Stregati (1986)
- Regia di Francesco Nuti
- Disponibile su Infinity+ e CineComico, Channel di Prime Video
Questo articolo, dedicato ai film italiani da vedere almeno una volta nella vita, è anche l’occasione per rendere omaggio a un artista che ha subito un trattamento ingeneroso dal destino.
Un destino rovinoso, a cui è seguito l’oblio. In un articolo di un anno fa, appena successivo alla sua morte, avevamo ricordato con grande malinconia (e una certa rabbia) la figura maestosa di Francesco Nuti. Un anno dopo, siamo ancora convinti che “non ci fossimo meritati uno come lui”. Detto ciò, avremmo potuto selezionare uno qualunque tra i film diretti e interpretati da lui. Stringendo il cerchio, almeno, sulle pellicole che hanno preceduto lo sfortunato OcchioPinocchio, pellicola del 1994 che segnò per molti versi la sua rovina (artistica e non). Noi vi consigliamo di guardarli tutti, ma concentriamo l’attenzione su un titolo in particolare: Stregati.
Uscito nelle sale italiane nel 1986, rappresenta uno dei massimi spunti poetici della sua filmografia. Stregati è un film intenso, emotivamente travolgente, intimamente sensuale ed empaticamente coinvolgente. Nuti e la sua maschera artistica è qui parte di un solo corpo e di una sola anima, grazie a una malinconica storia d’amore ambientata in una Genova inedita. Una Genova qui espressa attraverso sinuosi scenari notturni, parte del racconto almeno quanto l’esperienza tumultuosa dei suoi protagonisti.
La chimica tra Ornella Muti, dotata di un erotismo accecante, e un intenso Nuti, qui messosi al servizio di un personaggio nel quale c’è tutto della sua affascinante figura, esplode dentro e fuori dal set, oltrepassa i confini della finzione e atterra nella realtà. L’impatto è palpabile e si riflette nelle interpretazioni dei due protagonisti: la loro storia d’amore scorre via oltre gli argini per esplodere in ogni dettaglio della città che ne fa da nido. Più che un film, è un’esperienza sensoriale. Uno dei migliori Nuti di sempre. Da ricordare oggi con affetto e stima, dopo esser stato dimenticato da tutti.
Caro diario (1993)
- Regia di Nanni Moretti
- Disponibile su Sky e Now
Da un artista messo ingiustamente messo da parte a un autore giustamente celebrato da quasi cinquant’anni. Parliamo di Nanni Moretti e del film che rappresenta in tutto e per tutto il crocevia della sua straordinaria carriera: Caro Diario. Uscito nelle sale nel 1993, segna un’evoluzione profonda della sua cinematografia. Con questo film in tre episodi, Moretti mette infatti da parte la sua (meravigliosa) vanità e la sua ingombrante presenza scenica per raccontare una storia in cui il soggetto è intimo e personale come non mai. Fin dal suggerimento implicito del titolo, Caro Diario ha una componente fortemente autobiografica.
La figura di Moretti, fin lì affidata a un alter ego ormai defunto, è qui messa a nudo, seppure resti sullo sfondo nel migliore dei paradossi. Al centro del racconto c’è la sua visione dell’Italia e di una società in evoluzione: una società sempre più schiava di vizi insanabili, e di una profonda crisi d’identità che lo porta a esplorare il nostro microcosmo con malinconica disillusione e la lucida analisi di un osservatore che non stenta nel mettersi (per una volta) da una parte. Lo fa mentre racconta se stesso attraverso le proprie esperienze, disvelando personaggi e situazioni che lasciano un segno profondo nella storia della cinematografia italiana.
Caro Diario è un mix ordinato e caotico di appunti sparsi che hanno restituito al mondo un Nanni Moretti diverso. Messa da parte la poetica della prima fase, Moretti entra nei suoi quarant’anni con nuove consapevolezze e con rinnovate esigenze artistico-creative. Il risultato? Il premio per la miglior regia al Festival di Cannes del 1994. Niente di meglio per celebrare l’inizio di una nuova vita.