George Clooney, l’attore che non ha costruito la sua carriera anche sul suo aspetto fisico. La sua carriera parte da partecipazioni in varie serie tv fino all’acclamata E.R. (ne parliamo qui) per arrivare e stabilirsi al cinema. Un percorso esattamente contrario a quanto siamo abituati adesso. George Clooney non ama creare e seguire le abitudini. Nel corso del suo percorso artistico avrebbe potuto giocare sul sicuro e proporci ruoli simili. Non è un divo ma neanche un antidivo. Non rifugge dal bagno di folla quando fa parte dell’evento, è sicuramente attento alla sua privacy ma non si difende da mura e fossati. George Clooney trova sempre il giusto equilibrio nell’essere fuori e dentro la scena. Il tempo necessario per non ritrovarsi impacchettato in una qualsiasi etichetta.
Ne ha solo una, George, ed è il suo nome. Può ricoprire ruoli di azione senza la muscolosità di Bruce Willis o la “fanciullezza adulta” di Brad Pitt. George Clooney diventa un marchio, un legame tra la Hollywood del presente e del passato. L’umorismo autoironico che porta nei suoi personaggi è un’autodifesa necessaria per non far prevalere il suo fascino, come un novello Cary Grant. George Clooney ha la rara qualità di far sembrare tutto facile, semplice. Non è solo talento è preparazione, per sua stessa ammissione. Prepara la scena studiando minuziosamente le storyboard generando il connubio tra talento e studio, unica via per diventare una star. Con l’illusione della facilità di recitare in ruoli a volte così distanti tra loro, non è difficile scegliere 7 interpretazioni di George Clooney che possono considerarsi tra le migliori.
1. Out of Sight (1998)
Il primo incontro fortunato con il regista Steven Soderbergh, la svolta di George Clooney in piena vista per il pubblico e la critica. L’attore abbandona quella che era stata la sua cifra stilistica fino ad allora, testa inclinata e smorfia simpatica e accattivante. George Clooney interpreta Jack Foley un rapinatore di banche in fuga da una prigione della Florida. Lo sceriffo che si trova a condividere forzosamente la sua fuga è Karen Sisco nella fisicità di Jennifer Lopez. che in questo film è anche apprezzabile nella recitazione. Soderbergh riesce a trovare la chiave per portare la recitazione di George Clooney a un livello totalmente spendibile al cinema.
I prodromi ci sono già nel film splatter Dal Tramonto all’Alba di Robert Rodriguez del 1996. Anche qui George Clooney è un rapinatore ma condivide la fuga con il fratello psicopatico (Quentin Tarantino). A livello temporale è il primo film che lo allontana dal suo ruolo di bello, buono e bravo che ha caratterizzato il Dr Ross di E.R. ma troppo horror per le sue corde. George Clooney trova in Steven Soderbergh il regista che sceglie i colori della pellicola per raccontare il diverso climax, le situazioni. Un regista con una capacità filmica che lo mette a proprio agio, totalmente. George Clooney con lui può iniziare a dare il meglio di sé, senza rinnegare il suo animo da Cary Grant, riuscendo a introdurre tutti i grigi necessari.
2. Good Night and Good Luck (2005)
Good Night and Good Luck (disponibile qui) è il secondo film da regista di George Clooney ma il primo anche con una sua partecipazione. Non è il protagonista, il giornalista Edward R. Murrow interpretato da un perfetto David Strathairn. George Clooney inizia con questo film a eccellere nella sottile arte della sottrazione. Interpreta Fred Friendly, produttore ma soprattutto confidente del giornalista con l’obiettivo di combattere e smentire il maccartismo imperante. Come nella finzione , non prenderà mai il riflettore su di se, renderà onore alla natura della collaborazione tra i due, la determinazione condivisa a far prevalere i veri ideali giornalistici.
George Clooney in questo film dimostra la sua maturità di artista. Non protagonista, sempre a latere a compiere il proprio dovere di attore per la causa finale che è la riuscita di un film.
A distanza di venti anni George Clooney debutterà l’anno prossimo a Broadway portando l’opera teatrale ispirata al film, che avrà lo stesso titolo Good Night and Good Luck. Questa volta il riflettore sarà su di lui quasi totalmente perché ricoprirà il ruolo del protagonista. Allo Shubert Theatre di New York nella primavera del 2025 probabilmente George Clooney darà la migliore interpretazione della sua carriera. L’esperienza, lo studio, l’impegno politico e sociale affinato in tutti questi anni potrebbero rivoluzionare questa, comunque parziale, classifica.
3. Michael Clayton (2007)
Per George Clooney è la seconda candidatura agli Oscar come attore protagonista, persa in favore di Daniel Day-Lewis per Il Petroliere. Michael Clayton è un personaggio perfetto per George Clooney. L’avvocato bravo che si presta a rimediare a cause gravose per le aziende a discapito della giustizia. La sua totale mancanza di scrupoli vacilla e si trasforma nella ricerca della giustizia quando un suo amico avvocato perde la vita in una macchinazione di una multinazionale. Michael Clayton è un film solido, una sceneggiatura di ferro e ottima regia di Tony Gilroy, acclamato nell’universo seriale per Andor (ne parliamo qui). Attori nella parte come Tilda Swinton che interpreta Karen Crowder, per brevità l’antagonista, che vincerà l’Oscar come attrice non protagonista. Il film non sarebbe stato lo stesso senza George Clooney e la sua interpretazione che sigilla tutti i talenti presenti, compreso il suo.
Il personaggio è una figura contraddittoria, con parecchi grigi a stretto contatto con la via del non ritorno e George Clooney riesce a drammatizzare la sua parte interiore senza eccedere, con la “semplice” espressività.
È un peccato che quell’anno avesse come maggiore avversario la maniacalità di Daniel Day-Lewis perché George Clooney con il suo Michael Clayton avrebbe potuto ottenere un meritato Oscar. Avrebbe potuto confermare che i tempi del peggior film della sua carriera per sua stessa ammissione (Batman & Robin di Joel Schumacher) erano lontani.
4. Syriana (2005)
Robert Barnes, un esperto e maturo agente della CIA, appesantito dall’età ha portato 15 chili in più per aderire al personaggio ma anche il primo e unico Oscar per George Clooney, come attore non protagonista. Il film è corale e si snoda su più livelli di narrazione. Storie e intrighi che si intrecciano. Geopolitica d’azione , la grande industria petrolifera che ha conseguenze e danni collaterali sulla vita dei protagonisti di Syriana. Per la prima e unica volta, George Clooney si trasforma per il grande schermo, seguendo una tradizione di Hollywood ormai consolidata nata con De Niro in Toro Scatenato. I chili, la barba incolta, il completo un po’ troppo largo di un triste beige, George Clooney porta fisicamente sul suo corpo quello di Robert Barnes. L’attore si plasma completamente al personaggio.
Il veterano della CIA si impossessa di George Clooney. La metamorfosi si compie fisicamente per arrivare all’interiorità del personaggio che persegue una sua etica personale che gli crea grande difficoltà a mediare le proprie convinzioni con gli ordini dell’Agenzia. George Clooney si fa carico dei dieci anni circa in più del suo personaggio in modo pienamente credibile. Il completo asservimento al personaggio gli ha procurato anche dei problemi di salute. Difficile pensare al bel Dr Ross guardando Robert Barnes. Oscar meritato.
5. Up in the Air – Tra le Nuvole (2009)
Terza candidatura all’Oscar per George Clooney nel ruolo di Ryan Bingham, il tagliatore di teste che vola per tutta l’America e, incredibilmente ama il suo lavoro. La sua casa è una poltrona di Prima Classe, un upgrading con le miglia guadagnate volando da una città all’altra per tagliare i rami secchi. George Clooney calibra al meglio la parte brillante con i momenti di riflessione che gli pone Natalie Keener, un se stesso all’inizio della carriera . Il ruolo è interpretato da Anna Kendrick. una degli umani nella saga Twilight (ne parliamo qui). La vera svolta per Ryan è legata all’incontro prima e relazione poi con Alex Goran (Vera Farmiga) che sembra essere il suo alter ego femminile. In Up in the Air George Clooney ha l’occasione di poter utilizzare sia il suo calibro da commedia brillante che quello emotivo.
Impagabile lo sguardo di George Clooney quando vola da Alex e la trova con marito e figli. Lo scaltro motivatore che convinceva gli altri di quanto il licenziamento non fosse un evento negativo si ritrova dall’altra parte della barricata, totalmente indifeso.
In questo film George Clooney fa compiere in maniera estremamente credibile un percorso di crescita del personaggio che si troverà alla sua fine con un pugno di mosche in mano. Tornare nel suo appartamento spoglio, senza legami, senza neanche più un lavoro fa pensare che forse era meglio restare con l’unico obiettivo di raggiungere i 10 milioni di miglia. George Clooney girandosi intorno con lo sguardo racconta che gli altri obiettivi erano migliori, avrebbe solo dovuto capirlo prima.
6. Three Kings (1999)
Un salto indietro nel tempo. Torniamo alla fine degli anni novanta. Three Kings, i tre Re Magi nel deserto con il bottino più importante dei tre doni, l’oro. Siamo alla fine della Guerra del Golfo, nella confusione che si genera dopo un conflitto e quel passaggio in cui non si sa se c’è ancora un nemico a cui sparare. George Clooney interpreta il Maggiore Archie Gates che imbastisce il piano per raggiungere l’oro e assicurarsi un futuro senza problemi. Sorride a denti stretti, disincantato con un carattere ruvido, diventato rozzo per le esperienze di guerra. Sembra non esserci altro che il miraggio dei lingotti d’oro da recuperare e una volta fatto, da difendere a tutti i costi. George Clooney ha un ruolo non facile interpretando Archie Gates. Come il film è un mix di generi così il personaggio incarna questa complessità di toni.
George Clooney si trova a dover creare momenti di sollievo comico alternati a momenti seri mostrando la reale assurdità della guerra.
Ha un ruolo chiave nell’interagire con gli altri personaggi portando alla luce temi sulla lealtà, l’amicizia e la sottile ricerca di redenzione che ognuno di loro ha. George Clooney ha il non facile ruolo di interpretare tutte le mille sfaccettature poste nel personaggio che portano il pubblico a riflettere sulla guerra in senso lato e su tutte le sue ripercussioni sul singolo essere umano. L’interpretazione di George Clooney aggiunge profondità e carisma ad Archie Gates rendendo la sua figura cardine al racconto. Umorismo e serietà nello stesso ruolo e quasi in contemporanea, non sono facili da interpretare senza cadere nel ridicolo. George Clooney ci riesce splendidamente rendendo la vera complessità dell’intreccio tra dovere, morale e spirito di sopravvivenza che sono propri della guerra.
7. The Descendants – Paradiso Amaro (2011)
Il paradiso amaro del titolo italiano sono le Hawaii. I discendenti del titolo originale sono i cugini della famiglia di Matt King che ha un fondo sui terreni ereditati dai trisnonni, destinato allo scioglimento per legge. George Clooney è Matt King, padre spesso assente di due figlie. Alex l’adolescente ribelle e la piccola Scottie. La moglie Elizabeth è in coma per un incidente nautico e avendo scelto di non essere tenuta in vita oltre misura, sta per morire. Il film più intimista di George Clooney che si cimenta nel tratteggiare un marito che scopre di essere stato tradito e che questo tradimento stava per generare il divorzio, che l’amante della moglie non è che un pusillanime e che non l’amava. Come se fosse il programma dei 12 passi, Matt si trova a dover avvisare tutti quelli che conoscevano la moglie per permettere loro di salutarla.
George Clooney in questo film utilizza tutta la sua sapienza sulla sottrazione che rivela al massimo per come reagisce alla notizia del tradimento e della richiesta di divorzio. Spaesato, incredulo ma con in fondo agli occhi un sentimento di colpa nell’aver agevolato tutto questo e non essersene accorto. Il dubbio di aver sbagliato a voler tenere la maggior parte della loro rendita bloccata nel fondo, nella terra dei suoi avi. Vendendone anche solo una parte avrebbe potuto dare a sua moglie quanto chiedeva. George Clooney non piega più di lato la testa mentre atteggia una smorfia ma lascia parlare la barba incolta, le occhiaie, le rughe, gli occhi che guardano il paradiso delle Hawaii e capiscono che la terra è più importante. Ritrovando lo spirito originario dei suoi avi ritrova la forza di lasciare andare la moglie senza nessun rancore. Grande prova di attore per George Clooney, purtroppo sottovalutata