7. Federico Fellini – Amarcord (1975)
Nel 1975 Federico Fellini giunge in California per prendere la sua ultima statuetta per il Miglior film in lingua straniera. Nel 1993 riceverà un Oscar alla carriera, ma il suo ultimo film a essere premiato è Amarcord. Si tratta anche del film più autobiografico del regista. È una storia ambientata in Emilia-Romagna, a Rimini, all’inizio degli anni ‘30. Siamo in un paesino immaginario, ma che è una fotografia rievocativa di quegli anni. Anni in cui il regime fascista era nel pieno della sua espressione. Amarcord è un film corale, che prende in esame una carrellata di soggetti, ma che si concentra principalmente sul personaggio di Titta, un’adolescente che cresce in una realtà fatta di personaggi particolari, ciascuno con la propria occupazione e le proprie idee. Ma sono tutte figure destinate a imprimersi nei ricordi della giovane.
Amarcord è dunque un film nostalgico, che ha reso talmente tanto il senso di malinconia che il termine romagnolo “amarcord” è diventata una parola di uso comune nella lingua italiana. In quest’opera, l’ennesimo dei film italiani che hanno vinto l’Oscar a portare la firma del regista romagnolo, Fellini ha messo tutto se stesso, avvalendosi, tra gli altri, della collaborazione di Gianni Rodari.
8. Giuseppe Tornatore – Nuovo cinema Paradiso (1990)
Non poteva mancare, tra i film italiani che hanno vinto l’Oscar, un’opera di Giuseppe Tornatore. Il regista siciliano meritava un riconoscimento internazionale di questa portata. Il suo film migliore è probabilmente proprio Nuovo Cinema Paradiso. Se si potesse trasformare in immagini un sentimento potente e scivoloso come la nostalgia, Nuovo Cinema Paradiso sarebbe la sua rappresentazione perfetta. È un film poetico e carico sentimento. Il regista ci ha messo tutto se stesso, tirando fuori la cosa più simile ad un capolavoro.
Era il 1990 quando Hollywood tornò a premiare nuovamente l’Italia nella categoria Miglior film straniero agli Oscar. Dall’ennesimo trionfo di Fellini, nel 1975, erano passati 15 anni. Gli stessi che, più tardi, sarebbero trascorsi tra la statuetta di Benigni e quella di Sorrentino. Quindici è il numero massimo di anni in cui l’Italia è rimasta a digiuno di Oscar. Nuovo Cinema Paradiso diede a Giuseppe Tornatore fama internazionale. Il film, il primo a essere immediatamente accostato al nome del regista, è la storia di Salvatore Di Vita (interpretato da Salvatore Cascio nella versione da bambino), un affermato regista siciliano che vive a Roma e non torna a casa da trent’anni.
Un giorno riceve una telefonata dalla Sicilia che lo informa che il signor Alfredo è morto.
Da quel momento in poi, Salvatore ripercorre tutta la sua vita, in particolare gli anni in cui andava al cinematografo a sbirciare il lavoro di Alfredo dietro le quinte. Tutta l’infanzia di Salvatore si è consumata dietro la sala del cinematografo del suo paese. Tornatore è stato in grado di dare consistenza ai ricordi del protagonista, raccontando una storia poetica che è rimasta stampata nella memoria di chi ha guardato il film anche grazie alla colonna sonora di Ennio Morricone. Un successo clamoroso per il regista, per la pellicola e per l’Italia, che mise così a segno la sua ottava statuetta alla cerimonia degli Oscar, sul palcoscenico più importante del mondo