Poche cose affascinano noi cinefili come un film che recita la scritta “tratto da una storia vera”. Lasciarci trasportare in epoche a noi lontane e scoprirne luoghi, persone ed eventi aggiunge un qualcosa di magico alle pellicole. Ed è intrigante approfondire elementi che, altrimenti, sarebbero rimasti a noi sconosciuti, come l’Antica Roma de Il Gladiatore. Non c’è periodo storico che non abbia un suo film, affrontato sia attraverso un evento fondamentale di quel periodo che tramite un personaggio che ha avuto un ruolo primario in quegli anni. Certo, lo sappiamo che non dobbiamo prendere per vero tutto quello che vediamo al cinema. Del resto, esso è una mera rappresentazione piena di licenze artistiche, spesso romanzata e solo ispirata a tali fatti (basti pensare a Il Gladiatore). D’altronde, se vogliamo vedere qualcosa di storicamente accurato, ci sono i documentari.
Però, vogliamo comunque andare a scoprire quali sono le inesattezze storiche di film che, nonostante questo, sono belli lo stesso. Cercheremo di spaziare nella storia e nei generi, di prendere in considerazione opere valutate molto positivamente da pubblico e critica e di escludere, nei limiti del possibile, quelle tratte da altre fonti (ad esempio, 300 è preso dall’omonimo fumetto) e quelle che volutamente cambiano la storia, come le ucronie di Quentin Tarantino alla Bastardi senza gloria.
Dunque, non ci resta che andare a vedere 10 esempi di film storicamente inaccurati ma belli. A cominciare da Il Gladiatore.
1) Il Gladiatore
Il Gladiatore è un dramma storico epico, bellissimo, con uno dei monologhi più emozionanti, coinvolgenti e imprevedibili di sempre e dalla potenza inaudita. Ma – ed è un po’ una costante nei film di Ridley Scott; basti pensare anche a Kingdom of Heaven o alle critiche che sta ricevendo Napoleon – pecca dal punto di vista storico.
Innanzitutto, la morte dell’imperatore Marco Aurelio è stata romanzata: non fu il figlio Commodo a ucciderlo, ma morì a causa di un’epidemia di vaiolo o di morbillo che colpì il regno in quegli anni. Anche la fine di Commodo è diversa, perché venne strangolato da parte di un lottatore/atleta – e suo amante – di nome Narcisso. Per di più, lui non fu un sovrano crudele e perverso come lo tratteggia il film; anzi, i documenti storici indicano che fu benvoluto per oltre un decennio. Massimo Decimo Meridio (personaggio inventato e mix di varie figure storiche come Narcisso, Spartaco, Cincinnato e Marco Nonio Macrino) non avrebbe mai lottato contro delle tigri, dato che chi lo faceva non erano i gladiatori, ma i venatori.
Il Gladiatore suggerisce anche che, dopo la morte di Commodo, Roma tornò una repubblica, ma in realtà fu Augusto a renderla tale ben 150 prima. Ci sono poi diverse inesattezze sui giochi dei gladiatori (come il significato del pollice o Aurelio che non li ha mai messi fuori legge). Alla fine, non inficiano il risultato dell’opera, ma sono così tante che servirebbe un articolo a sé e, allora, ve li lasciamo consultare da soli.
2) Amadeus
Passiamo dall’antichità de Il Gladiatore al 1800. Amadeus è uno di quei cult celebrati, amati e che andrebbero visti almeno una volta nella vita. Però, la rivalità tra Wolfang Amadeus Mozart e Antonio Salieri, che li rendeva nemici mortali e su cui si basa l’intera trama, nasce da una falsa voce. Secondo lo storico Alexander Wheelock Thayer, pare che fu il poeta Giovanni Battista Casti a montarla ad arte di modo da danneggiare indirettamente il suo rivale, il poeta Lorenzo Da Ponte, che curava alcune opere mozartiane (nel film non compare nessuno dei due). A cementarla definitivamente nell’immaginario, però, fu il dramma Mozart e Salieri di Aleksandr Sergeevič Puškin, in cui il secondo era così geloso del primo che arrivò ad avvelenarlo.
Nella realtà, non c’è stato nessun complotto, né Salieri ha mai ucciso Mozart che, invece, morì di trichinosi, una malattia parassitaria. Infatti, ci sono tantissime prove che suggeriscono che Mozart e Salieri fossero amici o almeno sostenitori l’uno dell’arte dell’altro.
Salieri, poi, non fece mai un voto di castità, ma si sposò, ebbe otto figli e pure delle amanti. Divenuto cieco, non tentò il suicidio come mostra Amadeus, non cadde in declino ma continuò a insegnare, annoverando tra i suoi allievi Beethoven, Czerny, Hummel, Liszt, Schubert e uno dei figli di Mozart. A discolpa di Milos Forman, non ha mai concepito il film per essere storicamente accurato, definendola una:
“fantasia sul tema di Mozart e Salieri”
3) The Imitation Game
Critica e pubblico hanno elogiato l’emozionante ed elegante thriller storico incentrato sulla figura di Alan Turing, interpretato da Benedict Cumberbatch. Nonostante sia un bellissimo biopic e che molto della vita di Turing è avvolto nel mistero, The Imitation Game presenta diverse imprecisioni.
Sebbene Turing abbia effettivamente avuto un ruolo determinante nel decifrare i codici Enigma durante la Seconda Guerra Mondiale, non lo ha fatto da solo, come suggerisce il film. C’era un’intera squadra a lavorarci, poiché sapevano benissimo che ciò avrebbe potuto ribaltare le sorti della guerra a loro vantaggio. Il suo team, poi, non decifrò mai un messaggio sull’attacco al convoglio del fratello di Hilton, uno dei crittografi, così come non scelsero di non intervenire: Hilton non aveva fratelli e decisioni del genere venivano prese a livelli più alti. Turing, poi, scrisse a Churchill non per guidare il progetto, ma per un aumento dei fondi. Cosa che avvenne. Inoltre, la sua macchina non fu chiamata Christopher, come l’amico d’infanzia, ma Bomba.
Turing, poi, sebbene fosse considerato eccentrico e preferisse lavorare da solo, non aveva problemi a rapportarsi con gli altri. Anzi. Era socievole, aveva molti amici e si interessava genuinamente ai più sfortunati. Non venne mai arrestato per accuse di spionaggio: denunciando un furto, rivelò la sua omosessualità che, all’epoca, era un reato punibile con la castrazione chimica. Quest’ultima, che Turing subì, non lo rese mai inagibile al lavoro come mostra il film. L’incontro e le minacce tra John Cairncross e Turing non sono mai avvenuti; i due, infatti, non si conoscevano nemmeno. Infine, ancora si dibatte sulla sua morte: qualcuno lo ritiene un suicidio, altri un incidente, altri ancora ritengono che i servizi britannici segreti lo spinsero a togliersi la vita.
4) Braveheart – Cuore impavido
Emozionante, coinvolgente, epico e… storicamente inaccurato: così potremmo descrivere Braveheart. Un po’ le stesse parole usate per Il Gladiatore.
Di inesattezze storiche, infatti, ce ne sono parecchie, a cominciare dall’eroe principale della storia, il William Wallace interpretato da Mel Gibson, che ha un vizietto nello scegliere film poco accurati. Vedere Il Patriota e Apocalypto per credere. Ma torniamo a Braveheart. Nel film Wallace è cresciuto come un contadino di umili origini, ma in realtà era un nobile scozzese. Aveva due fratelli e perse il padre intorno ai 20 anni e non nell’infanzia. Non si ribellò all’Inghilterra in seguito all’esecuzione ingiusta di sua moglie; anzi, quest’ultima non viene mai menzionata nei documenti o note storiche varie. Non ebbe una storia d’amore con Isabella di Francia, da cui nacque Edoardo III: all’epoca la donna aveva solo tre anni ed Edoardo III nacque sette anni dopo la morte di Wallace.
La battaglia di Sterling Bridge, famosa per il modo in cui gli scozzesi usarono il ponte per sconfiggere gli inglesi, in Braveheart si svolge in campo aperto, piuttosto a casaccio e senza tattiche. Parlando della rivolta, essa inizia nel 1297, vent’anni dopo che i nobili scozzesi si erano riuniti a inizio film. In realtà, nel 1276 c’era da sessant’anni una pace tra Inghilterra e Scozia e i primi indizi di una guerra emersero solo nel 1296. I kilt arrivarono solo nel 1700 circa e la pittura blu era una pratica fatta dai Pitti, una popolazione estinta cento anni prima dei fatti raccontati nel film. Infine, citiamo il cambio del finale: Wallace è stato brutalmente squartato e non decapitato.
5) The Untouchable – Gli intoccabili
Spezziamo una lancia a favore di Brian De Palma: in lui c’era la volontà di restituirci un racconto che fosse più aderente alla realtà possibile e ciò lo si vede sia nella ricostruzione degli ambienti, sia nei costumi (soprattutto con De Niro che volle indossare biancheria dello stesso stile di Al Capone), sia nell’assumere come consulente l’ultimo membro degli Intoccabili ancora in vita, ovvero Albert H. Wolff, che aiutò Kevin Costner a entrare nei panni di Elliot Ness.
Tuttavia, come Il Gladiatore, anche questo “intoccabile” film presenta diverse incongruenze storiche.
Ness non ha mai ucciso Frank Nitti, il braccio destro di Al Capone: l’uomo, infatti, si è suicidato dodici anni dopo che il suo boss venne arrestato. Il lavoro degli Intoccabili non fu determinante per la condanna di Capone, incriminato per evasione fiscale. Fu un agente del fisco, Frank Wilson, a passare in rassegna innumerevoli documenti collegati alle attività di Capone e a ispezionare ricevute ad esempio sulle corse dei cani, gestite anch’esse dal malavitoso. Dopo mesi, riuscì a trovare e a dimostrare che “Frank paid $17,500 for Al” era stato scritto da un allibratore di bische clandestine legato a Capone, Lesile Shumway, convincendolo a confessare e a testimoniare contro il boss. Lo stravolgimento della storia e la figura romanzata dell’eroe Ness sono dovuti anche al best seller di Oscar Fraley, che De Palma usò come una delle fonti per il film.
Il raid in Canada, la sparatoria in tribunale e alla stazione dei treni non sono mai avvenuti. Al Capone e Ness non si sono mai incontrati di persona; il boss ha più volte tentato di corromperlo, ma non ha mai voluto ucciderlo o usare una violenza che era controproducente. Ness poi non ha mai collaborato con avvocati e procuratori, né ideato l’accusa di frode.
6) JFK – Un caso ancora aperto
Sempre Kevin Costner è il protagonista del film di Oliver Stone intitolato JFK. L’opera si apre con un montaggio di filmati archiviati e ricreati, dando al pubblico l’impressione che il film adotterà un approccio documentaristico. Spoiler: non è così.
Certo, il fatto che ancora oggi non sia chiaro che cosa sia successo esattamente il giorno della morte del presidente Kennedy rende impossibile la totale accuratezza della storia. Ma c’è un ma. Adattando il processo a Clay Shaw avvenuto nel 1969, in cui fu accusato di aver cospirato per assassinare Kennedy ma fu subito dichiarato non colpevole, JFK combina verità e teorie del complotto che circondano l’omicidio. Tuttavia, differisce in alcuni aspetti che il pubblico già conosceva al momento delle riprese. Nel film, il testimone chiave Perry Russo viene mostrato mentre dà liberamente la sua testimonianza, sebbene in realtà sia stato drogato prima. Una scena fondamentale nel film è il crollo e la confessione di David Ferrie, anche se è stato dimostrato che è frutto dell’immaginazione del regista; Ferrie ha sempre sostenuto la sua innocenza
Addirittura, JFK suggerì che Lyndon B. Johnson, il successore di Kennedy, avesse qualcosa a che fare con l’assassinio (cosa che ha portato alcuni a definirlo di propaganda, offensivo e diffamatorio); tuttavia, questo non è mai stato dimostrato. Senza contare che le valutazioni del film restano dovunque molto elevate.
7) L’ultimo samurai
Un bellissimo e delicato film è L’ultimo Samurai di Edward Zwick. Ciò non toglie, però, che anche qui ci siano diversi errori, soprattutto nella rappresentazione del Giappone. O non farebbe parte di questo pezzo.
Tom Cruise interpreta Nathan Algren, un consigliere militare americano assunto dai giapponesi dopo essere stato catturato in battaglia. Peccato che quei consiglieri stranieri nella realtà non furono mai americani, ma per lo più olandesi, inglesi e, soprattutto, francesi. Sebbene sia comprensibile questo cambio di nazionalità, è però pressoché impossibile che un veterano della guerra civile in pensione possa diventare un maestro samurai, figuriamoci in un periodo di tempo così breve. Molte inquadrature vedono Algren aiutare a insegnare ai giapponesi come sparare con i moschetti, quando a quel tempo la maggior parte di loro era già abile a sparare con i fucili a ripetizione.
Il film, poi, unisce due eventi diversi della storia del Giappone: la guerra Boshin e la ribellione di Satsuma. La più grande inesattezza è descrivere la ribellione come una situazione di giusto contro sbagliato, dove i samurai sono ritratti come nobili che combattono per una causa più grande, ma in realtà la ‘causa’ ‘era quella di sostenere il privilegio e rimanere in cima alla scala sociale. In quella battaglia entrambe le parti usavano armi moderne e non solo le tradizionali impugnate dai samurai. Inoltre, il personaggio di Ken Watanabe è basato sulla vita reale di Saigo Takamori, il quale commise un suicidio rituale o “seppuku”.
8) Elizabeth (1998)
Poteva mancare in questa lista un film su un sovrano inglese? Ovviamente no. Elizabeth, incentrato sulla regina Elisabetta I intrepretata meravigliosamente da Cate Blanchett, non segue la storia proprio alla lettera. In sostanza, la maggior parte delle cose che succedono nel film sono accadute diversamente, non sono accadute affatto o sono avvenute molto più tardi (alla maniera de Il Gladiatore). Facciamo alcuni esempi.
Innanzitutto, Elisabetta nella realtà era ben consapevole che Robert Dudley (di cui non è certa la relazione sessuale come viene, invece, mostrato nel film) fosse sposato, visto che partecipò alle nozze. Oltre a essere un fervente anglicano (e non un cattolico), Dudley non congiurò mai contro Elisabetta, rimanendo fedele a lei fino alla sua morte. La congiura del Duca di Norfolk, arrestato nella pellicola per aver tentato di spodestare la regina e contemporaneamente sposare Maria di Scozia, unisce più eventi: fu sì arrestato nel 1569 per aver cercato di sposare Maria senza il consenso della regina ma fu poi rilasciato; venne successivamente coinvolto nel complotto Ridolfi del 1572 per porre Maria sul trono e, scoperto, fu giustiziato. Sebbene il padre gesuita Robert Persons ordì una cospirazione ai danni di Elisabetta, non fu il Papa il mandante.
Kat Ashely era trent’anni più vecchia di Elisabetta e non una sua coetanea; William Cecil aveva quarant’anni e non era un anziano; Francis Walsingham aveva vent’anni all’incoronazione. Maria di Guisa morì di idropisia e non fu uccisa da Walsingham. Enrico III chiese la mano di Elisabetta solo per via epistolare ma le trattative ufficiali non partirono mai; inoltre, aveva 18 anni in meno della regina mentre nel film paiono coetanei. Infine, la sovrana iniziò a indossare parrucche e a dipingersi il volto solo nella maturità, per nascondere le deturpazioni da vaiolo.
9) Argo
“Teso, emozionante e spesso cupamente comico, Argo ricrea un evento storico con vivida attenzione ai dettagli e personaggi finemente realizzati”.
Così Rotten Tomatoes descrive Argo, film del 2013 diretto da Ben Affleck. Peccato che, se andiamo a vedere che cosa successe davvero, ci sono diverse imprecisioni storiche. Non è vero che il governo americano fece resistenza quando gli venne proposta l’idea della troupe cinematografica; anzi, la scelsero subito come opzione. Nonostante ciò, il contributo maggiore in questa operazione si deve al Canada. Lo stesso Jimmy Carter ne riconobbe circa il 90% dei contributi, mentre il film glorifica l’agente americano e minimizza il ruolo del Canada nella situazione degli ostaggi, soprattutto per quanto riguarda l’ambasciatore Taylor, tanto che l’operazione venne soprannominata “Canadian Caper”. Allo stesso modo, anche l’intervento di Nuova Zelanda e Gran Bretagna non viene elogiato nella pellicola.
Argo mostra alcuni eventi drammatici che, in realtà, non sono mai avvenuti. Parliamo degli interrogatori, del fatto che i protagonisti sembrano costantemente in pericolo, soprattutto quando all’aeroporto le loro identità sembrano sul punto di essere scoperte. Anche la scena degli inseguimenti mentre l’aereo decolla non è mai esistita e non c’è mai stato il pericolo della cancellazione dei biglietti, dato che la moglie di Taylor ne aveva acquistati tre set da tre compagnie diverse.
10) Anastasia
Abbiamo iniziato con l’epica arcaica de Il Gladiatore. Chiudiamo il pezzo con un’incursione nell’animazione. E se come prima cosa verrebbe in mente Pocahontas, non vogliamo essere così scontati e, allora, parleremo di Anastasia. A noi piccoli dell’epoca venne presentato come la storia vera di una principessa russa perduta, rimasta orfana e alla fine ritrovata, con il suo classico happy ending.
Ok, nessuno si aspetta un’accuratezza storica perfetta in un cartone animato con stregoni e animali parlanti. Tuttavia, essendo basato sulla realtà, ci sono delle grosse inesattezze. Rasputin non è il responsabile né della rivoluzione russa, né della morte dei Romanov. Infatti, aveva un ottimo rapporto con loro (era il consigliere della zarina), soprattutto con le figlie dello Zar. La stessa Anastasia lo pianse alla sua morte. Nonostante questo, lo Zar lo allontanò dalle figlie a causa di un episodio spiacevole e del fatto che alla bambinaia non piaceva come l’uomo le guardava. Molte donne si finsero Anastasia nel corso degli anni, ma la verità è che lei fu uccisa con la sua famiglia tra il 16 e il 17 luglio 1918 (lo studio sulle sue ossa ritrovate lo confermano, mettendo a tacere le speculazioni).
La presa del Palazzo d’Inverno avviene subito nel cartone, verso febbraio; in realtà, non si verificò prima di ottobre (e lo zar non era nemmeno presente). L’eta di Anastasia, poi, risulta sbagliata: all’inizio è una bambina di 8 anni e più avanti una ragazza di 20, mentre quando venne uccisa ne aveva 18. Inoltre molte delle figura storiche che incontra a Parigi non erano più in vita in quegli anni. E San Pietroburgo si chiamava ancora Leningrado.