di sé in modo amplificato. Sentire tutto a volte è meraviglioso, ma è anche terribile. Quello che Bernardi sa è che ama il cinema. Lo ama nel suo modo più puro. Ma disprezza tutto quello che ne consegue. La critica, i concorsi, gli applausi, le recensioni, le interviste.

Dei film gli interessa soltanto il momento in cui può girarli, l’esatto istante in cui può ripararsi dentro una realtà alternativa in cui tutto, finalmente, va sotto il suo controllo. Il Ritorno di Casanova è uno dei migliori film da vedere nati negli ultimi due anni. Un disperato grido d’aiuto, la solitudine di un uomo che non sa più che pesci pigliare e, per provare a sopravvivere, ignora. Si perde e si confonde, sperando che questo basti per arrivare ancora integro al giorno successivo.

E’ la storia della vita e del cinema. Un ibrido di sensazioni che uniscono le due cose in un assolo, accendendo una luce a chi nei film riconosce finalmente se stesso. Perché non ci sono troppe certezze sparse per il mondo. Ma ce n’è una in cui potremo sempre contare, ed è quella che un film meraviglioso ci attenderà sempre da qualche parte. Pronto a farci ricongiungere con noi stessi.

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