Difficilmente mi trovo in difficoltà nella scelta delle parole giuste. Ma, quasi a farlo apposta, Il ragazzo dai pantaloni rosa ci insegna l’importanza delle parole giuste al momento giusto. Per questo, ho deciso di sceglierle accuratamente. La tragica di storia di Andrea Spezzacatena è un inno alla vita, così come dichiarato da Teresa Manes, la madre del protagonista. Una riflessione profonda che mai come nel contesto attuale in cui ci troviamo trova terreno fertile per prevenire. Un meraviglioso e toccante film che non lascia spazio e tempo alle distrazioni, che assorbe la platea ed educa allo stesso tempo.
Presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma 2024 il 23 ottobre 2024, e mostrato in anteprima alle scuole il 4 novembre, Il ragazzo dai pantaloni rosa è ispirato alla vera storia di un giovane di 15 anni vittima di bullismo e cyberbullismo. Con un cast spettacolare e un tema principale cantato da Arisa, il film è un’esperienza che tutti dovremmo fare, perché non è mai troppo tardi per renderci conto di quanto sia meravigliosa la vita.
Il Ragazzo dai pantaloni rosa, la trama
Andrea è un bambino vivace, con un’intelligenza sopra la media. Attento a tutto e fin troppo adulto per la sua età, ama la sua famiglia e il fratellino. Premuroso e innamorato follemente della vita, non riesce però a integrarsi con i compagni a scuola, passando diverso tempo da solo. La vita di Andrea inizia a cambiare quando scopre del divorzio dei genitori, che affronta esternamente con maturità, ma che dentro apre una piccola ferita che farà fatica a rimarginarsi. Il giovane ha una voce spettacolare e ancor prima di terminare le medie entra a far parte di un coro prestigioso. È proprio in quello che sarebbe dovuto essere il suo rifugio che incontra Christian, il lupo della favola. Andrea se lo sente dentro, quel ragazzo dagli occhi blu deve diventare il suo migliore amico. Dopo diversi tentativi, Andrea trova l’approccio giusto e rispondendo male a un professore cattura finalmente la sua attenzione.
Da quel momento la vita del giovane cambia e instaura un rapporto di amore e odio con quello che diventerà poi il suo carnefice. Christian si comporta da amico e poi scappa, quando gli atteggiamenti di Andrea si fanno troppo intimi. Per fortuna, a portare un po’ di gioia nella vita del ragazzo subentra Sara, la sua nuova migliore amica. Poco prima della fine della scuola, però, succede qualcosa che segnerà per sempre la vita del ragazzo. Teresa, la mamma, gli regala infatti un paio di pantaloni rossi, che dopo un lavaggio sbagliato in lavatrice diventeranno rosa. Andrea sceglie lo stesso di indossarli con orgoglio, non conscio del fatto che un branco di bulli avrebbe reso la sua vita un vero inferno da quel momento (ecco 5 Serie Tv istruttive che dovrebbero far vedere nelle scuole).
L’ultimo giorno felice sulla terra
Vedere il film ci fa sentire come sull’orlo di un burrone, come se ci aspettassimo il peggio fin dall’inizio. Perché alla fine il protagonista non ci gira attorno, e fin dai primi istanti ci confessa che non è più tra noi. E quindi aspettiamo. Aspettiamo, spaventati, il momento più brutto del film. Chissà come si è tolto la vita, ci chiediamo. Ma questo non ci verrà mai mostrato, perché Il ragazzo dai pantaloni rosa è un inno alla vita, e non una storia di morte. Andrea sopporta il bullismo per un intero anno. Perdona ripetutamente Christian e poi ingenuamente prova a baciare Sara. Quando questa lo rifiuta, il ragazzo si arrabbia e la tratta male. Ora è solo. A quel punto i bulli, che lo vedono vulnerabile, lo accolgono nel loro gruppo e per qualche istante sembra anche che le cose possano mettersi meglio per lui.
Tuttavia, come Christian si ritrova a dover giustificare gli atteggiamenti affettuosi di Andrea nei suoi confronti con gli amici, architetta un piano per dimostrare la sua superiorità e la sua mascolinità tossica. Convincono Andrea a vestirsi da donna e lo umiliano davanti a tutta la scuola. Quello, purtroppo, sarà il punto di non ritorno. Dopo aver scoperto che sui social media era bersaglio di insulti, umiliazioni e omofobia, l’allora 15enne pensa che sia ora di dire addio alle persone che ama. Saluta Sara, saluta la famiglia e infine saluta la sua mamma. Non lo fa un giorno qualunque. Sceglie il suo 15esimo compleanno, il suo ultimo giorno felice (anche Heartstopper parla della dolce brutalità dell’adolescenza).
Il coraggio di Andrea e della mamma Teresa
Dopo la morte di Andrea, Teresa fa una scoperta agghiacciante, e dopo essere entrata nel profilo social del figlio trova un fiume di insulti. Andrea veniva spesso insultato e definito “il ragazzo con i pantaloni rosa”. Teresa e Tiziano, il papà, non si sono mai dati pace e hanno fatto tutto ciò che potevano per far sì che la morte del figlio non fosse vana. “Se fosse stato omosessuale, Andrea non avrebbe avuto paura a dirlo: è stato educato nel rispetto verso tutti”, ha dichiarato Teresa. Ed è proprio questo il fine del film: educare. Insegnare ai giovani il rispetto e soprattutto a empatizzare con il prossimo. Purtroppo, la giustizia non ha dato ad Andrea il riconoscimento che meritava.
Infatti, il tribunale ha chiuso il caso escludendo non solo il bullismo e l’omofobia come cause principali ma dando la colpa alla separazione dei genitori. La possibiltà di cambiare le cose sta dunque a “noi”, spettatori non passivi di una tragedia che si sarebbe potuta evitare. Da coetanea di Andrea non ho potuto non domandarmi come avrei gestito io il peso dell’umiliazione e le offese ricevute. Questo è il carattere principale di una pellicola del genere, ossia mettere nella condizione di riflettere in maniera personale sulle scelte.
Il cast de Il Ragazzo dai pantaloni rosa
Il cast de Il ragazzo dai pantaloni rosa si distingue per interpretazioni toccanti e incredibilmente veritiere, che donano profondità ai personaggi coinvolti. Samuele Carrino è incredibile nei panni del giovane protagonista Andrea, e riesce a trasmettere con autenticità il tormento e la vulnerabilità di un adolescente vittima di bullismo. La sua performance è delicata e rispettosa, e incarna la sensibilità e la sofferenza di un giovane che vive momenti di isolamento e dolore. Al suo fianco, Claudia Pandolfi interpreta Teresa, la madre di Andrea, con una recitazione intensa e profonda che evidenzia la sua lotta interiore e la sofferenza di una madre che cerca di proteggere il figlio, ma non ci riesce (qui 10 sensibili storie di attori delle Serie Tv che sono stati vittime di bullismo).
Anche i ruoli secondari contribuiscono alla complessità della narrazione. Sara Ciocca, nel ruolo dell’amica di Andrea, offre un’interpretazione autentica e vicina al personaggio, diventando un prezioso supporto per il protagonista. Andrea Arru interpreta Christian, il bullo, evitando stereotipi semplicistici e aggiungendo sfumature al suo personaggio, evidenziando come la crudeltà possa spesso nascondere insicurezze personali. Margherita Ferri dirige il cast con tatto, riuscendo a creare un’atmosfera che amplifica il pathos e la tensione emotiva della trama, rendendo ciascun personaggio parte di una narrazione che esplora i devastanti effetti del bullismo.