Vai al contenuto
Home » Film

8 Personaggi del cinema che ci hanno commossi con la loro delicatezza

Ma prima di continuare con la lettura abbiamo entusiasmanti novità da condividere con te. A breve sarà disponibile Hall of Series Plus, il nostro servizio in abbonamento che ti permetterà di accedere a moltissimi contenuti esclusivi e in anteprima.

Inserisci il tuo indirizzo email e clicca su ‘Avvisami’ per essere notificato quando Plus sarà disponibile.

* campo obbligatorio

Delicatezza: [de-li-ca-téz-za] s.f. Qualità di ciò che non urta, non offende i sensi ma al contrario li blandisce, inducendo sensazioni gradevoli. Ecco cosa dice il dizionario della lingua italiana sulla delicatezza. Dice che è qualcosa che non urta ma, al contrario, restituisce delle sensazioni gradevoli. Insomma, qualcosa che ci fa stare bene, o qualcuno capace di farci star bene. Qualcuno come alcuni dei personaggi più cult del mondo del cinema, ad esempio. D’altronde, ne abbiamo visti a bizzeffe e la delicatezza è spesso stata una delle caratteristiche che più abbiamo ricercato in loro e che più, una volta trovate, ha soddisfatto il nostro cuore di pietra. Sono qualcosa di lontano da noi, perché loro conoscono una morbidezza e una tenerezza che noi spesso non sappiamo tirare fuori dal nostro corpo o che non possediamo. Vederla in loro e nelle storie di cui si sono resi protagonisti, come quella di Forrest Gump, ci ha portato a comprendere alcuni aspetti di questa caratteristica a cui spesso non prestiamo attenzione, ma che sono in realtà necessari. La delicatezza è necessaria, e questa è una lezione che ci hanno insegnato per bene alcuni dei personaggi del cinema che adesso vi elencheremo. Prendete carta e penna, e segnatevi questi nomi. La parola d’ordine per questo viaggio sarà delicatezza: promesso.

1) Forrest Gump

Forrest Gump racconta la vita di un uomo emarginato fin dalla propria infanzia, ma anche la storia di un uomo che sceglie di abbracciare qualsiasi sua debolezza, senza più averne paura. Non è un caso che il suo personaggio sia diventato uno dei simboli per eccellenza del cinema: al suo interno detiene delle fragilità e dei dettagli capaci di renderlo immenso e umano, proprio come piace a noi. Forrest Gump è infatti una favola moderna che insegna, attraverso l’utilizzo di mezzi mai banali, l’arte del non arrendersi, del farcela comunque. Detta così suona retorico, e lo sappiamo bene, ma la natura di questo personaggio, e di conseguenza di tutta la pellicola, segue esattamente questa scia così pura e ingenua. Ed è proprio attraverso questa natura che Forrest imparerà cosa significhi l’amore, cosa implichi crescere, e come affrontare le difficoltà. Anche se spaventato da tutto quel che alberga il mondo, Forrest non si è mai fermato, superando con la sola forza delle sue debolezze tutti gli ostacoli della sua esistenza. Alcune volte è caduto facendosi del male, ma non ha mai smesso di correre. E questo è stato fondamentale. E questo è fondamentale, sempre.

2) John Coffey

Sono stanco, capo. Sono stanco soprattutto del male che gli uomini fanno a tutti gli altri uomini. Stanco di tutto il dolore che io sento, ascolto nel mondo ogni giorno, ce n’è troppo per me.

Sono queste le parole che John Coffey utilizza per descrivere la sua tristezza, e le indirizza tutte nei confronti di un mondo che non ha mai perso tempo nel giudicarlo come colpevole sulla base di un dettaglio insulso. Perché Coffey non ha fatto nulla. Non è colpevole, non è il cattivo. Non è neanche un semplice innocente, è il buono della storia. Possiede dentro di sé una bontà che nessuno dei due poliziotti aveva mai visto in giro, e forse neanche noi. Il mondo del cinema ha per questo deciso di far suo questo personaggio letterario di King: era fondamentale renderlo concreto, restituirgli un volto capace di mostrare il riassunto di ogni ingiustizia. John Coffey non urla e non si arrabbia, si limita a parlare sottovoce, a volte perfino sussurrare. Lo fa perché ha imparato a nascondersi quanto possibile, per non farsi sentire da chi distorcerebbe il significato delle sue parole per mandarlo in rovina. Ma parlare a bassa voce purtroppo non è servito, perché Coffey è stato mandato in rovina comunque. Senza uno straccio di prova, è stato condannato alla sedia elettrica, ma non è stato giustiziato. Giustiziare significherebbe far giustizia, e questa non è mai stata fatta.

3) Paterson

Paterson racconta la mediocre vita di un autista di autobus che trova la propria fuga dalla realtà attraverso la poesia, e non solo quella che legge, ma anche quella che scrive e che vive. La delicatezza del suo personaggio risiede proprio nel suo riuscire a vedere poesia in ogni cosa, trasformando della polvere sul tappeto in un dettaglio che invecchia e restituisce identità alla stanza. Paterson è per questo uno dei personaggi cinematografici che più insegna quanto guardare le cose da un’altra prospettiva sia in realtà la chiave fondamentale per scovare in questi la delicatezza e la tenerezza. Paterson senza l’ausilio della poesia tirerebbe a campare, vedrebbe il futuro soltanto come lo scorrere del tempo. Ma con una penna e un quadernetto tutto cambia, facendogli vedere il futuro come la certezza che qualcosa di magnifico possa accadere, e non importa se non lo coinvolgerà in prima persona: potrà sentirlo in giro, per poi metterlo su carta. E a Paterson va bene così.

4) Andrew Martin

Andrew Martin è un robot, ma conosce qualcosa dell’umanità che molti di noi disconoscono ancora. E’ una macchina, ma sa bene cosa sia la fedeltà, la gentilezza, la generosità. E’ consapevole della dinamica del tempo, delle variazioni che questo comporta. Conosce il male e il bene, ed è anche cosciente degli effetti che questi hanno nella vita delle persone. La tenerezza dello stupore dei suoi occhi, il suo sguardo stupito che vede tutto per la prima volta, la naturalezza di chi fa del bene senza voler nulla in cambio, l’accortezza e la costanza: tutte queste sono solo alcune delle caratteristiche che rendono Andrew Martin uno dei personaggi più delicati del panorama cinematografico, e pensare al finale che gli è stato riservato, così umano e naturale, è soltanto la ciliegina sulla torta. Se avete voglia di una storia malinconica, fondamentale per la vostra cultura cinematografica, e piena di tenerezza, L’Uomo Bicentenario sarà di certo la scelta che fa per voi. Non ve ne pentirete, promesso.

5) Olive Hoover

Olive Hoover vuole essere una bella ragazza. Vuole quello che hanno in Tv: i capelli sempre in ordine e il trucco mai sbavato. Vuole la loro perfezione, e vuole affrontare il loro stesso percorso. Per questo decide di iscriversi a un concorso di bellezza americano: vuole stare dall’altra parte dello schermo, essere guardata e sentirsi dire che sì, lei è una bellissima bambina. Per riuscirci dovrà affrontare un viaggio in macchina con la sua sgangherata famiglia, e si sa: passare troppe ore in macchina a guardare il finestrino provoca troppi pensieri, e quelli di Olive sono tutti negativi. La paura prenderà il posto del coraggio, e i dubbi su quel si aspetta di essere una volta salita su quel palco e ciò che in realtà sarà si fanno sempre più forti. Prendere coscienza della sua bellezza imperfetta sarà il primo passo per Olive nel comprendere che non è importante cosa accadrà una volta che salirà su quel palco, ma quello che è accaduto fino al momento prima di arrivare lì. Chiunque lei sia, porterà con sé le sue moltitudini, e andranno bene tutte, anche se lei ha sempre pensato di no. La sua insicurezza diventa così il motore non solo della storia, ma anche della sua evoluzione. Olive scopre di poter essere qualsiasi cosa voglia se ci prova, anche una bella ragazza.

6) Carl Fredricksen

Carl Fredricksen ha perso una moglie, un’amante e una migliore amica. Ha perso colei con cui passava la vita, rimanendo di fatto da solo con un dolore che lo porta a distanziarsi da tutti. Il suo cuore, dopo la morte della moglie, è oramai svuotato, e ha fatto presto nel diventare cinico e scorbutico. Nessuno gli ha mai insegnato come affrontare una perdita così atroce, e ora che l’incubo è diventato realtà tutto appare troppo confuso. Carl è un personaggio d’animazione, ma è uno dei più fedeli alla realtà mai creati. Non ci è importato nulla dei palloncini che sollevavano la casa o della parte fantasy, quel che per noi ha sempre avuto il potere di conquistarci era Carl, un vecchietto non ancora pronto a dire addio alla moglie. Chiunque abbia amato After Life può prepararsi, tirar fuori i fazzoletti e piazzarsi di fronte la TV: Up è tutto quello che stavate aspettando.

7) JoJo Rabbit

Jojo è un bambino che crede di sapere tutto quello che serve su quel che sta accadendo in Germania e nel mondo. Pensa che chi li protegge faccia solo questo, ignorando quasi totalmente la natura crudele che esiste dietro tutto quello che sta accadendo nel paese. Gli basterà conoscere una ragazza che ha bisogno di un posto in cui nascondersi per comprendere che in realtà dietro a quel che sta accadendo c’è molto di più, e che l’umanità non è un aspetto della vita soggettivo, ma oggettivo. In certi casi non esiste alcuno scambio di opinioni, ma solo il peso concreto di una realtà oggettiva. Quel che accadeva di fronte a lui era, in questo senso, totalmente disumano e non lasciava spazio a nessuna opinione in contrasto con ciò. Con l’innocenza e lo sguardo di un bambino, JoJo impara così a capire che il mondo in cui abita nasconde più tristezza e malvagità che bellezza, ma che – al tempo stesso – accerchiarsi delle persone giuste è spesso il mezzo necessario per riuscire a rimanere integri.

8) ET – Telefono Casa

Come non concludere questo viaggio alla volta della delicatezza con ET – L’extraterrestre, il film che ha aperto le porte alla tenerezza, l’introspezione, gli aspetti personali e intimi dei personaggi dei film di Spielberg. Perché è proprio con questo film che l’acclamato regista mostra per la prima volta la sua intimità, raccontando nel dettaglio il rapporto tra un bambino e un alieno, mettendo così in luce quanto la diversità, nei fatti, non è qualcosa che limita ma che aggiunge valore nelle nostre vite. ET ha imparato dal suo rapporto con un umano, e un umano ha imparato dal suo rapporto con un alieno. Si sono scambiati i pregi e i difetti, e insieme hanno costruito un mondo all’altezza di quello che avevano creato stando insieme. Per questo ET rimane ancora oggi uno dei film a cui siamo tutti più legati: ha insegnato ad andare oltre, ha insegnato che non importa chi siamo, troveremo sempre un alleato con cui condividere l’esistenza, in qualsiasi modo questo sia fatto.

LEGGI ANCHE – La classifica dei 50 migliori film di tutti i tempi, secondo IMDb