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I 10 finali più sconvolgenti nella storia dei film thriller psicologici

10 film thriller psicologici con finale a sorpresa
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È stata un’impresa ardua stilare una lista dei 10 finali più sconvolgenti nella storia dei film thriller psicologici, perché il panorama cinematografico è stato da sempre bombardato con questo genere per via della sua capacità di stupire l’osservatore, portandolo in una rete di bugie e inganni in cui è difficile scappare.

Per via della sua natura camaleontica, il thriller è il genere che più si adatta alle esigenze del grande pubblico, coinvolgendo amanti del thriller puro, del noir e dell’horror movie. Il grado di suspense è l’elemento più apprezzato, utilizzato dai maestri del cinema a partire dal conterraneo Dario Argento (Profondo Rosso, Suspiria), David Lynch (Velluto Blu, Mulholland Drive) per finire con il più odiato quanto amato David Cronenberg (La Mosca, La Promessa dell’Assassino).

Ecco quindi la (mia personale) lista dei 10 finali più sconvolgenti nella storia dei film thriller psicologici

1 – Seven o Se7en

Film del 1995 prodotto dalla mente geniale di David Fincher, maestro dei thriller psicologici, è un noir basato sul personale vissuto del regista. Dal cast stellare (Brad Pitt e un brillante Morgan Freeman) alla impressionante metafora che si cela nascosta dentro la trama, Seven entra a pien diritto nella mia Top 10, divenuto negli anni un vero cult.

Il detective William Somerset è un poliziotto di colore, stanco della quotidianità ma amante del suo lavoro, David Mills è un giovane avvenente e inesperto poliziotto, sposato e felice. Yin e Yang, nero e bianco: due personaggi agli antipodi che devono combattere il crimine in un mondo dominato dalla violenza.

7 sono i peccati capitali, 7 gli omicidi che il killer programma. Gola, accidia, cupidigia, avarizia, lussuria, invidia e ira. Nel film il killer, interpretato da Kevin Spacey, uccide le sue vittime in base ai reati commessi ( una sorta di Saw, ma senza maschere e giochetti). Il finale riserba un grande sorpresa perchè vede il killer, John Dal, morire per mano di Mills chiudendo il cerchio di redenzione ideata dallo stesso. In un gioco perverso vittima/carnefice, John Dal rivela a Mills di aver ucciso sua moglie perchè invidioso della sua vita perfetta, in modo da essere punito per il suo crimine per mano di chi pecca di ira, ovvero Mills.

Il finale sovverte e stupisce tutte le regole del genere, per una volta il caos non viene ripristinato ma viene ribaltato. Noi spettatori rimaniamo inermi davanti all’arresto di Mills, un finale tanto pessimistico quanto reale.

Le ultime parole che sentiremo saranno quelle del detective William Somerset che afferma: <<Hemingway una volta ha scritto: ” il mondo è un bel posto e vale la pena lottare per esso, condivido la seconda parte“ >>.

2 – I Soliti Sospetti – The Usuals Suspects

“La beffa più grande che il diavolo abbia mai fatto è stato convincere il mondo che il diavolo non esiste”

Nella lista dei migliori thriller psicologici non potevo non mettere il capolavoro di Brian Singer del 1995. Siamo in California quando una nave scoppia sul molo di San Pedro, provocando la morte di 27 persone. Il detective David Kujan indaga sui fatti avendo come unica fonte d’informazione lo zoppo Roger ” Verbal” Kint ( Kavin Spacey).

Il finale de I Soliti Sospetti è stato il primo vero colpo da maestro, spoilerato persino da una canzone di Caparezza. Noi tutti oggi sappiamo l’identità di Kaiser Söze, il famigerato boss che ha commissionato lo scoppio e il più ricercato della California.

Scopriamo infatti nei soli 10 minuti finali che Roger Kint è Kaiser Söze lo zoppo che, miracolosamente, una volta uscito dal comando di polizia riesce a camminare e che ha ingannato tutti con la sua storia, fino alla fine.

La capacità straordinaria del film consiste in piccoli dettagli grazie ai quali siamo tutti caduti nella storia puramente inventata di Roger Kint. Inquadrature, dialoghi e messa in scena sono tutti elementi funzionali che ci delineano un personaggio fittizio. Alla fine il colpo do genio, la scoperta dell’identità perchè basta guardare le cose da un’altra prospettiva, modificando la nostra idea di realtà.

Lo stesso titolo rivela in sè una contraddizione. I soliti sospetti perchè sono sempre in bilico tra un’idea deviata di realtà e immaginazione, perchè tutte le volte che lo guardiamo la nostra idea sui sospetti cambia, modificando apparenze e punti di vista.

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