2) Monsters & Co.

Ucci, ucci, sento odor di bimbinucci. Monstropoli, una città abitata esclusivamente da mostri di ogni forma e dimensione, dove l’energia elettrica viene generata grazie alle urla dei bambini. Un’idea geniale, che ribalta il classico stereotipo del mostro sotto il letto e lo trasforma in un’industria vera e propria, con turni di lavoro, regolamenti e dipendenti affannati come in qualsiasi azienda del mondo reale. C’è poi da dire che i mostri stessi hanno una gran paura degli esseri umani, considerati pericolosi e mortali, tanto che qualsiasi possibile fonte di contagio viene immediatamente soppressa e messa in isolamento.
James P. Sullivan, detto Sulley, è il miglior spaventatore della fabbrica, un colosso dal cuore d’oro coperto di pelliccia azzurra e viola. Al suo fianco c’è il piccolo ma esuberante Mike Wazowski, un mostriciattolo verde con un solo occhio e la parlantina instancabile. Diversissimi nell’aspetto e nel carattere, i due mostri sono amici da una vita. Da quando frequentavano l’università per mostri, per l’esattezza, anche se questa è un’altra storia e un altro film Pixar.
Nel presente, Sully e Mike sono una macchina da urla perfetta. Il primo spaventa, l’altro dirige le operazioni. Tutto sembra andare per il meglio, finché un giorno un’operazione nel mondo degli umani permette a una bambina di intrufolarsi in quello dei mostri. Inizia una caccia disperata e comica per riprendere la bambina e riportarla nella sua stanzetta. Eppure più Sully e Mike cercano di sbarazzarsene senza dare nell’occhio, più lo spietato Randall e il Corpo Decontaminazione gli stanno con il fiato sul collo. Nel tentativo di proteggerla i due amici si ritrovano a confrontarsi con se stessi e con le loro certezze.
Il risultato? Il finale del film Disney rivela quanto il potere di una risata sia più forte di un milione di grida. Lo cantano anche i Pinguini Tattici.
Quando finalmente Boo fa ritorno a casa, non si tratta di un addio, ma di un arrivederci. Mike e Sully hanno compiuto una piccola rivoluzione, rimodellando il sistema della Monsters inc. (adesso esiste pura una serie animata sequel). Il finale, dunque, è una celebrazione della crescita dei personaggi. Sulley non è più il mostro spaventoso che terrorizzava i bambini, ma una figura protettiva che si preoccupa per il benessere di Boo. Mike, che inizialmente era visto come il comico sfortunato, emerge come un eroe, mostrando una profondità e un impegno che non erano visibili all’inizio. Boo, che in un certo senso è la catalizzatrice di questa trasformazione, ci ricorda che spesso sono i più piccoli ad avere un impatto enorme sul mondo, risvegliando negli altri una nuova consapevolezza.
3) Up

Un prologo che, da solo, basta a farci versare quintali di lacrime. In una manciata di minuti, senza quasi una parola, ci viene raccontata l’intera vita di Carl ed Ellie, due bambini innamorati dell’avventura che crescono insieme, si sposano, costruiscono una casa e sognano di raggiungere le leggendarie Cascate Paradiso. Ma la vita, si sa, è fatta di imprevisti, di rimandi, di piccoli sacrifici quotidiani, e così il grande viaggio tanto desiderato non arriva mai e la gioventù lascia spazio alla vecchiaia. Finché un giorno Ellie muore, lasciando Carl solo, incupito, chiuso in un mondo che non riconosce più.
Ed è proprio qui che il film Disney prende il volo, letteralmente, fino al suo finale.
Carl, ormai anziano e minacciato dalla modernità che vuole portargli via la casa (e con essa l’ultimo legame con Ellie), decide di compiere un gesto straordinario: attacca migliaia di palloncini colorati al tetto e trasforma la sua casa in una mongolfiera improvvisata, puntando dritto verso le Cascate Paradiso. Ma non è solo. accidentalmente porta con sé Russell, un bambino scout goffo e chiacchierone, desideroso di dimostrare il suo valore ma, soprattutto, in cerca di un affetto paterno che gli è sempre mancato.
Quello che segue è un viaggio straordinario, non solo fisico ma anche emotivo. In un mondo fatto di cieli immensi, foreste rigogliose e creature incredibili – come il coloratissimo uccello Kevin e il simpaticissimo cane parlante Dug – Carl riscopre la bellezza della compagnia, della scoperta e della meraviglia. L’incontro con Charles Muntz, l’esploratore che idolatrava da bambino, si trasforma in una riflessione su come l’ossessione e l’incapacità di lasciar andare il passato possano consumare una persona.
Up è un viaggio dentro e fuori di sé, un invito a lasciare la comfort zone per inseguire i propri sogni. Un messaggio reso ancora più forte dal momento che il protagonista è un vecchietto, nell’ultima fase della sua vita. Il pensiero dell’ “è troppo tardi” è sbagliato e nocivo, ci vincola all’idea che esista un’età precisa per tutto e che, una volta superata, la nostra vita sia finita. Non è così, non deve essere così e Up è l’invito gioioso a non arrendersi mai e a non chiuderci in noi stessi. Chissà quali grandi avventure ci aspettano varcando la soglia di casa.