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Gli 8 finali più commoventi nella storia dei film Disney

6) Red e Toby nemici amici

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Credits: Disney+

Red e Toby – Nemici amici è una storia di amicizia pura e sincera, messa però alla prova dalla dura realtà della vita. Una realtà che non sempre permette ai legami più belli di restare immutati nel tempo.

La trama di questo piccolo tesoro degli anni Ottanta rimane davvero molto semplice. Red, una piccola volpe orfana, viene allevata con amore dalla dolce Vedova Tweed, mentre Toby, un cucciolo di cane da caccia, cresce sotto la guida del burbero cacciatore Amos Slade. Fin da piccoli, Red e Toby stringono un legame indissolubile, giocando spensierati nei campi e nelle foreste, ignari del destino che incombe su di loro.

A ben vedere, il film Disney è un racconto che riflette in modo dolorosamente realistico su come la vita, le circostanze e le aspettative imposte dalla società possano spezzare anche i legami più forti. Quando Toby cresce, il suo istinto e il suo addestramento lo spingono a diventare ciò che è destinato a essere: un cane da caccia. Red, invece, è e resterà sempre una preda. E così l’amicizia che un tempo sembrava invincibile si trasforma in un rapporto tra antagonisti. Perché è la loro stessa natura a volerli mettere l’uno contro l’altro.

Uno degli aspetti più struggenti del film Disney è il modo in cui rappresenta il passaggio dall’innocenza dell’infanzia alla crudezza dell’età adulta nel suo finale.

Non c’è un vero e proprio “cattivo” in questa storia, perché anche Amos Slade, per quanto sia il simbolo della minaccia per Red, non è altro che un uomo che segue la sua natura e il suo mestiere. Anche Toby, nel momento in cui diventa un vero cane da caccia, non è mosso dalla cattiveria, ma dal dovere e dall’istinto. Questo rende la vicenda ancora più dolorosa, perché lo spettatore si trova di fronte a un conflitto senza veri colpevoli, ma in cui tutti sono vittime delle circostanze.

7) Toy Story 3

Credits: Disney+

Era il 1995 quando la Pixar ci portò per la prima volta nel mondo segreto dei giocattoli con Toy Story, un film rivoluzionario che non solo segnò la nascita dell’animazione in CGI, ma ridefinì anche il concetto di narrazione per il pubblico di tutte le età. Quindici anni dopo, nel 2010, arrivò Toy Story 3, l’ideale finale della trilogia che avrebbe chiuso la vicenda di Andy e dei suoi iconici giocattoli (secondo noi questa è la classifica definitiva di tutti i film di Toy Story).

Diretto da Lee Unkrich, il film si apre con una verità ineluttabile: il tempo passa, anche per i giocattoli.

Andy, il bambino che ha sempre giocato con Woody, Buzz e il resto della banda, sta per partire per il college. I suoi giochi si trovano quindi in una posizione delicata: saranno dimenticati in soffitta? Buttati via? Donati a qualcun altro? L’angoscia di essere lasciati indietro, il timore dell’oblio, si fanno immediatamente sentire, colpendo non solo i protagonisti, ma anche lo spettatore, che magari è cresciuto proprio insieme a loro.

Gli eventi prendono una svolta inaspettata quando, per errore, i giocattoli finiscono alla Sunnyside Daycare, un asilo che all’apparenza sembra un paradiso, ma che presto si rivela una prigione gestita dal carismatico e spietato Lotso, un orsacchiotto rosa dal profumo di fragola e dal cuore di pietra. La sua storia personale – un giocattolo abbandonato che ha trasformato il suo dolore in cinismo – è un’ulteriore dimostrazione della straordinaria capacità della Pixar di dare profondità psicologica anche e soprattutto ai suoi antagonisti.

Dopo la solita serie di rocambolesche avventure che mettono alla prova Woody, Buzz e tutti gli altri, arriva finalmente il momento di ritornare da Andy. Ed è qui che Toy Story gioca bellamente con le nostre emozioni, sapendo esattamente dove colpire. Nel finale del film Disney, infatti, Andy decide di donare i suoi giocattoli alla piccola Bonnie. Nel farlo, non si limita a sbarazzarsene: si prende il tempo di presentarli, di spiegare chi sono e perché sono speciali. E quando, con voce tremante, consegna Woody – il suo amico più caro – capiamo che sta chiudendo un capitolo della sua vita, ma nel modo più giusto.

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