Vai al contenuto
Home » Film

7 film con una versione Director’s Cut da vedere assolutamente

Film
Ma prima di continuare con la lettura abbiamo entusiasmanti novità da condividere con te. A breve sarà disponibile Hall of Series Plus, il nostro servizio in abbonamento che ti permetterà di accedere a moltissimi contenuti esclusivi e in anteprima.

Inserisci il tuo indirizzo email e clicca su ‘Avvisami’ per essere notificato quando Plus sarà disponibile.

* campo obbligatorio

*ATTENZIONE, POSSIBILI SPOILER SUI FILM NOMINATI IN QUESTO PEZZO*

Il lavoro dei registi cinematografici non è semplice. Devono soddisfare la propria sensibilità, le richieste dei produttori, i gusti del pubblico e sopravvivere alla prova del tempo. Spesso, nella paura che il film finale venga troppo lungo, troppo complicato o troppo dettagliato, gli studi interferiscono con i registi e il loro lavoro, obbligandoli a tagli e rimaneggiamenti che, nei casi più eclatanti, possono sconvolgere l’intera opera. Fortunatamente, grazie all’accresciuta importanza della figura degli autori nel settore, per diverse pellicole più o meno conosciute sono uscite le director’s cut: questa rappresenta la versione del regista, quella voluta in origine dal suo creatore che ne ha il controllo totale, senza che produttori o distributori possano intervenire.

Ci sono director’s cut che devono essere viste perché cambiano totalmente il film, altre semplicemente lo ampliano approfondendo personaggi e storie o aggiungendo/migliorando intere trame o teorie. 7 sono gli esempi in questo pezzo: andiamo a vederli insieme.

1) Blade Runner

Film

Ridley Scott aveva una precisa visione di come doveva essere Blade Runner: un film d’atmosfera, pieno di lunghi silenzi, con un finale ambiguo e misterioso.

Tuttavia, quando il film (che a Harrison Ford non era piaciuto particolarmente) fu presentato al pubblico nel 1982, venne ritenuto noioso e confuso. La soluzione dello studio fu duplice. Da un lato è stata aggiunta la voce fuori campo in cui Deckard illustra i suoi pensieri interiori, dall’altro cambiò il finale: invece di tagliare dopo che i protagonisti sono entrati nell’ascensione, i due si allontanano felici verso il tramonto con la voce narrante che ci rassicura che troveranno il lieto fine.

Un chiaro sintomo di come le esigenze di distribuzione abbiano preso il sopravvento su quelle artistiche.

Fortunatamente Scott, dopo molti tentativi, riuscì a pubblicare la sua versione di Blade Runner nel 2007, completamente gestita da lui, che prende il nome di The Final Cut. Riprendendo quello che era stato fatto in una director’s cut precedente, quella del 2007 recupera la filosofia iniziale: elimina il lieto fine (il film finisce con loro in ascensore) e la voce narrante lasciando il posto a un silenzio riflessivo, non spiega niente ma dà allo spettatore la possibilità di interpretare. Inoltre viene inserita la scena del sogno dell’unicorno di Deckard, indizio che insinua il dubbio che il detective possa essere un replicante.

2) Il Signore degli Anelli (l’intera trilogia)

Fare degli adattamenti cinematografici da libri così lunghi è un’impresa che pochi riescono a fare. Peter Jackson ci è riuscito, dandoci una delle trilogie migliori di sempre. Ovviamente i tagli sono inevitabili ma, grazie alla popolarità del Signore degli Anelli, Jackson ha potuto produrre le edizioni estese: quest’ultime consentono non solo un adattamento più accurato del materiale originale di Tolkien, ma un’esperienza cinematografica più completa.

Le scene aggiunte riescono a completare la storia e danno maggiori dettagli, approfondendo alcuni personaggi (come Faramir) e colmando qualche lacuna narrativa.

In particolare, due sequenze sono importanti e che avrebbero dovuto essere nella versione cinematografica. Nelle Due Torri ci viene mostrata l’unica scena condivisa dai fratelli Boromir e Faramir, dove il loro padre chiede al primo di trovare l’Anello per beneficiare del suo potere. Essendo il figlio prediletto e messo così sotto pressione, ciò spiega le motivazioni di Boromir e la particolare debolezza nei confronti dell’Anello nella Compagnia dell’Anello. Nel Ritorno del Re, invece, c’è la scena che mostra la punizione e la morte di Saruman. Considerando l’importanza del personaggio, averla tenuta fuori è un mistero che nemmeno Christopher Lee ha capito, risultandone parecchio infastidito dopo gli sforzi fatti per girarla.

3) Zack Snyder’s Justice League

Film

Zack Snyder potrebbe essere considerato il re delle director’s cut perché, come ha rivelato in un’intervista passata:

“Quasi tutti i film che ho realizzato hanno un taglio da regista”.

I suoi tagli sono realizzati per dare maggior chiarezza narrativa alle sue opere: non sono tanto le scene più importanti a essere ampliate quanto i piccoli momenti. Infatti le inquadrature indugiano, le conversazioni durano qualche riga in più, i personaggi ottengono più tempo per dialogare non solo per approfondirli maggiormente, ma anche per rivelare particolari sulle loro relazioni o le loro motivazioni. Ad esempio la trama secondaria in Batman vs Superman ha più senso nella versione estesa e Watchmen aggiunge un’intera storyline, sprigionando poi tutto il suo potenziale visivo.

L’ultimo suo director’s cut è il film intitolato Zack Snyder’s Justice League.

Nella fase di post-produzione della versione uscita nel 2017, Snyder abbandonò il progetto per problemi soprattutto personali, venendo sostituito da Joss Whedon. Quest’ultimo ha aggiunto maggior comicità e ha ridotto la pellicola a 120 minuti, tagliando personaggi o riducendone la presenza. In Zack Snyder’s Justice League, della durata di quattro ore, sono presenti invece tutte quelle scene, trame, personaggi assenti nella pellicola del 2017, eliminando le modifiche di Whedon. Solo una piccola parte del film è composta da riprese aggiuntive, il resto da materiale mai visto prima, con il finale completamente rigirato.

4) Apocalypse Now

Apocalypse Now era già un capolavoro nella sua versione cinematografica del 1979. Le riprese, però, avevano sollevato dei dubbi in Coppola, soprattutto riguardo ad alcune scelte editoriali. Da quelle perplessità nel 2001 il regista ha realizzato un primo director’s cut, chiamato Apocalypse Now Redux. Non solo il film è stato restaurato splendidamente, ma i circa 47 minuti in più hanno permesso l’inserimento di materiale scartato all’epoca – tra cui scene come la spettrale sequenza della piantagione francese – inserendo un intero capitolo, storicizzando il contesto e cambiando leggermente il finale.

In occasione del quarantesimo anniversario dalla prima uscita, Coppola ha presentato un nuovo director’s cut, intitolato Apocalypse Now Final Cut.

Questa, secondo le parole del regista, è la versione definitiva e perfetta del suo capolavoro. Dura meno rispetto al precedente taglio, ma Coppola l’ha giustificato dicendo che una nuova versione era necessaria a causa dell’incompiutezza del montaggio originario e dell’eccessiva lunghezza del Redux. Così Coppola, in questo nuovo cut, ha inserito solo:

“le sequenze essenziali che rendono migliore il film”.

5) Donnie Darko

Film

La versione cinematografica di Donnie Darko non soddisfaceva il suo creatore, Richard Kelly. Come lui stesso dichiarò:

“Sebbene io sia orgoglioso della precedente versione del film, ho sempre pensato che, in qualche modo, la storia era stata compromessa dalla necessità di restare sotto le due ore”

Così, grazie all’amore dei fan e ad alcune figure professionali che l’hanno supportato, è stato in grado di completare il film e Donnie Darko: The Director’s Cut uscì nel 2004. Oltre a una colonna sonora rivisitata e alla variazione di alcune scene iniziali, la principale differenza risiede nei momenti onirici, molto più lunghi e con un montaggio diverso, dei sogni a occhi aperti di Donnie e, soprattutto, nelle scene che approfondiscono le teorie sui viaggi nel tempo contenuti nel libro di Roberta Sparrow intitolato “The Philosophy of Time Travel”. Kelly vuole infatti guidare lo spettatore in quelle concezioni filosofiche e scientifiche, con i relativi argomenti correlati come l’Universo Primario o i Viventi Manipolati.

Se per qualcuno si potrebbe tramutare in una complessità ulteriore, per molti potrebbe invece essere l’occasione per rivedere Donnie Darko e approfondire ulteriormente un film divenuto ormai un cult nella storia del cinema.

6) C’era una volta in America

Quando Sergio Leone iniziò a lavorare a C’era una volta in America, immaginò un’enorme epopea di gangster, un film che sarebbe saltato tra gli anni mentre raccontava la vita di due amici che si fanno strada nella malavita newyorkese. Alla fine, Leone aveva circa dieci ore di riprese e, come logico che sia, pensò di divere in due la pellicola. Tuttavia venne costretto a ridurre a poco meno di quattro ore la sua opera e così venne mostrata al Festival di Cannes del 1984, ricevendo un’accoglienza straordinariamente positiva. Purtroppo per i distributori americani non era abbastanza e, senza l’approvazione di Leone, il film venne ulteriormente ridotto a poco più di due ore. E non finì lì: le scene vennero riorganizzate cronologicamente, eliminando i vari flashback.

Questo taglio americano è stato immediatamente condannato dalla critica e dal pubblico.

Nel corso dei decenni successivi, sono stati rilasciati più tagli del regista che hanno annullato questi terribili cambiamenti. Ad esempio la Warner Bros ha rilasciato la versione restaurata di quattro ore e undici minuti nota come Extended Director’s Cut, e il risultato è una storia più completa che fornisce una comprensione più profonda dei personaggi principali, Noodles e Max.

Insomma, niente di meno della versione di quattro ore è accettabile per questo capolavoro di film.

7) Io Sono Leggenda

Film

Io sono Leggenda è un altro di quei film che, per andare incontro alle presunte esigenze del pubblico, è stato modificato: la sua versione cinematografica è ridotta a un film post-apocalittico simil-zombie (qui le migliori serie tv su questi tema) in cui il protagonista, Robert, aiuta a trasportare Anna verso un insediamento di sopravvissuti insieme a una cura per il virus che ha cambiato così tante persone sul pianeta. Il suo sacrificio finale, poi, serve per far guadagnare del tempo ai suoi amici.

Quello che manca, però, è il punto del romanzo originale, cosa che viene ripristinato nella splendida director’s cut.

La versione estesa ci regalata un finale alternativo proprio per recuperare lo spirito del romanzo da cui è tratto il film. Il punto di vista dello spettatore viene ribaltato nel momento in cui Robert capisce di essere il mostro, poiché è la nuova minoranza del nuovo mondo e ha ucciso la maggior parte della specie dominante. Lui è la “Leggenda” del titolo, la cosa che sta sulla loro strada e le creature lo inseguono solo perché continua a rapirle. Una realizzazione ironica e straziante che manca totalmente nel taglio in sala. Inoltre il director’s cut spiega ancora meglio la relazione tra il capo dei vampiri e la donna-vampira rapita da Robert nel tentativo di trovare una cura.

Scopri Hall of Series Plus, il nuovo sito gemello di Hall of Series in cui puoi trovare tanti contenuti premium a tema serie tv