Everyone has got a secret side
A winding path up to a door that’s open wide
You think you know me but I’m changin’ all the time’
‘Cause if I wanna be sweet
If I wanna be wild
If I wanna cry like a child
If I pick up the world in the palm of my hand
I guess that’s just who I am
Correva l’anno 2006. E per la prima volta in assoluto Nickelodeon trasmetteva il film d’animazione Il Diario di Barbie. Basta un nome, il testo della colonna sonora e subito riecheggia nella mente la voce di Barbie, nient’altro che un’adolescente come tante, per la prima volta protagonista di un film ambientato nei tempi moderni, con problemi, situazioni e risvolti tipici di una qualsiasi commedia teen. Un tuffo nel passato. Ed eccoci, davanti alla tv, a cantare la canzone d’apertura e immaginare che un giorno anche noi avremmo vissuto quelle incredibili esperienze liceali.
Il Diario di Barbie fu una vera novità all’epoca, sia per l’animazione 3D sia per l’ambientazione e il realismo della storia: la magia in questo cartone è quasi del tutto assente, mentre la trama ricorda un po’ quella di Mean Girls (decisamente edulcorata). Non so quanti ricordino la storia di questo film d’animazione di Nickelodeon, l’ottavo targato Barbie, e che magari ha fatto storce il naso a diversi bambini perché usciva fuori dagli schemi, ma che – a chi gli abbia dato una possibilità – ha saputo trasmettere tanto.
Ambientato proprio nel 2006, Barbie non è altro che una ragazza studiosa e diligente, con una passione per il giornalismo e per la musica. Le sue giornate trascorrono nel garage insieme alle sue amiche di sempre, Courtney e Tea, e all’amico Kevin, da sempre innamorato di lei. L’inizio del nuovo anno di liceo rappresenta per tutti l’inizio di una nuova avventura, soprattutto per Barbie che vorrebbe dare una scossa alla sua vita sociale diventando conduttrice del tg della scuola ed entrare nel gruppo dei ragazzi In, i più popolari. Ma dopo appena qualche settimana si rende conto che le cose non sono poi tanto diverse dal solito: continua a essere timida e impacciata, troppo responsabile per correre dei rischi e continuamente presa in giro da Rachel (la tipica ape regina dei licei americani, che ovviamente non poteva mancare).
Dopo una delusione amorosa, la sua vita sembrerebbe subire una brusca inversione quando una commessa del centro commerciale, Stephanie, le regala un misterioso bracciale con annesso diario segreto. Quando la protagonista inizia a scrivere su questo diario, scopre che ha il potere di avverare i suoi desideri. In realtà, mettendo i suoi pensieri su carta, Barbie prende maggior consapevolezza di chi vuole essere e di cosa vorrebbe ottenere e di conseguenza acquista maggiore fiducia in se stessa.
Ma come spesso accade, in questo cambiamento, finisce per perdere di vista le cose più importanti.
Questo film d’animazione di Nickelodeon forse non è tra i più famosi dei numerosi film di Barbie, eppure fin da piccola l’ho trovato divertente e formativo.
Barbie in questo cartone non è perfetta, non è popolare e, anzi, per raggiungere la popolarità tanto desiderata ferisce le sue amiche e continua a dare per scontate tutte le attenzione di Kevin. La protagonista non è altro che una ragazza normale, che viene delusa dalla sua cotta, che viene presa in giro e che deve fare i conti con le conseguenze delle proprie azioni, soprattutto quando si cerca di avere il piede in due staffe senza pensare agli altri. Ma non è da biasimare: Barbie vorrebbe solo dare una svolta alla sua vita, prendere in mano le redini della sua vita scolastica e dimostrare agli altri chi è veramente. Il problema è che, come tante adolescenti e non solo, non lo sa neanche lei chi è davvero.
Insomma, la grande innovazione è che Il Diario di Barbie porta sulla scena una Barbie umana e una storia nella quale tutti possano immedesimarsi e trarre un insegnamento.
“L’unica verità è: non importa cosa le persone in dicano, pensino o faccia. Non importa quante persone sanno chi sei, quel che importa è che tu sappia chi sei e che non cambi.”
E così alla fine la protagonista capisce che non esiste una nuova Barbie o una vecchia Barbie, si tratta sempre di lei. Una persona con molte sfaccettature e che ha ambizioni e desideri, ma che è anche responsabile e che ha cura delle persone che ha accanto.
Il mio consiglio quindi, per tutti quelli che sono rimasti perplessi quando questo film è uscito nel 2006, è di dargli una seconda possibilità anche adesso che siete cresciuti. Il Diario di Barbie saprà sorprendervi, intrattenervi e scoprirete una storia molto più matura di quanto non vi ricordiate. E poi, la colonna sonora è un vero tuffo nei primi anni 2000: perfetto per tutti i nostalgici!