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Gli 11 film italiani che hanno vinto l’Oscar per il Miglior Film Straniero

La Grande Bellezza è tra i film italiani che hanno vinto l'Oscar per il Miglior Film Straniero

4. Vittorio De Sica – Ieri, oggi, domani (1965)

Sophia Loren e Marcello Mastroianni in una delle scene iconiche di Ieri, oggi, domani
credits: Carlo Ponti

Ma Fellini non è l’unico regista italiano ad aver dominato gli Oscar nella sezione dei Film in lingua straniera. Un altro maestro del nostro cinema è Vittorio De Sica, una personalità che, al pari di Fellini, ha segnato un’epoca. Negli anni in cui i due registi fabbricavano pellicole, il nostro cinema ha probabilmente espresso il meglio, arrivando anche al pubblico internazionale. Anche Vittorio De Sica è diventato un habitué delle statuette. Prima che venisse istituita la categoria del Miglior film in lingua straniera, la statuetta veniva assegnata come Premio speciale e Premio onorario. Per due volte (nel 1948 e nel 1950) Vittorio De Sica ottenne l’Oscar, una volta con Sciuscià e, due anni più tardi, con Ladri di biciclette. Dal ‘57 poi, la categoria divenne quella che conosciamo attualmente e Vittorio De Sica si aggiudicò la statuetta un anno dopo Fellini, riportando ancora una volta l’Italia in cima al podio.

Ieri, oggi, domani è un film diviso in tre atti, in cui recitano come protagonisti Sophia Loren e Marcello Mastroianni.

La prima parte è ambientata a Napoli e ha per protagonista Adelina, una donna che prova a scampare al carcere restando incinta. Si tratta di una donna del popolo, abituata a vedersela da sola, osteggiata e supportata dalla gente della sua città, che alla fine le offrirà una via di scampo. La seconda parte invece è quella di Anna, una ricca donna milanese che inizia una relazione con un uomo di modeste condizioni per sfuggire alla noia della sua vita quotidiana. Un incidente però la riporta a considerare la sua condizione e ad abbandonare la relazione con l’uomo per tornare alla sua vita di agi.

La terza e ultima parte è invece dedicata a Mara, una ragazza squillo che fa perdere la testa a un seminarista. La passione del giovane per la donna, che in qualche modo ricambia, è talmente forte da spingerlo a mettere in discussione tutto e ad abbandonare gli studi. A quel punto, la giovane Mara rimetterà le cose a posto convincendo l’uomo a continuare gli studi e tornando alla sua vita di sempre.

Come molti altri film italiani che hanno vinto l’Oscar, anche Ieri, oggi, domani è stato d’ ispirazione per tanti registi che ne hanno citato le scene.

Non solo registi italiani. Il riconoscimento fu per De Sica una nuova conferma dopo i premi ricevuti qualche anno prima. Ma anche per lui, la corsa agli Oscar non si fermò qui.

5. Elio Petri – Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto (1971)

Scena del delitoo in Indagini su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, uno dei film italiani che hanno vinto l'Oscar
credits: Vera Film

Sei anni più tardi, l’Italia trionfa ancora con un’altra pellicola: Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto. La firma è di Elio Petri, autore di tanti film di denuncia sociale. La pellicola fa parte di una trilogia, ma questo è il titolo che ebbe maggiore successo. Vinse al Festival di Cannes il Grand Prix speciale della giuria e fu candidato agli Oscar anche per la Miglior sceneggiatura originale. Tra tutti i film italiani che hanno vinto vinto l’Oscar, Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto è quello che ha creato più scalpore e che ha fatto discutere più di tutti.

Mandato nelle sale all’inizio degli anni ‘70, il film vedeva la luce in un contesto sociale e politico molto elettrico.

La situazione politica interna, i dibattiti e le contrapposizioni tra destra e sinistra, la pervasività delle tematiche che riempivano il dibattito pubblico in quegli anni, contribuirono a rendere Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto un film per forza di cose scomodo.

La pellicola ha per protagonista un poliziotto di cui non si rivela il nome. L’ufficiale, responsabile della sezione omicidi, uccide Augusta Terzi, la sua amante, all’interno del suo appartamento. La uccide per le sue pressioni e per gli inviti insistenti ad abusare del suo potere. Ma essendo un ufficiale di polizia, il protagonista ha diversi strumenti per sviare le indagini e mettersi in salvo. Il film, che è molto più di un giallo, si concentra sui dilemmi morali del protagonista, che alla fine non riesce a sfuggire alla sensazione di poterla fare franca e auspica per se stesso una punizione. Punizione che si infligge nel momento in cui scrive una lettera per confessare l’omicidio e accusarsi del crimine commesso. L’uomo sogna il finale della storia, che invece non corrisponde all’epilogo del film.

Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto ha infatti un finale aperto.

Si blocca proprio nel momento in cui le forze dell’ordine si apprestano a bussare alla porta del poliziotto. Elio Petri lascia il finale aperto per poter consegnare al pubblico un’occasione per riflettere su tutto ciò che ha visto. Il film ebbe un successo incredibile in Italia, oltre che riconoscimenti all’estero. Nel nostro Paese se ne parlò tanto perché lo si infilava di forza nel dibattito pubblico. Una certa parte politica si è appropriata del lavoro di Petri, altri lo hanno solo strumentalizzato. Ma in ogni caso, resta un film che riflette il sentire di quei tempi e il caos sociale che si respirava agli inizi degli anni ‘70. Come di consueto per i film di Petri, ad interpretare il protagonista di Indaginr su un cittadino al di sopra di ogni sospetto fu Gianmaria Volonté, autore di una performance straordinaria.

6. Vittorio De Sica – Il giardino dei Finzi-Contini (1972)

Una scena del film di De Sica Il giardino dei Finzi-Contini, uno dei film italiani che hanno vinto l'Oscar
credits: Documento Film, CCC-Filmkunst

Appena sette anni dopo il suo ultimo trionfo alla cerimonia degli Oscar, nel 1972 Vittorio De Sica tornò a vincere la statuetta più ambita di tutte. Stavolta il film ad aggiudicarsela fu Il giardino dei Finzi-Contini, tra le pellicole più famose degli anni ‘70 . Il film si aggiudicò negli stessi mesi due Nastri d’argento, due David di Donatello, un Orso d’oro e una candidatura all’Oscar anche per la Miglior sceneggiatura non originale. Premiatissimo e accolto con favore dalla critica, il film di De Sica è tratto dal romanzo di Giorgio Bassani, che all’inizio fu coinvolto nella realizzazione del film ma poi, in seguito a delle divergenze con De Sica, se ne tirò fuori, rinunciando al suo nome nei titoli di coda.

La storia narra le vicende dei Finzi-Contini, una famiglia ebrea dell’alta borghesia ferrarese che nel 1938, in seguito all’emanazione delle leggi razziali, si trova a perdere pian piano ogni cosa. Estromessi a poco a poco dalla vita pubblica (prima dal circolo del tennis, poi delle Università, poi da ogni cosa), i Finzi-Contini cercano di mantenere una vita dignitosa mettendo a disposizione dei figli e dei loro amici il giardino della propria villa. Il film segue le vicende di quegli anni, alle soglie della Seconda guerra mondiale. Le leggi razziali ebbero un impatto sulla vita di centinaia di migliaia di famiglie italiane, da quelle più modeste a quelle benestanti.

L’irrompere della storia sconvolge ogni cosa: chi parte per il fronte, chi osteggia il fascismo, chi cerca di schivare le conseguenze della guerra.

Alla fine, i membri della famiglia Finzi-Contini vengono prelevati dai repubblichini e condotti in una scuola nella quale si deciderà il loro destino. I membri della famiglia vengono separati, forse per sempre, per essere deportati in un campo di concentramento. Il finale del film è straziante, il suo tono nostalgico e realistico.

De Sica raggiunge il livello più alto della sua filmografia, conquistando un’altra statuetta e consegnandoci uno dei grandi film italiani che hanno vinto l’Oscar destinati a restare nella storia. Il regista ha ricevuto consenso da parte di pubblico e critica, anche se ebbe diversi problemi con l’autore del romanzo, a causa delle divergenze che riguardarono in particolare la relazione tra due dei protagonisti dell’opera. Ma polemiche a parte, ne Il giardino dei Finzi-Contini De Sica porta pian piano lo spettatore a rendersi conto di come gli aspetti materiali, i titoli e le ricchezze, nulla possono contro l’isolamento sociale al quale si è destinati a causa di leggi che incarnano il sentire dei tempi. Un titolo che ha magnificato il lavoro e l’opera di Vittorio De Sica, confermandolo uno dei registi cinematografici migliori di sempre.

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