8) Un Ponte per Terabithia
Che cosa è Terabithia se non la terra per eccellenza dell’immaginazione? Un luogo in cui sentirsi al sicuro, in cui poter sfuggire, anche solo per un’ora, dalle brutture del mondo reale. Dove sentirsi a casa, senza paura del giudizio degli altri o delle regole degli adulti. Per Jess e Leslie, Terabithia rappresenta tutto questo e anche il cuore della loro inaspettata amicizia.
Jess Aarons è un ragazzo introverso e talentuoso nel disegno, vive in una famiglia povera e non sembra riuscire a trovare il suo posto nel mondo. Leslie Burke, d’altro canto, è una ragazza creativa e piena di vita, nonché la sua unica e vera amica. Insieme, creano Terabithia, un regno immaginario nascosto nella foresta, dove possono essere i sovrani di un mondo tutto loro, lontano dalle difficoltà quotidiane. Terabithia diventa appunto il simbolo di un rifugio sicuro, ma anche un luogo dove i due bambini affrontano i loro timori e le loro sfide più grandi.
Terabithia diventa un luogo dove si possono combattere draghi e affrontare nemici immaginari, ma anche dove si devono fare i conti con i problemi reali: l’emarginazione sociale, la solitudine, la paura, e infine la perdita.
Proprio la morte diventa l’epicentro del film Disney nel finale. Jesse manca al solito appuntamento con Leslie, per andare al museo insieme alla sua insegnante di musica, l’unica persona adulta in grado di non trattarlo come un bambino. Ma quando fa ritorno a casa, tutto il suo mondo crolla di colpo. Nell’usare la corda per attraversare il fiume, come hanno sempre fatto, Leslie è precipitata ed è morta. La notizia colpisce Jess come un fulmine a ciel sereno, lasciandolo di nuovo profondamente solo. Tuttavia, è proprio attraverso questo dolore che il film riesce a comunicare il messaggio più potente. Crescere, purtroppo, significa anche affrontare la sofferenza e imparare a conviverci.
