Se il tuo animo è spietatamente cinico, fuori dalla giostra del delicato e normalissimo romanticismo, il giorno di San Valentino avrà per te la stessa importanza del giorno di Santo Stefano: un giorno utile per mangiare gli avanzi del giorno dopo. Di fronte a te, però, mille amori romantici e delicati prendono vita senza che tu riesca effettivamente a capirne l’origine, anche perché – inspiegabilmente – sono tutti felici. D’altronde, diciamocelo: siamo tutti cresciuti a pane&Titanic, e nessuno in quei momenti ci aveva predetto che l’amore non fosse solo mazzi di fiori, baci e sorprese romantiche. Forse un po’ Rose, non facendo spazio a Jack, aveva cercato di dirci che – una volta cresciuti – avremmo trovato quella persona in grado di farci affogare, ma noi eravamo troppo presi da quello struggente momento per accorgercene, e quindi eccoci qua: disillusi, privi di grandi speranze sentimentali. Non possiamo parlare molto di questo però perché riguarda la vita vera, e su quello non sono troppo ferrata. Però possiamo trovare un compromesso per affrontare questo argomento: il cinema, e tutti i suoi film sulla disillusione. Non esistono solo i finali felici, esistono anche quelli incompleti, quelli che dicono tutto anche senza l’ausilio della felicità, e tutto questo solo perché sono estremamente reali. E lo sappiamo com’è la realtà.
Questi che sto per consigliarvi sono otto film che di romantico non hanno nulla, ma conoscono una delicatezza che forse solo le cose incompiute possono vantare. D’altronde, come dice Ozpetek, gli amori impossibili sono quelli che non muoiono mai.
1) Lost In Translation
Lost In Translation ti insegna due cose: la prima, non importa quanto tempo tu abbia passato con quella persona senza che nulla accadesse. È comunque successo tutto. La seconda: un finale diverso non ti sarebbe mai davvero piaciuto. Perché Sofia Coppola ha dato vita a un film che non ha mai voluto affrontare alcun argomento romantico o relazionale. Non era questo il suo obiettivo. Il vero scopo di Lost In Translation è infilare una mano all’interno dell’essenza dei due protagonisti e rubargli da dentro tutto quello che hanno sempre covato, ma mai davvero messo a nudo. Conoscendosi riescono a conoscere anche ciò che sono sempre stati, quella parte che hanno sempre cercato di nascondere, di annullare. Il loro viaggio insieme, anche se non lo sapevano, aveva questo scopo. La frase finale che Bob sussurra a Charlotte rimarrà sempre uno dei misteri più grandi all’interno del mondo del cinema, ma il bello sta proprio lì: possiamo immaginarcela da noi, anche se si sono detti addio. Forse.
2) Her
Possiamo provare qualcosa per qualcuno che non abbiamo mai visto, ma solo sentito? Her dice di sì, ma solo a patto che sia devastante. Il connubio tra il dramma, la malinconia e l’insoddisfazione si rende protagonista di un film spesso lasciato da parte e dimenticato, ma che in realtà ha molto da insegnare non solo al cinema, ma anche a chi lo guarda. All’interno di questa pellicola ci sono tutti gli elementi da sempre ritenuti distruttivi nel mondo dei sentimenti, motivo per il quale potremmo definire Her un film provocatorio, reale, sincero. L’intento del regista sembra proprio essere quello di mettere a tacere qualsiasi preconcetto o pregiudizio sul mondo dei sentimenti solo per dimostrare che questi agiranno comunque, in qualsiasi situazione. Non è importante quale sia il contorno, non importa cosa avremo in ballo. I sentimenti vivranno comunque. Così come gli addii.
3) 500 Giorni insieme
Sai quando eri assolutamente certa/o che il problema non fossi tu, ma fosse lui/lei? Ecco: 500 Giorni Insieme è in film che tiene a precisare che, in qualsiasi maniera tu la ponga, qualsiasi favoletta tu scelga di raccontarti, il problema rimani tu. Rimani tu perché la persona di cui sei innamorato non ti ama semplicemente perché non prova quei sentimenti per te perché – udite, udite – non sei abbastanza per lei. Ci ha anche provato, davvero. Ma non ce la fa. Non sei l’amore per lei, e questo fa di te il problema della situazione. Senza di te questa situazione imbarazzante di rifiuto non si sarebbe creata, ognuno avrebbe continuato la propria strada. Ma tu invece hai dovuto rovinare tutto perché, come un fesso, ti sei innamorato. 500 Giorni Insieme racconta proprio questo, e lo fa con un finale estremamente drastico, malvagio, crudele. Sì. Ma necessario.
4) La Migliore Offerta
La Migliore Offerta è un film che fa della disillusione la sua protagonista principale. Tutto può essere simulato, anche l’amore. Questo è ciò che Giuseppe Tornatore, regista italiano di fama internazionale, racconta in uno dei suoi migliori film di sempre. L’arte e i sentimenti umani, in questo film, si fondono in unico passo a due in cui viene mostrato quanto, forse, in ogni cosa malvagia sia presente del bene, e quanto nel bene possa esserci del male. Sempre. Probabilmente le due cose non possono non camminare di pari passo, anche a costo di dar vita a una realtà perennemente influenzata da tutto ciò che distrugge ogni certezza che abbiamo con noi. Sicuramente La Migliore Offerta è uno dei film più pericolosi e distruttivi dell’intera lista, e per questo motivo – come nel caso di Her – risulta assolutamente necessario.
5) Eternal Sunshine of the Spotless Mind
Eternal Sunshine of the Spotless Mind è certamente uno dei migliori film cult dell’ultimo ventennio. La malinconia che traspare all’interno di questa pellicola mette in luce quella sensazione che non sappiamo mai spiegare, ma che percepiamo perfettamente. Stiamo parlando di quel che senti durante il momento in cui vivi un momento felice. In quei piccoli istanti di serenità noi percepiamo già la mancanza di ciò che stiamo vivendo. La malinconia è, purtroppo, a volte, la nemica della felicità, anche se si traveste di una delicatezza splendente, con l’aria da angelo. Eternal Sunshine of the Spotless Mind rimarrà sempre il film da vedere non solo per San Valentino, ma ogni volta che ce ne sarà bisogno. Ogni volta che avremo la necessità di vivere una storia mai ipocrita, e così tanto vicina a noi.
6) Love
Love di Gaspar Noe è certamente uno dei film più controversi non solo del regista, ma anche del cinema francese. Siamo di fronte a un film estremamente intenso, privo di alcun tipo di ipocrisia, sincero. La coppia protagonista non esiste più. Rimangono solo i ricordi e i rimpianti, quel che poteva essere fatto meglio e quello che poteva non essere fatto affatto. Con i due protagonisti entriamo all’interno di una storia che non si pone alcun limite, ma che anzi si fa sviscerare senza alcuna paura d’esser scoperta, nonostante tutte le sue debolezze. Love è un film in cui, paradossalmente, i protagonisti sono davvero a nudo solo quando sono soli, separati e lontani, quando gli tocca riavvolgere il nastro e far pace con i veri mostri che, abitando dentro di loro, di disintegrano poco a poco. No. Questo non è un film da vedere a San Valentino e, se ci tenete a non sprofondare, non guardatelo neanche il giorno dopo.
7) In The Mood For Love
Siamo di fronte a uno dei film che, nell’ultimo ventennio, ha espresso al meglio il concetto di tempismo, sofferenza, infinito. Perché, In The Mood For Love, è una pellicola che racconta la storia di due amanti che vivono la loro storia dentro un non detto e un non fatto che gli dà il permesso di fare e di dire, in realtà, tutto. Tacitamente i due protagonisti scappano e si ritrovano, e tutto questo – il più delle volte – senza mai rendersene davvero conto. La potenza di questa pellicola vive negli intervalli tra le parole, nei momenti di silenzio fatti solo di sguardi e di passi che se ne vanno. Il finale, anch’esso disilluso, si dimostra coerentemente carico di un’intensità impercettibile agli occhi, ma più che ovvia ai sensi. Se volete una storia dove il tempismo fa la sua parte, questa non è la storia che fa per voi. Ma se cercate una storia che finisca senza mai finire davvero, questa è la scelta giusta.
8) Gone Girl
Con Gone Girl, regina di David Fincher, ci spostiamo in un genere non ancora esplorato in questa lista. In questo caso siamo di fronte alla storia di una coppia che, di base, vorrebbe non vedersi mai più. L’ossessione, l’amore malsano, l’intolleranza, il senso del limite totalmente disintegrato: tutto questo è Gone Girl. La pellicola non è altro che un lungo monologo portato avanti dal cinismo, dalla miseria che abbiamo dentro di noi, dal marcio di cui ricopriamo i nostri rapporti ogni volta qualvolta che li forziamo, ogni qualvolta che li riempiamo di buio e oscurità. In modo ovviamente estremo e fuori dalle righe, Fincher cerca di raccontare cosa possiamo arrivare a fare quando l’incomunicabilità diventa la nostra unica certezza.
“Quando penso a mia moglie penso sempre alla sua testa. Immagino di aprirle quel cranio perfetto e srotolarle il cervello, in cerca di risposte alle domande principali di ogni matrimonio: a cosa pensi? Come ti senti? Che cosa ci siamo fatti?”