8) 12 anni schiavo
Mentre facevo delle ricerche per questo pezzo, ho visto che molte classifiche o elenchi del genere inserivano questo film. Così, spinta dalla curiosità, me lo sono guardato… ed è stato subito chiaro il perché 12 anni schiavo si trovava in quegli articoli. Certo, qualsiasi opera sulla schiavitù è ardua da guardare: penso, ad esempio, ad Amistad di Spielberg e alle sue scene raccapriccianti che sono ancora fisse nella mia memoria. Ma pochi ne mostrano la natura spaventosa così vividamente come 12 anni schiavo. È già da brividi che sia tratto da una storia vera, che c’era un tempo – e purtroppo in alcuni posti ancora succede – in cui venivano compiute delle barbarie del genere, dove esseri umani venivano spogliati dei loro diritti, del loro nome e trattati peggio degli animali. Come oggetti di proprietà del padrone.
Vedere Solomon ridotto in catene, separato dalla sua famiglia, è straziante. Eppure lui affronta ogni tipo di crudeltà, soprattutto quelle a opera di Epps che rappresenta il male assoluto, conservando sempre la sua umanità. Anche quando viene lasciato appeso con un cappio al collo a un albero per chissà quanto tempo, anche quando deve frustare Patsey; momenti così crudeli, disagianti, rumorosamente silenziosi ed emotivi che non è possibile vederli due volte.
Un’umanità che esplode nel finale, dove lui torna a casa e, semplicemente, si scusa per la sua lunga assenza. Chi non è scoppiato a piangere come un bambino, sciogliendosi assieme a Solomon? Perché la sottoscritta stava annegando in un mare di lacrime.