Rami Malek come Freddie Mercury in Bohemian Rhapsody
Bohemian Rhapsody, film biografico del 2018 diretto da Bryan Singer, racconta la storia leggendaria dei Queen. Semplicemente una tra le band delle più amate nella storia del rock. Il film ripercorre il percorso del gruppo dalle prime esibizioni fino all’epico concerto del Live Aid del 1985, con particolare attenzione alla figura del leggendario frontman, Freddie Mercury. Interpretare un artista così grande, così amato non era facile. Pochi sono infatti gli artisti che possono vantare un tale carisma e una simile capacità di mettere a nudo le proprie emozioni sul palco.
Una sfida che è stata accettata da Rami Malek, conosciuto dai serializzati per Mr. Robot.
Inizialmente accolto con scetticismo, Malek ha poi superato le aspettative, offrendo una performance che ha conquistato buona parte di pubblico e critica, nonostante alcuni detrattori. Per prepararsi al ruolo, Malek si è immerso nello studio di Mercury a 360 gradi, analizzando in modo approfondito i filmati dell’epoca per replicarne l’energia e la presenza scenica. Oltre a ciò, l’attore si è consultato con i membri dei Queen, per comprendere meglio l’uomo dietro la leggenda e per cogliere le sfumature di un personaggio tanto carismatico quanto complesso e vulnerabile.
Per aumentare la somiglianza fisica, Malek ha indossato una protesi dentale. Essa riproduceva infatti la caratteristica dentatura di Mercury. Ciò ha aiutato Malek a restituire quella miscela di stravaganza e fragilità che contraddistingueva l’icona del rock. La performance di Rami Malek ha catturato l’energia e la teatralità di Mercury sul palco ed è riuscita a trasmettere anche i lati più intimi e tormentati della sua personalità, rappresentando i conflitti interiori e le insicurezze che lo hanno accompagnato per tutta la vita. La sua interpretazione gli è valsa l’Oscar come Miglior Attore.
Austin Butler come Elvis Presley in Elvis
Chi avrebbe mai pensato che Austin Butler, noto soprattutto ai serializzati per il suo ruolo in Shannara Chronicles avrebbe compiuto una trasformazione artistica tale da farlo diventare uno degli attori più apprezzati della sua generazione? Il vero punto di svolta nella sua carriera è arrivato infatti con l’interpretazione di Elvis Presley nel film Elvis del 2022, diretto da Baz Luhrmann (qui la recensione). Questo biopic non solo ripercorre la vita e i successi del Re del Rock’n’Roll, ma mette in luce anche i momenti più oscuri della sua esistenza, esplorando il legame complesso e spesso tumultuoso tra Elvis e il suo controverso manager, Tom Parker, interpretato da Tom Hanks. Luhrmann ha voluto portare sullo schermo una figura che fosse tanto grandiosa quanto umana, e Butler è riuscito perfettamente nel suo intento.
Per rendere al meglio questo ruolo, Austin Butler si è immerso in un intenso periodo di preparazione. Lo ha fatto studiando a fondo i gesti e i movimenti scenici di Presley, quelli che lo rendevano unico agli occhi del pubblico. Ma l’attore non si è limitato a ricrearne la fisicità. Ha anche lavorato meticolosamente sulla voce, esercitandosi sia nel canto che nel parlato, fino a raggiungere un timbro che evocasse quello inconfondibile di Elvis. Per mesi, Butler ha seguito si è immerso nel personaggio, consultando registrazioni, interviste e filmati delle esibizioni live di Elvis per capire il vero significato dietro la sua presenza scenica.
Questo approccio ha dato i suoi frutti. La sua interpretazione ha riscosso un successo clamoroso sia dalla critica che dal pubblico e gli è valsa una candidatura all’Oscar come Miglior Attore.
Una performance che ha saputo cogliere il dualismo che caratterizzava la vita di Presley. L’energia e la sensualità sul palco, e al tempo stesso le fragilità e i tormenti interiori di un uomo pressato dalle aspettative. Grazie a questa interpretazione, Butler ha mostrato al mondo un lato completamente inedito del proprio talento, rivelandosi una delle promesse più interessanti del cinema contemporaneo.
Renée Zellweger come Judy Garland in Judy
Interpretare una leggenda dello spettacolo come Judy Garland è una sfida davvero tosta. Renée Zellweger (nota ai più per Bridget Jones), con la sua interpretazione in Judy è riuscita a portare però perfettamente in scena il personaggio. Diretto da Rupert Goold, il film si concentra sugli ultimi anni della vita della celebre cantante, andando a raccontare non solo la fama che l’aveva resa un’icona, ma anche le fragilità e il profondo bisogno di affetto e di accettazione che la consumavano da dentro. Renée Zellweger nel ruolo si è dimostrata un’interprete capace di esprimere al meglio questi sentimenti.
All’interno della pellicola la donna è riuscita infatti a ricreare perfettamente i suoi gesti, il suo modo di parlare e la sua presenza scenica, scegliendo di eseguire personalmente le canzoni della celebre artista. La donna ha così avuto modo di dimostrare non solo una grande abilità vocale ma anche una profonda comprensione emotiva della donna dietro al personaggio, un colosso che ha fatto la storia del mondo dello spettacolo. Per questa prova attoriale, che ha fatto emozionare e commuovere spettatori di tutto il mondo, Renée Zellweger è stata premiata nel 2020 con l’Oscar come Miglior Attrice. Trattasi della seconda statuetta, stavolta come attrice protagonista, dopo l’Oscar per l’attrice non protagonista per il film Ritorno a Cold Mountain del 2003.