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I 7 film più sottovalutati nati negli ultimi due anni

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5) Decision to Leave, un film da vedere tra thriller e sentimenti

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Decision to Leave

La ricordiamo ancora quella rabbia. Gli Oscar 2023 vollero fare a meno di Decision to Leave, lasciandolo marcire in quell’ingiusto mancato riconoscimento. Diretto da Park Chan-wook – che non è fessacchione qualunque, bensì il regista di Old Boy – Decision to Leave è un thriller che sussurra. Pieno di intimità e di mistero. Di rimorsi e mancanze, traumi e caos. E’ la storia di un detective che indaga su un caso particolare e apparentemente irrisolvibile. Al centro della storia troviamo Hae Joon, un ispettore che sta cercando di trovare delle risposte per la morte di un uomo che ha perso la vita. Fin da subito, Hae Joon sospetta della moglie della vittima, ma quando la incontra finisce per innamorarsene, riscoprendo il fascino dei sentimenti.

Perdendo il controllo e il focus dell’indagine, Hae Joon diventa quel che non avrebbe mai pensato di diventare. Il fascino di quella donna, così misteriosa e silenziosa, lo rende una vittima consapevole di quei sentimenti che ha sempre tenuto alla larga con la sua lucida razionalità. Richiamando il cinema di Hitchcock, Decision to Leave si afferma come una produzione noir che accoglie l’eredità del passato rivisitandola, donandole la luce del cinema di oggi. Del mondo di oggi. Si serve della tecnologia, dei mezzi moderni, e dà vita a un’opera sospesa nel tempo in cui il passato trova uno spazio nel presente.

Come nel caso di pellicole eterne come In The Mood for Love, Decision to Leave racconta il legame dei due protagonisti a suon di sguardi e parole non dette. Non treatalizza e non urla, servendosi soltanto di una chimica che non ha bisogno delle parole per palesarsi. Si respira in ogni scena, facendo quasi dimenticare anche al telespettatore il motivo per cui i due protagonisti si sono incontrati.

Non ci si fida mai davvero, ma ci si lascia andare cercando di capire dove Park Chan-wook ci porterà. Come accade raramente nei thriller, qui si dimenticano le domande. I misteri perdono significato, facendoci capire che non è per quello che siamo lì. Decision to Leave ci lascia così con più domande che risposte, ma basterà arrivare a metà film per capire che non abbiamo la necessità di sapere. Ci basta ciò che abbiamo intuito, quell’amore impossibile a cui ci siamo abbandonati. Proprio come Hae Joon.

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