“Le famiglie problematiche hanno allevato un certo numero di attori davvero bravi“. Lo ha detto Gene Hackman come se stesse pensando proprio a Robert Downey Jr. che, in quanto ad infanzia difficile, ha un’esperienza di primòrdine. Forse è un destino comune dei Junior. Condividere nome e cognome per intero con una figura che non è solo padre ma anche Senior, un’ombra che sovrasta, un Himalaya da scalare. È stato così anche per Robert Downey Jr. che ha iniziato inconsapevolmente la sua carriera di attore nei film sperimentali del padre. Senza coscienza, a causa della giovane età e per colpa dell’ombra lunga del padre, Robert Downey Jr. ha iniziato anche la strada alle dipendenze. C’è voluta tanta vita per trovare un equilibrio e mantenere una carriera artistica che era partita egregiamente per poi arrestarsi.
Per questo per le 5 migliori interpretazioni bisogna partire da lontano e non seguire un ordine prestabilito.
1. America Oggi (Short Cuts 1993)
Bill Bush sta studiando per diventare un truccatore del cinema e si esercita a creare lividi e ferite sulla moglie Honey (Lily Taylor). Una coppia che vive nel loro stesso condominio chiede a Bill e Honey di controllare la casa per il mese della loro assenza. Robert Downey Jr. interpreta l’aspirante truccatore che inizia a vivere la casa in affido con una vena di voyeurismo e malinconia. L’attore, con gesti e sguardi, fa trapelare la natura nascosta del personaggio. Robert Downey Jr. ha contribuito da par suo alla vincita di una Coppa Volpi speciale perché vinta dall’intero cast di Short Cuts. Tutti protagonisti e tutti comprimari allo stesso tempo. Robert Downey Jr. ha dimostrato le sue capacità attoriali riuscendo a passare da un film monografico come Chaplin a un film corale come Short Cuts. Con estrema facilità ma soprattutto con cognizione di causa.
2. Chaplin (1992)
Robert Downey Jr. meritava un Oscar, e non solo una nomination, per questo film nel quale si è calato completamente nei panni dell’artista impudente, egocentrico e caotico. L’attore cattura la malinconia di Chaplin, la magia che trasmetteva nelle sue interpretazioni e la complessità di un uomo che ha guadagnato la sua fama con duro lavoro e genialità a braccetto. Robert Downey Jr. ha anche messo totalmente a disposizione del ruolo la sua fisicità, il corpo di attore nel personaggio, regalandoci stralci di somiglianza fusi nello studio della parte. L’accento non marcatamente british di Chaplin gli hanno evitato un rifiuto come quello posto da Kate Winslet per The Holiday . Non aver vinto l’Oscar (per sua stessa ammissione) gli ha comunque permesso di non volare troppo in alto e farsi ancora più male con le sue sregolatezze. Probabilmente se avesse vinto non avrebbe interpretato Short Cuts.
3. Natural Born Killers (1999)
Un film visionario Natural Born Killers (che potete vedere qui), che ha colto proprio nel passaggio del secolo il germe di una delle piaghe che ancora ci accompagna: la cultura della violenza. Robert Downey Jr. interpreta Wayne Gale un giornalista televisivo che non segue i due assassini nati per capire e raccontare la storia, ma per glorificarli. Il ruolo non è da protagonista e Robert Downey Jr. dimostra di essere un vero attore compreso nella parte. Non ha importanza di quante battute o scene si tratti. L’impegno è totale e impara per il ruolo l’accento australiano che poi potrà riutilizzare per Tropic Thunder (altra candidatura all’Oscar). Le scene in cui è presente sono memorabili per la forza che Robert Downey Jr. infonde nella pazzia di Wayne Gale che sovrasta la mente deragliata degli assassini nati Mickey e Mallory.
4. Oppenheimer (2023)
Un villain che probabilmente Tony Stark non avrebbe saputo affrontare. Freddo, compassato, armato di gessato e occhiali, difficile per un supereroe capire che questo attempato signore si trovi dalla parte del torto. Robert Downey Jr. trasforma l’esuberanza del suo Iron Man in una continua sottrazione lasciando solo le micro espressioni sul viso di Lewis Strauss che sono la cassa di risonanza dell’odio per Oppenheimer. Questo ruolo ha permesso all’attore di non contare sul suo fascino, la simpatia che comunque suscita anche in personaggi non altamente edificanti anzi lo obbliga a non cedere neanche un millimetro di benevolenza. Lo sappiamo tutti, questa interpretazione ha vinto un Oscar certamente meritato ma forse più generato dai riconoscimenti mancati dell’Academy nel passato. Di certo Oppenheimer (potete leggere qui la recensione) con Downey Jr. si è arricchito di una figura di antagonista a cui fare riferimento nel cinema.
5. The Sympathizer (2024)
Per un attore con la vita e la carriera come Robert Downey Jr., testimone di continue cadute e di riscatto, la migliore interpretazione può non essere l’Oscar per Lewis Strauss in Oppenheimer o Tony Stark della saga Marvel. La migliore interpretazione per uno come Robert Downey Jr. è la prossima. La miniserie The Sympathizer verrà trasmessa su HBO MAX il 14 aprile e sarà un’esclusiva di NOW per l’Italia (data della messa in onda ancora da definirsi). Robert Downey Jr. interpreterà più ruoli, darà libero sfogo al suo talento camaleontico. Il trailer ne mostra almeno quattro. In un elegante completo e capelli grigi in perfetto ordine. Sorseggiando vino e testa completamente rasata. Vestito trasandato e stempiato. Capelli neri, grandi occhiali con lenti gialle e un sorriso che dice tutto.
Dopo essersi riconquistato il suo spazio nel cinema con questa serie potrebbe prendersi anche la rivincita con la serialità, dopo l’estromissione da Ally McBeal per i suoi problemi di dipendenza. Ladies and Gentleman, the best is yet to come. Parola di Robert Downey Jr.
+1. Iron Man
La nostra Bonus Track è dedicata alla sua interpretazione più famosa degli anni duemila, il supereroe Iron Man. Robert Downey Jr. si prende tutte le rivincite in nove film (più il cameo ne L’Incredibile Hulk) dell’Universo Marvel. La sua interpretazione è la summa della maggior parte dei suoi ruoli passati. Tony Stark diventa irriverente, eccentrico, autoironico in una corazza (di ferro) di charme e magnetismo. Il supereroe che non ti aspetti, che non si prende sul serio, che sull’orlo del disastro imminente è disinvolto come se stesse passeggiando. Iron Man è il film spartiacque tra i supereroi (qui potete leggerne una classifica) e gli “eroisuper”, quelli che mettono sempre in prima linea la loro natura umana diventata super non per loro volontà. Downey Jr. ha sicuramente influenzato gli sceneggiatori che hanno pensato alla sua personalità, il suo modo di essere. Iron Man non utilizza il linguaggio formale e stereotipato dell’eroe paladino dell’etica.“Meglio essere temuti o rispettati? Io dico.. è troppo chiedere entrambe le cose?” Tony/Robert lo sono.