Nel vasto mondo dell’intrattenimento seriale, l’arte del rewatch ha assunto una posizione rilevante, diventando una pratica comune tra gli appassionati di serie tv e non solo. Mentre i fan spesso ritornano ai loro show preferiti per immergersi nuovamente nelle trame avvincenti e nei personaggi indimenticabili (spesso per ripassare serie che escono a distanza di anni), il fenomeno assume contorni diversi quando si tratta di film.
Le serie tv, con la loro capacità di rapire la nostra attenzione attraverso trame intriganti e la facilità di accesso tramite la televisione o le piattaforme di streaming, diventano spesso una costante nella nostra vita quotidiana. Ci troviamo a imbatterci in episodi già visti mentre facciamo zapping, e ci lasciamo coinvolgere dal loro ritmo continuo. Questa familiarità le trasforma in un rifugio sicuro, una sorta di comfort televisivo che ci accoglie senza richiedere uno sforzo particolare da parte nostra. La pratica del rewatch delle serie tv ha radici profonde nella natura umana, quella di cercare comfort e familiarità. La ripetizione di episodi noti offre un rifugio, un luogo emotivo dove gli spettatori possono riscoprire le emozioni già vissute. Questa abitudine può essere paragonata a sfogliare le pagine di un libro amato o ascoltare una canzone preferita: è un atto di riconnessione con esperienze passate, un modo per ritrovare le emozioni e le sensazioni che ci hanno affascinato inizialmente.
Un impegno temporale notevole e il rewatch
Quando la noia o la stanchezza si fa sentire dopo una giornata intensa, le serie tv diventano spesso la nostra scelta di intrattenimento. Sono leggere, spesso comiche o drammatiche nel giusto equilibrio, e ci offrono una sosta dalla realtà quotidiana senza richiedere un impegno mentale eccessivo (ovviamente esistono le eccezioni). La loro presenza costante nelle nostre vite le rende una scelta naturale quando cerchiamo una fuga momentanea dalla monotonia.
D’altra parte, il processo di selezione di un film implica una decisione più ponderata e attiva. Quando scegliamo di riguardare un film, stiamo effettivamente cercando un’esperienza più intensa. Ci impegniamo nella ricerca di nuovi dettagli, nell’analisi delle trame e nell’apprezzamento della cinematografia. Può accadere anche con una serie tv, ma la differenza con queste è che tendenzialmente scorrono in modo continuo, ce le ritroviamo in tv, mentre il più delle volte il film richiede una scelta consapevole e un investimento temporale più significativo, a maggior ragione se abbiamo già visto la pellicola. Mentre le serie tv sono progettate per adattarsi a visioni multiple, i film sono spesso strutturati per offrire un’esperienza cinematografica potente in un’unica seduta. La resistenza a rivedere un film potrebbe derivare dalla paura di perdere l’effetto sorpresa o di ridurre l’impatto emotivo della storia. La peculiarità del cinema risiede nel suo potere di colpire immediatamente e intensamente, e questa immediatezza potrebbe perdere forza con il rewatch.
L’arte del rewacht: scoprire nuove prospettive nei film
Riguardare un film ci offre l’opportunità di esplorare nuove prospettive e dettagli che potrebbero esserci sfuggiti durante la prima visione. Questo atto è intrinsecamente legato al desiderio di approfondire la nostra comprensione e di apprezzare gli elementi che forse abbiamo trascurato inizialmente. È un atto di studio attivo, in cui ci immergiamo consapevolmente nell’opera cinematografica per scoprire strati più profondi e significati nascosti.
Le serie tv prosperano sulla convenienza della loro presenza ininterrotta nelle nostre vite. Sono la scelta ideale quando cerchiamo un modo rapido e facile per rompere la monotonia. D’altra parte, i film richiedono un impegno diverso e talvolta più specifico. La scelta di fare un rewatch di un film è un atto di volontà, un segno che siamo disposti a dedicare tempo ed energia mentale per esplorare un’opera cinematografica in modo più profondo. La differenza più profonda è proprio quel divario “statistico” tra la passività delle serie tv e l’attività richiesta dai film. Un esempio tangibile si può trovare nelle opere di registi iconici come Christopher Nolan. Film come Inception o Interstellar non solo intrattengono visivamente, ma sfidano gli spettatori con trame complesse e concetti astratti. Questi due film, per essere compresi a fondo, hanno bisogno di più visioni e sempre totalmente attive. Affrontare queste pellicole richiede uno sforzo cognitivo, poiché lo spettatore è chiamato a comprendere stratificati livelli di narrazione e a riflettere su temi filosofici e contorti. Non accade con le serie tv? Certo che sì, ma statisticamente quanto è più probabile trovare in ambito non professionale le condizioni adatte per il rewatch di un’intera serie tv?
La profondità storica dei film rispetto alle serie tv
Molto banalmente, la cultura televisiva ha acquisito una prospettiva più profonda e analitica in tempi decisamente più recenti rispetto alla cultura cinematografica, questo perché il metodo di fruizione stesso richiede uno “sforzo”, perfino fisico, meno importante per tradizione (“andiamo” al cinema, mentre la serie tv è quella che parte dalla comoda tv di casa). Pensiamo a pellicole come Il Padrino di Francis Ford Coppola, un film che non solo ha rivoluzionato il genere dei gangster ma ha anche influito sulla narrativa cinematografica nel suo complesso. La densità delle emozioni, la profondità dei personaggi e la maestria della regia fanno sì che i film come Il Padrino siano considerati opere d’arte e siano intrinsecamente legati alla storia del cinema. E spesso scegliamo di fare un rewatch anche solo per capirla, quella tanto nominata “storia del cinema”, un’arte che gode di una certa “anzianità didattica”.
Pensiamo anche solo a quel momento in cui siamo alla ricerca di un film da rivedere, che alla fine non scegliamo, perché non abbiamo voglia di impegnarci troppo e quindi decidiamo di far partire la solita serie che mettiamo in background mentre facciamo altro e che potrà avere il suo importante ventaglio didattico, ma che a differenza del film offre anche la possibilità di essere “usata” come compagnia in casa. E questo, paradossalmente, è tutt’altro che uno svantaggio rispetto al cinema.
Il film genererà sempre una percezione di autorità alla quale decidiamo di aderire solo quando ne siamo realmente convinti, e quel play avrà sempre un significato diverso da quello che diamo alle serie tv.