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Le 5 migliori interpretazioni di Heath Ledger

Sono passati quindici anni, eppure non ci siamo ancora ripresi dalla tragica e prematura scomparsa di uno dei più grandi attori della sua generazione. Heath Ledger ha avuto una grande carriera e non c’è dubbio che avrebbe continuato a creare personaggi memorabili se non ci avesse lasciati così all’improvviso. Aveva un carisma eccezionale e una capacità trasformistica impressionante, tanto che poteva interpretare un rubacuori con la stessa naturalezza con cui vestiva i panni di un introverso cowboy o del villain dei villain. Spaziò in numerosi generi, lavorò con registi e colleghi di prim’ordine e, nel suo documentario (I Am Heath Ledger), ci viene mostrato che la sua perdita era anche e soprattutto umana. Ad esempio Matt Damon, che ha recitato con lui ne I fratelli Grimm e l’incantevole strega, l’ha definito “il miglior attore con cui abbia mai lavorato”, tatuandosi il suo stesso disegno per avere qualcosa di lui sempre con sé; Jake Gyllenhaal, oltre a ribadire quanto prendesse sul serio il suo lavoro, parla della loro relazione come “basata su un profondo amore”.

Il suo impatto nel cinema va oltre i (pochi) premi vinti (un Oscar, un Globe, un BAFTA e uno Screen Actors, tutti per Il cavaliere oscuro) e oggi vogliamo anche noi rendere omaggio a una stella che si è spenta troppo presto. Abbiamo scelto le sue 5 migliori interpretazioni e troverete più di una sorpresa. Perché qui si valuta la qualità, che non sempre corrisponde alla notorietà del ruolo.

È venuto il momento, dunque, di immergerci nel mondo cinematografico del compianto Heath Ledger.

1) Joker (Il cavaliere oscuro)

Heath Ledger

Inevitabile iniziare da quella che la maggior parte dei fan considera la miglior interpretazione del Joker di sempre, che è valsa a Heath Ledger un meritatissimo Oscar (e Globe) postumo.

Completamente fuori controllo, intento a diffondere il caos, svelare l’ipocrisia del mondo e la crudeltà dell’essere umano, è un sociopatico lucidamente pazzo, dalla mente brillante, e che in quella follia nasconde tantissime verità. Si rabbrividisce di fronte alla sua risata e al solo pensiero che le sue analisi della nostra realtà siano così vere. Sa esattamente dove colpire Batman per farlo crollare, dimostrando nella memorabile scena dell’interrogatorio ne Il cavaliere oscuro che il nemico più grande non è colui che odia l’eroe, ma che lo stima. Perché lo completa. L’attore rende il Joker più di un villain fumettistico, trasformandolo in una minaccia tangibile grazie alla voce, l’imprevedibilità, i sorrisi, il tic alla bocca ripreso da Charles Manson e il modo di camminare. Al tempo Christian Bale raccontò non solo di come Ledger lo incitasse a colpirlo, ma anche che:

“Questa cosa dell’entrare totalmente nel personaggio può sembrare stupida, ma lui sa come usarla. Finché era sul set e non si toglieva trucco e costume, lui continuava ad essere il Joker”.

Del resto, il suo grande impatto ne Il cavaliere oscuro (disponibile su Netflix, Sky e Now) si nota anche nel minutaggio: è apparso solamente per 33 minuti sulle due ore e mezza di film. E chissà che cosa avrebbe potuto fare nel terzo se il destino non si fosse messo nel mezzo.

2) Ennis del Mar (I segreti di Brokeback Mountain)

Heath Ledger si guadagnò la prima nomination agli Oscar (e ai Globe) grazie al suo struggente ruolo ne I segreti di Brokeback Mountain, battuto quell’anno dall’altrettanto meritevole Philip Seymour-Hoffman.

E pensare che Ang Lee non era sicuro di aver fatto la scelta giusta ed era pure scettico nel permettergli di guardare il monitor dopo le riprese (l’unico a cui l’abbia però concesso), temendo di renderlo eccessivamente consapevole di sé. Invece, Ledger usò questa cosa per rendere la sua performance migliore nelle riprese successive. Attraverso la sua interpretazione di Ennis, cattura perfettamente un uomo che vive un’esistenza di quieta disperazione; la sensibilità, la rabbia, la confusione e lo sconforto del suo personaggio; la complessità, il disprezzo e l’emotività di qualcuno chiuso tra due mondi, che lotta per esprimere – e invece reprime – anni di lotte interiori. Emotivamente crudo e controllato, Ledger fa suo questo personaggio e gli dona un penetrante senso di fragilità e profondità.

Le sue emozioni interiori si rivelano nelle sottili oscillazioni degli occhi, nel piccolo movimento delle sue labbra o nell’abbassamento/alzamento della sua testa. In fondo, I segreti di Brokeback Mountain (su Mubi e Nexo Plus) viene raccontato attraverso il non detto di Ledger. Ed ecco perché le esplosioni dei sentimenti di Ennis sono ancora più efficaci, perché quel bacio è così disperatamente passionale, perché quella battuta finale e quelle lacrime sono così emotivamente potenti.

3) Sonny Grotowski (Monster’s Ball – L’ombra della vita)

Heath Ledger

È grazie alla sua sottile e viscerale performance in Monster’s Ball (a noleggio su Prime e Apple) se l’attore australiano venne preso in considerazione per I segreti di Brokeback Mountain. Interpreta la giovane guardia carceraria Sonny, chiusa in un rapporto malsano col padre, un ufficiale penitenziario pieno di pregiudizi che non mostra un briciolo di amore al figlio. Quest’ultimo, però, riesce a trovarlo altrove, in quelle persone disprezzate dal genitore: in una prostituta, in un condannato a morte, in due ragazzi di colore.

Ledger ha l’incredibile capacità di comunicare così tanto mentre dice così poco, lasciando che siano la sua fisicità e i suoi gesti a parlare. Basta uno sguardo negli occhi cadenti di Sonny ed è chiaro come la luce stia piano piano scomparendo. È uno di quei ritratti onesti e brutali dal quale, però, è impossibile distogliere lo sguardo, perché speriamo che possa trovare una via d’uscita. Invano. E la straziante resa dei conti finale rimane una delle sue migliori scene, interpretata con un’intensità tale che molti veterani di Hollywood non hanno mai raggiunto. Quella pistola in mano, mentre il padre ammette che lo odia, e quel “Beh, è un peccato. Perché ti ho sempre amato” sono scolpiti per sempre nel nostro cuore.

Come ne Il cavaliere oscuro, non ha molto minutaggio. Eppure l’impronta di Heath Ledger si sente per tutto il film, dimostrando che non è solo un bel faccino da commedia adolescenziale.

4) Skip Engblom (Lords of Dogtown)

Sconosciuto ai più, Lords of Dogtown racconta della prima evoluzione dello skateboard nel sud della California. Heath Ledger interpreta Skip Engblom, surfista e mentore di alcuni giovani ragazzi che rivoluzionarono quel nascente sport. Ancora una volta, veste i panni di un personaggio secondario che, con il suo talento, innalza il livello generale del film, prendendosi meritatamente la scena. Molti, infatti, sottolinearono quanto maniacale fosse la sua interpretazione, poiché riuscì a ricalcare perfettamente la voce e le movenze del vero Skip, dimostrando nuovamente le sue grandi capacità trasformistiche, sia fisiche che emotive. Così veniva descritta su LA Weekley:

“È quasi inquietante il modo preciso in cui ha inchiodato non solo i gesti, la cadenza e la presenza fisica di Skip, ma anche il suo spirito.”

Incapsulando totalmente questo eccentrico personaggio in sé, vediamo la sua libertà e voglia di ribellione, tipiche della cultura surfista. Skip è un uomo manipolatore, spavaldo e a tratti egoista; eppure è quasi impossibile non provare un senso di pietà nei suoi confronti, soprattutto nella scena finale dov’è solo, impiegato nel negozio che possedeva, messo da parte mentre beve birra e canta Maggie May di Rod Stewart, ormai senza più niente da perdere. E forse la pensava così anche Heath Ledger quando accettò la parte; invece ha dimostrato al mondo e a sé stesso che non era un fuoco di paglia, ma un attore di prima fascia.

5) Dan (Paradiso + Inferno)

Paradiso + Inferno è uno dei film più sottovalutati della sua carriera. Ed è un peccato che, fuori dall’Australia, non sia così conosciuto (introvabile in streaming), perché il lavoro che fa Ledger è sublime, perfetto in ogni minimo particolare. L’opera è uno crudo e drammatico studio sulla tragedia della dipendenza, incentrato su una giovane coppia – Dan e Candy – che rimane affascinata dall’eroina. Nei panni di Dan, l’attore mette in scena la sua capacità di raccontare il dolore con sottigliezza, con una performance avvincente e a tratti insopportabile da guardare. Sarebbe facile per un tema del genere cadere nel cupo e nel deprimente, ma l’interpretazione di Ledger è così umana da far ridere il pubblico in una scena e piangere in quella successiva. È spaventosamente realistica, mentre si inoltra nell’oscurità distruttiva dell’eroina e trascina con sé Candy, eppure emerge una certa dolcezza in Dan, senza mai giudicarlo o scendere nel pietismo.

Comportandosi in maniera opposta all’Ennis de I segreti di Brokeback Mountain, mostra la doppia faccia della dipendenza: quella dell’estasi e quella della disperazione. Già, perché Dan non sopporta di portare Candy a fondo con sé, lasciando ancora una volta che siano i suoi occhi a rivelarcelo. Alla fine, i due non possono più essere quelli di un tempo e la prestazione all-in dell’attore ce lo dimostra pienamente.

E dopo la morte di Heath Ledger, questa performance è diventata ancora più potente, ancor più dolorosa.

Come avevamo annunciato nell’introduzione, la nostra scelta è caduta sulle performance migliori dell’attore de Il cavaliere oscuro, che non necessariamente sono le più famose. Ma almeno alcune devono essere menzionate. Ledger, infatti, si è presentato al mondo interpretando senza superficialità, banalità o troppa spensieratezza il rubacuori Patrick Verona in 10 cose che odio di te, donando a lui una cruda tenerezza e a noi l’indimenticabile scena di Can’t Take My Eyes off You. Fu memorabile anche in Io sono qui dove, in un ruolo complesso e in cui si ricorda principalmente l’interpretazione di Cate Blanchett, incarnò le parti meno nobili e più distruttive di Bob Dylan: quelle di un uomo che osserva il suo matrimonio finire, non riuscendo però ad accettarlo. Heath Ledger era versatilissimo, come dimostra la sua presenza in film storici non memorabili, ma che grazie a lui non cadono nel dimenticatoio, come Il destino di un cavaliere. Difficile colmare il vuoto che ci ha lasciato. Mentre aspettiamo le vostre opinioni, non ci resta che ringraziare chi non è vissuto abbastanza per essere un cattivo, ma si è comunque trasformato in leggenda.