Il seguente articolo contiene spoiler sui film Il Cammino per Santiago, UP, Apocalypse Now, Kill Bill 1 e 2, Quasi Amici, In Time e Nightmare Before Christmas.
Proseguire un’opera non è mai semplice: già creare una seconda stagione per molte serie tv è l’inizio del crollo, ma per i film la cosa è ancora più complicata. Siamo molto più abituati a vedere serie tv da molte stagioni piuttosto che film con molti sequel e le difficoltà degli ultimi sono evidenti. Il cambio di regista o sceneggiatore è fin troppo evidente nei seguiti dei film e più di una volta questi perdono la magia della prima opera. Un concetto innovativo o un’idea di successo non sempre si abbina a qualsiasi persona la prenda in mano. Per fortuna noi questi film non dobbiamo girarli veramente per cui ci siamo presi la libertà di viaggiare con l’immaginazione.
I sette film in questa lista sono stati scelti tutti con un criterio diverso: abbiamo alcuni cult ormai intoccabili vicino ad opere meno famose. Film d’animazione insieme a pellicole autoriali. E per uno dei sette abbiamo anche scelto un film che non ci ha soddisfatto a pieno, sperando in un’opera di valore più grande come sequel.
Quello che li accomuna tutti, però, è il nostro desiderio di continuare a vivere quelle storie e quei personaggi. In un modo o nell’altro questi sette film ci hanno stregati e non siamo ancora pronti a uscire dal loro sortilegio per abbandonarli. Certo, siamo consapevoli che quasi nessuno di questi sequel verrà mai prodotto, ma sognare non costa nulla e regala gioia, per cui ci abbiamo provato. Se poi, tra questi film famosi, avremo veramente esaudito il desiderio di un seguito al cinema, siamo già pronti a comprare il biglietto e fremere nell’attesa di vederlo.
Detto questo, iniziamo subito la lista e le motivazioni logiche ed emotive che ci hanno spinto a scegliere i nomi che vedrete in seguito.
Il Cammino per Santiago
La storia interpretata da Martin Sheen ed Emilio Estevez, diretta tra l’altro da quest’ultimo, narra del processo del lutto di un padre che perde il figlio oltreoceano. Il Cammino per Santiago è un road movie semplice, in cui il protagonista e i suoi compagni di viaggio incontrati lungo il percorso imparano a cambiare la propria vita in mezzo alle valli spagnole. In particolare Tom, personaggio centrale dell’opera, comprende quanto la vita da pellegrino del figlio sia il percorso che vuole intraprendere anche lui, seppur in veneranda età. Dopo un finale aperto come l’uomo che continua a viaggiare in quella che potrebbe sembrarci Gerusalemme, molti fan dell’opera hanno desiderato vedere una nuova collaborazione padre-figlio.
Un sequel con un protagonista più consapevole del suo percorso e per questo messo davanti a nuove sfide. Nulla di trascendentale perché non è questo il sentimento che vuole essere trasmesso, d’altronde un viaggio molto più pericoloso di Martin Sheen lo analizzeremo dopo. Attualmente l’attore è libero dopo la conclusione di Grace and Frankie e un’opera così profonda ambientata ai giorni nostri aiuterebbe a fornire speranza a tante persone. Magari proprio in oriente, per sfatare tanti miti e paure del momento.
Quasi Amici
L’amicizia tra Driss e Philippe è una delle più pure e sincere che abbiamo visto svilupparsi in un film. Il senso di diversità dei due personaggi percepito al loro primo incontro, col tempo fa spazio a un rispetto e comprensione reciproca. Da una parte Philippe è un uomo importante, rimasto in sedia a rotelle, che inizia a dubitare di sé stesso, dall’altra parte Driss viene visto come una persona poco affidabile a causa della sua etnia. Eppure la scena dei due che ridono mentre il giovane spinge la carrozzina è diventata un cult.
Il primo film si conclude con Driss che organizza la cena tra l’amico ed Éléonore, ma sappiamo dalla stessa pellicola, che le persone da cui è tratta l’opera hanno vissuto tanto dopo quella scena. Un sequel che ci racconti il loro futuro, consolidando l’amicizia instaurata, riscalderebbe il cuore dei più. Quasi Amici era un film progressista con temi pesanti affrontati in modo geniale e rispettoso. I diritti umani sono al centro dell’opera, e il senso di fratellanza per la quale siamo tutti sullo stesso livello, viene ribadito più volte. Vent’anni dopo avremmo bisogno di sentirlo di nuovo.
Kill Bill 2
Toccare dei cult è sempre difficile, lo sappiamo, eppure nel mondo del cinema aleggia sempre una scena in particolare da Kill Bill. La protagonista che guarda negli occhi Vernita Green e le promette che se un giorno vorrà vendicarsi, l’aspetterà. Era una frase che Tarantino aveva buttato lì, forse con qualche idea o forse no, ma i fan del regista l’hanno sempre vista come un indizio per un terzo capitolo della saga. Kill Bill 2 è a tutti gli effetti un film che chiude praticamente ogni sottotrama, ma qualcosa sarebbe ancora possibile.
Avremmo un paragone della bambina che vede Beatrix come assassina di sua madre, esattamente lo stesso ricordo che la donna aveva della Yakuza. Uno spettacolare terzo capitolo con lo scontro tra Nikki Bell ormai cresciuta e Beatrix. Sarebbe una pellicola perfetta come canto del cigno della carriera di Quentin Tarantino, in grado di chiudere un cerchio in perfetto stile tarantiniano con l’opera più esplosiva immaginabile. Un misto di violenza e potenza tale da soddisfare un attesa durata vent’anni. E, sinceramente, cambiare il titolo in un eventuale Kill Beatrix renderebbe l’attesa impossibile da gestire.
UP
Pochi film d’animazione hanno stregato il mondo come UP. L’opera di Pete Docter si apre con quella che molti definiscono l’intro più bella ed emozionante di sempre per un film d’animazione e non, per poi portare avanti un racconto a cascata. Un road movie, questa volta in volo dentro una casa con un sacco di palloncini, che racconta il rapporto tra caratteri opposti e generazioni fin troppo distanti. Carl è un uomo burbero, temprato dal dolore e la perdita della moglie, ma ritrova in Russell il figlio che non ha mai avuto e con lui intraprenderà l’avventura di una vita.
Il film si conclude con i due in ottimi rapporti, legati all’altro in modo ancora più stretto di un legame di sangue. E noi non possiamo negare come adoreremmo vedere esplorato questo rapporto in un sequel. Alla fine il brand funziona ancora e lo dimostra Disney+ con la sua serie di corti su Carl e il cane Dug, ma un lungometraggio avrebbe quella carica di emozioni che vogliamo vivere di nuovo. Magari con un Russell cresciuto e un Carl finalmente pronto al suo ultimo viaggio prima di riunirsi ad Ellie.
Nightmare Before Christmas
La genialità del prodotto nato dall’idea di Tim Burton e sviluppato da Henry Selick non può fermarsi ad una sola opera. La storia di Jack Skeleton, re delle zucche e influente nel paese di Halloween, ci ha mostrato la sua versione del Natale nel primo film. La situazione si rivela geniale, con una rivisitazione a tema Halloween di Babbo Natale e della sua festa. Nel bosco in cui Jack trova le porte, però, non vi è solo quella del Natale. Troviamo molte festività diverse, che sono effettivamente canoniche nel film e potrebbero essere esplorate.
Immaginate un sequel in cui Jack Skeleton e la bella Sally reinventano la Pasqua o il Ringraziamento. Vedere queste ricorrenze in tema più cupo, magari proprio nello stile di Selick, aprirebbe ad un futuro quasi infinito per il brand. Forse non una festa diversa per ogni film, per rendere l’opera fresca si potrebbe mettere più feste insieme o mostrarci idee ancora più fuori di testa. Un sequel di Nightmare Before Christmas, oltre al film di per sè, regalerebbe agli spettatori anche una nuova quantità di canzoni e artwork pazzeschi. Motivo in più per desiderarlo.
In Time
Il discorso per questo sequel è ben diverso. In questa lista abbiamo parlato di film sorprendenti di cui avremmo il piacere di scoprire il futuro e nuovi aspetti, per In Time vorremmo semplicemente che l’idea non venga sprecata così. Il film originale venne estremamente criticato per la costruzione dell’opera molto debole intorno a un concetto così interessante come il pagamento trasformato in effettivo tempo di vita. Un concept che ricorda molto le idee di Christopher Nolan, ma che non è stato sfruttato a dovere.
Il finale aperto e un cambio di regista sarebbero due premesse perfette per vedere un sequel in grado di valorizzare veramente la stravagante idea dietro al film. Trasformare la lunghezza della propria vita in un bene con cui pagare è un concetto tanto interessante quanto crudo e distopico. Possiamo solo immaginare come un mondo veramente ben costruito su queste fondamenta potrebbe sorprendere lo spettatore in un’eventuale futura pellicola. Un capitalismo completamente rivisitato con le persone al potere in grado di vivere quasi per l’eternità e la classe povera con troppo poco tempo per riprendersi, che cambia in continuazione. Chi ha tempo non aspetti tempo, letteralmente.
Apocalypse Now
Nella vita di ogni fan del cinema c’è un prima e un dopo Apocalypse Now. Non importa se le opere preferite siano film sulla mafia, horror o le commedie, l’opera di Francis Ford Coppola ha trasceso il passare del tempo per diventare un pilastro di Hollywood ormai impossibile da abbattere. Il viaggio fisico e psicologico del capitano Willard interpretato da Martin Sheen è un tunnel di disperazione e buio nel quale anche lo spettatore cade man mano che il film avanza. E il finale in cui Willard uccide finalmente Kurtz, diventando forse la bestia più temuta del luogo, lascia senza fiato.
La conclusione dell’opera viene lasciata alla mente dello spettatore e noi abbiamo provato a sognare un seguito in grado di rispondere a delle domande in pieno stile Coppola. Un Apocalypse Before and Later in cui, proprio come ne Il Padrino 2, vediamo le conseguenze del primo film sull’animo di Willard affiancate a flashback sull’ascesa al potere di Kurtz. Un prima e dopo in grado di sottolineare similitudini e differenze tra i due personaggi in un modo quasi palindromo ricordandoci che l’apocalisse non è un momento, ma una lunga caduta verso gli inferi.