3 – The Brutalist
Sean Baker non è l’unico regista indipendente ad aver realizzato quest’anno un papabile film Oscar 2025. A fargli buona compagnia c’è Brady Corbet, che ha impiegato la bellezza di 7 anni per riuscire a trovare i finanziamenti necessari alla realizzazione della sua ultima opera, The Brutalist. Un film dalla durata importante – ben 215 minuti – e dalle riprese difficili, posticipate per anni prima a causa del Covid, poi della guerra in Ucraina. Poi, ancora, di impegni e situazioni varie ed eventuali di diversi membri del cast. Ma il risultato, per quanta fatica la produzione di The Brutalist abbia portato con sé, vale assolutamente la pena di tutto, compresi i quasi due anni che il regista ha passato lontano dalla sua famiglia per dare vita alla sua opera. Un’opera che ci riporta dritti alla fine della Seconda Guerra Mondiale.
Protagonista è l’architetto ebreo ungherese László Tóth, interpretato da Adrien Brody (recentemente e stranamente avvistato insieme a diversi colleghi illustri allo stadio a vedere il Como). Emigrato negli Stati Uniti e in attesa che la moglie faccia altrettanto, László comincia a realizzare piccoli progetti dai quali spicca una forte tendenza al Brutalismo, movimento dai volumi accentuati, grezzi e – per l’appunto – brutali. L’architetto fa non poca fatica a guadagnare con i suoi lavori, almeno fino a quando non incontra Harrison Lee Van Buren, ricchissimo mecenate che gli proporrà un progetto che gli cambierà la vita. Da questo momento in poi The Brutalist diventa un’indagine sull’uomo e sulla sua ambizione, fonte primaria di un’ascesa non priva di punti oscuri.
Candidature e premi sono per The Brutalist già pane quotidiano.
Il film ha infatti già vinto il Leone d’Argento per la miglior regia a Venezia, ed ha attualmente già fatto incetta di candidature ai prossimi Golden Globes, che si terranno il 5 gennaio. Premi che sono una sorta di “prequel” degli Oscar e che tanto ci dicono su ciò che sarà – o che per lo meno potrebbe essere – a marzo. Miglior film drammatico, Miglior regista, Migliore attrice e Miglior attore non protagonisti sono solo alcune delle categorie nelle quali vedremo competere The Brutalist a gennaio. E con questi presupposti non possiamo non pensare a una situazione almeno simile agli Oscar. Staremo a vedere.
4 – Nickel Boys
Continuiamo una sorta di viaggio nel tempo con i film Oscar 2025. Passiamo dal dopoguerra agli anni Sessanta con Nickel Boys di RaMell Moss, adattamento cinematografico del romanzo di Colson Whitehead I ragazzi della Nickel. Il film è ambientato a Tallahassee dove Elwood Curtis, adolescente afroamericano, viene condannato alla detenzione in un riformatorio, la Nickel Academy. Il riformatorio è ispirato alla Florida School for Boys, realmente esistito e tristemente celebre per i trattamenti violenti subiti dai ragazzi. Ed è proprio nel riformatorio che Elwood conosce Jack Turner, con il quale condividerà un’esperienza tanto personale quanto purtroppo comune.
Nickel Boys ha il grande pregio di riuscire a portare sugli schermi una storia di sofferenza e violenza senza voler far nascere la pietà nello spettatore. Il sentimento prevalente è quello di un profondo senso di realtà, che stimola riflessioni estremamente contemporanee e ci mette davanti a un film capace di far soffrire e pensare come pochi altri. E con una storia che come libro ha già vinto un Premio Pulitzer, direi che ci sono tutti i presupposti giusti per vincere anche (almeno) un Oscar. Non credete?