Da settimane non si parla d’altro: Barbie è senza ombra di dubbio tra i film più attesi e discussi dell’anno. E probabilmente sarà quello con il maggior numero di incassi del 2023. In grado di dare nuova linfa alla sala cinematografica, portando spettatori nel templio del cinema per eccellenza in uno dei mesi più difficili dell’anno, tra il caldo e le agognate vacanze. In aggiunta, Barbie ha poi riportato l’attenzione del grande pubblico verso la sua regista, produttrice esecutiva e co-sceneggiatrice Greta Gerwig. Con una carriera attiva da oltre vent’anni nel mondo del cinema, Greta Gerwig si è da sempre distinta per i diversi ruoli ricoperti nel settore, sin da giovanissima. Attrice, sceneggiatrice e regista, sono molte le produzioni audiovisive a cui ha preso parte. Partendo con varie collaborazioni in differenti vesti assieme a Joe Swanberg (LOL, Hannah Takes the Stairs, Nights and Weekends), Greta ha iniziato a ottenere notorietà e riconoscimento nel panorama cinematografico indipendente, implementando la sua figura, a partire dal 2010, con i lavori al fianco del compagno Noah Baumbach, anch’esso regista e sceneggiatore statunitense. A partire dal ruolo da co-protagonista in Greenberg (2010), i due hanno dato avvio a una fruttuosa collaborazione alchemica (Frances Ha, Mistress America, The Meyerowitz Stories, White Noise), che ha condotto persino alla co-sceneggiatura per i già citato Barbie.
Non solo attrice e sceneggiatrice, nel 2017 Greta Gerwig ha fatto anche il suo atteso debutto alla regia da solista, con il coming-of-age Lady Bird.
Artista e personalità poliedrica, negli ultimi anni Greta Gerwig ha dato anima a storie e personaggi incisivi e caratteristici, che tendono a partire dalle sue esperienze personali. Nonostante abbia all’attivo un numero ancora ristretto di produzioni dirette, il suo curriculum è già ricco di successi. Una carriera promettente e in ascesa, da cui non si può che auspicare il meglio per il panorama cinematografico contemporaneo. Con l’occasione, di seguito riportiamo la classifica dei migliori film diretti da Greta Gerwig, nell’attesa di osservare la scalata di una delle figure più promettenti del contesto attuale.
4) Nights and Weekends (2008)
Nights and Weekends è un film statunitense del 2008, co-diretto, co-sceneggiato, co-prodotto, e co-interpretato da Greta Gerwig e Joe Swanberg. La pellicola è tra le più caratteristiche del movimento cinematografico indipendente americano Mumblecore, di cui Swanberg è esponente, lanciando in un certo senso la carriera di Gerwig, essa stessa volto chiave per il medesimo periodo artistico. La corrente si caratterizza solitamente per produzioni dal budget estremamente ridotto, scene prevalentemente improvvisate, attori non professionisti e per il focus attorno a rapporti personali fra personaggi trentenni. La collaborazione tra Gerwig e Swanberg ha originato alcuni dei film più emblematici del movimento. Nel caso di Nights and Weekends, a cui Greta Gerwig partecipa anche in veste di co-direttrice (al suo debutto alla regia), la storia vede il duo interpretare i protagonisti James e Mattie, raccontando la relazione a distanza tra i due. Le tensioni che si creano nei chilometri che separano New York e Chicago caratterizzano il loro rapporto, rendendo gli incontri, le mattinate e i fine settimana un continuo ricordo delle difficoltà vissute, piuttosto che un omaggio al piacere del tempo trascorso assieme. Nel corso dell’anno di vita raccontato, Nights and Weekends offre una rappresentazione realistica, semplice e naturale di una relazione, con i suoi ostacoli insormontabili e le inconciliabili realtà. E, forse, proprio per questo, il rapporto frastagliato non è destinato a durare a lungo. Ma il pretesto della narrazione, offre un film che, nelle sue modeste dimensioni, racconta uno spaccato autentico, senza pretese e umano, nel pieno senso della parola.
3) Piccole Donne (2019)
Quella di Piccole Donne è una storia che è stata raccontata più e più volte, con diversi formati e interpretazioni. Uno dei più recenti adattamenti del romanzo del 1868 di Louisa May Alcott è proprio la produzione cinematografica diretta e sceneggiata da Greta Gerwig nel 2019, quale settima trasposizione audiovisiva della storia. In questo caso, la ricostruzione delle celebri avventure delle sorelle March, Jo (Saoirse Ronan), Amy (Florence Pugh), Meg (Emma Watson), Beth (Eliza Scanlen) e della matriarca Marmee (Laura Dern), propone un coming-of-age in costume al femminile. Pur col flashback alle vicende del 1861, nel 1868, con la sventurata circostanza della malattia della sorella minore Beth, le donne della famiglia March si riuniscono nuovamente, dovendo fare i conti col tempo trascorso e, soprattutto, con la carriera da scrittrice della protagonista Jo, che fatica a farsi strada in una New York dominata dalla penna maschile. L’adattamento cinematografico di Piccole Donne di Greta Gerwig ha un’imponente attenzione al dettaglio, restituendo un film che fonde passato e presente. La storia della ricerca dell’amore e dell’identità delle quattro sorelle March integra tematiche odierne connesse al femminismo, all’emancipazione e all’uguaglianza, allontanandosi dagli standard lineari legati alla narrazione più tradizionale. Pur essendo un racconto ripreso in svariate modalità, il film di Greta Gerwig trova la sua energia, potenziandosi grazie al lavoro sopraffino di un cast che conta anche la presenza di, tra gli altri, Meryl Streep, Timothée Chalamet, Louis Garrel e Bob Odenkirk.
2) Lady Bird (2017)
Non solo Piccole Donne: Saoirse Ronan e Timothée Chalamet hanno preso parte anche al primo film diretto interamente da Greta Gerwig. Volti chiave della sua attuale cinematografia, i due giovani interpreti hanno animato sia la prima che la seconda produzione della regista statunitense. Infatti, nel 2017 Gerwig fa il suo debutto alla regia solista con l’acclamato Lady Bird, un coming-of-age a metà strada tra dramma e commedia. Ambientato all’inizio degli Anni Duemila, la storia ha al centro Saoirse Ronan nei panni della tormentata protagonista Christine McPherson, studentessa all’ultimo anno di un liceo cattolico nella periferia di Sacramento. Facendosi chiamare Lady Bird, Christine sogna la libertà lontana dalla città natale e da casa, dove vive con i genitori, il fratello maggiore adottato e la sua ragazza. Non si sente realizzata e sogna di poter scappare via ed esser ammessa nell’università della East Coast. La realtà insoddisfacente di Lady Bird è annichilita ancora di più dal duro rapporto con la madre Marion, che le rinfaccia d’esser egoista, ingrata e disinteressata alle difficoltà del nucleo familiare. Dalle premesse, ha avvio il viaggio di scoperta e affermazione di Christine. Tra ribellione adolescenziale e brama di avventura, di fuga, di opportunità, di sensazioni nuove, la protagonista fa nuove esperienze e conoscenze, dentro e fuori la gabbia dorata della periferia. La ricerca di identità di Lady Bird è catartica, divenendo un titolo di culto nel calderone dei coming-of-age. Infatti, il debutto alla regia di Greta Gerwig è stato acclamato da critica e pubblico, ricevendo ben cinque nomination agli Oscar dello stesso anno.
1) Barbie (2023)
Pur esplicitandolo meno, anche in Barbie Greta Gerwig è in grado di porre premesse ed elementi autobiografici, tratti dalle proprie esperienze personali, per lo più animati dalla performance di America Ferrera. Perchè Barbie parla di molte cose, in modo più o meno schietto. Tra le varie, il film è anche un mosaico della condizione femminile, odierna e passata. Un omaggio all’esser donna e non solo. Tra i film più discussi, attesi, acclamati e visti di quest’anno, Barbie è senza dubbio già un titolo di culto. Co-sceneggiato e co-prodotto da Gerwig assieme al marito Noah Baumbach, il live-action del franchise della storica bambola della Mattel vede protagonisti gli interpreti Margot Robbie, nei panni della più stereotipata Barbie, e Ryan Gosling, che anima un Ken qualunque. Con un continuo gioco di contrasti tra la colorata e fittizia Barbieland e il grigio Mondo Reale, il viaggio di riscoperta e crisi del celebre giocattolo origina un racconto eccentrico, grottesco e satirico. Prendendo forza dalla cura per il dettaglio e da un grande senso critico e d’affetto per lo storico oggetto di culto, il film è una commedia pura che si arricchisce di un folto cast d’eccezione: Will Farrell, America Ferrera, Kate McKinnon, Michael Cera, Issa Rae, Alexandra Shipp, Emma Mackey, Lucy Boynton, Dua Lipa, John Cena, Simu Liu, Kingsley Ben-Adir, Ncuti Gatwa e molti altri. La scalata di Barbie è solo al principio: disponibile nelle sale italiane dal 20 luglio, il film sta già registrando numeri da record, imponendosi tra le altre produzioni dell’anno e destinato a essere un titolo di cui si parlerà a lungo. E non solo per l’ingente campagna comunicativa a esso dedicata o per l’iconico fenomeno virale Barbenheimer.