Vai al contenuto
Home » Film » Gli 11 film italiani che hanno vinto l’Oscar per il Miglior Film Straniero

Gli 11 film italiani che hanno vinto l’Oscar per il Miglior Film Straniero

La Grande Bellezza è tra i film italiani che hanno vinto l'Oscar per il Miglior Film Straniero

9. Gabriele Salvatores – Mediterraneo (1991)

Alcuni uomini del plotone analizzano la situazione in una delle scene di Mediterraneo
credits: Penta Film

Due anni più tardi, nel 1992, è la volta di Gabriele Salvatores e del suo Mediterraneo. Si tratta di una sceneggiatura non originale, perché liberamente ispirata al romanzo Sagapò di Renzo Biasion. È parte, inoltre, della cosiddetta “tetralogia della fuga”, un insieme di quattro film sul disincanto e la fuga. Oltre a Mediterraneo, Gabriele Salvatores ha realizzato anche Marrakech Express, Turné e Puerto Escondido, valorizzando una tematica interiorizzata dalla sua generazione. Gli anni ‘90, con tutto ciò che sono stati a livello politico e sociale, hanno marcato i tratti di una generazione particolarmente disincantata rispetto alla realtà.

Mediterraneo e le altre pellicole – che non ritroviamo tra i film italiani che hanno vinto l’Oscar – si soffermano molto su questa tematica, rappresentando una voglia di evasione dalla realtà che accomunava molti dei giovani cresciuti negli anni ‘90.

Mediterraneo è ambientato durante la Seconda guerra mondiale. Un piccolo plotone di soldati, durante la campagna italiana in Grecia, sbarca su un’isola apparentemente disabitata. Qui, dopo la distruzione della radio, il gruppo viene completamente tagliato fuori dal mondo. Si tratta di un manipolo di ragazzi che con la guerra sembra avere poco a che fare. Prima della chiamata alle armi, ognuno si occupava di cose diverse. Aveva una vita propria e passioni da coltivare. La solitudine dell’isola, in una condizione di forzata inattività, spinge i membri del gruppo a riappropriarsi a poco a poco dei loro vecchi passatempi. I soldati sembrano vivere una realtà parallela a quella della guerra, che sembra qualcosa di distante, un evento collaterale che pare essersi dimenticato della loro esistenza.

Così Gabriele Salvatores accompagna i suoi personaggi verso quell’evasione dalla realtà e dalla storia che segna anche un disincanto (e un disimpegno) profondo rispetto a quella realtà politica così rumorosa e infarcita di retorica. Il film contribuì a consolidare la fama internazionale di Gabriele Salvatores e piacque talmente tanto alla critica che ottenne la statuetta. La nona assegnata all’Italia.

Pagine: 1 2 3 4 5