Sperimentare: questo è ciò che la Marvel si è prefissa di fare nella Fase 4, un momento utile a edificare quello che, d’ora in poi, sarà il futuro del MCU, tra vecchie glorie e nuove basi da costruire. E dove meglio sperimentare se non su Disney Plus? Le serie supereroistiche che hanno iniziato a riempire la famosa piattaforma dal 2021 a oggi sono di questo testimoni: al di là del gusto personale, infatti, è impossibile negare che il pubblico abbia potuto visionare tanti generi diversi, seppur unificati dal medesimo stile e da una simile impronta. Non contenta del già alto numero di serie, la Marvel ha quindi pensato bene di aprirsi a un nuovo format da portare in streaming, quello del mediometraggio. Ed è qui che entra in gioco Werewolf by Night, Licantropus nella versione italiana, uno speciale prodotto one shot in occasione di Halloween della durata di 50 minuti che apre le strade anche al prossimo speciale di Natale dedicato ai Guardiani della Galassia.
Ma cos’è Licantropus? E soprattutto, è davvero un prodotto diverso da qualunque cosa mai uscita dai Marvel Studios?
Approdato su Disney Plus il 7 ottobre 2022, Licantropus è, come già detto, un mediometraggio, il primo del MCU, e si concentra sull’omonimo personaggio supereroistico, la cui vera identità corrisponde al nome di Jack Russell (interpretato dal talentuoso Gael García Bernal), uomo colpito da una maledizione che lo costringe a trasformarsi in una bestia, un lupo mannaro che, tuttavia, mantiene la propria umanità.
Dopo un’evocativa rivisitazione in chiave gotica del famoso main theme musicale dei prodotti dei Marvel Studios, ecco che la voce di un narratore setta lo spettatore nel mood retrò dello speciale di Halloween.
“L’universo conosciuto, con eroi e meraviglie. Ma… Cosa cela l’oscurità? Nel nostro mondo moderno: è qui che abitano i mostri, insieme a chi, con fierezza, li caccia e li annienta. Nessuno è al pari della famiglia Bloodstone!“
La storia si apre con un raduno di temibili cacciatori di mostri che si incontrano per omaggiare il più grande di loro, il deceduto Ulysses Bloodstone, presso la dimora di quest’ultimo. Ai presenti sarà lanciata una sfida: chiunque riuscirà ad avere la meglio su una grande e pericolosa mostruosità, riceverà in premio la Bloodstone, reliquia in grado di indebolire creature soprannaturali e mostri. Si darà così il via a una vera e propria battle royal, una lotta all’ultimo sangue che decreterà un vincitore finale.
Nonostante la storia proposta, sia a causa del risicato tempo disponibile, sia per i limiti dell’ambientazione, non brilli per originalità e incredibili colpi di scena, è impossibile negare che Licantropus abbia dalla sua tanti elementi capaci di renderlo indimenticabile e a suo modo diverso da qualsiasi altro prodotto Marvel possiate mai avere visto. Da questo punto di vista, impossibile non citare la scelta del bianco e nero, vincente non solo per farci viaggiare con la mente fino ai classici del genere horror che tra gli anni ’20 e ’40 hanno fatto la storia del cinema, ma anche per aver creato una patina capace di rendere credibili gli effetti artigianali di costumi e ambientazioni, che altrimenti avrebbero rischiato di sembrare ridicoli ed eccessivamente artificiosi.
Per omaggiare i grandi mostri dei film, resi famosi dalla Universal, Licantropus sceglie infatti di ricorrere pochissimo alla CGI e agli effetti digitali, per dedicarsi invece a quelli prostetici e materiali, che da un certo punto di vista riescono davvero a catapultarci indietro nel tempo, nonostante di fatto, l’episodio si ambientato ai giorni nostri, per la precisone dopo gli eventi di Thor: Love and Thunder, il quarto capitolo dei film dedicati al personaggio di Chris Hemsworth. Il bianco e nero, inoltre, ci permette di assistere a scene più pulp di quanto ci saremmo mai aspettati di trovare in una serie Marvel, tra amputazioni di arti, colpi violenti e schizzi di sangue sulla camera. Senza la vividezza dei colori, infatti, tali scene sembrano edulcorate agli occhi dei più piccoli, cosa che ha permesso di mostrare aspetti di violenza (anche gore) da cui gli Studios si erano sempre tenuti lontani.
A dirigere l’operazione troviamo Michael Giacchino, sì, avete capito bene, l’incredibile compositore che ha creato la strepitosa colonna sonora di Lost, Fringe nonché di famosissimi film che vanno dal mondo di Star Wars a quello de Il Pianeta delle Scimmie, passando per Jurassic World, The Batman e tanti film della Marvel (per citare solo alcuni dei suoi lavori più noti). Musicista e compositore, ma a quanto pare anche saggio e sperimentale regista capace di dare una propria impronta all’intera operazione: le sue scelte registiche sono infatti una delle cose più belle in assoluto della pellicola, tra inquadrature ricercate e omaggi al cinema di genere horror del passato.
E con un uomo del genere a dirigere, la colonna sonora non poteva essere assolutamente da meno: anche in questo caso l’omaggio ai grandi cult del genere è palese, ma tali sonorità hanno anche una propria identità e riescono a incorniciare al meglio sia i momenti più concitati, dai feroci combattimenti (chiari e puliti nella loro esecuzione e ripresa), fino alle scene di dialogo più intense. Buono risulta essere l’aspetto orrorifico, che anche pur non spaventando crea atmosfera e sequenze di sana inquietudine. I momenti divertenti tipici del filone d’altra parte non mancano, ma essi sono pochi e ben contestualizzati e non stancano lo spettatore.
Senza fare troppi spoiler sui risvolti di trama, possiamo dirvi che i protagonisti della storia, Jack Russell (il nostro Licantropus) e Elsa Bloodstone, seppur nella brevità di questa loro prima apparizione sugli schermi di Disney Plus, ne emergono come grandi vincitori, capaci di spiccare tra le varie comparse sopra le righe che hanno solo il compito di frapporsi tra loro e l’obiettivo finale. Menzione d’onore va poi a Man-Thing, l’Uomo Cosa, iconico e fantastico seppur presente per davvero poco tempo: nonostante lo scarso minutaggio a lui dedicato, il personaggio riesce infatti a rubare letteralmente la scena e a diventare sin da subito il fan favorite del pubblico. E questa a noi pare una grande vittoria!
Jack Russell aka Licantropus, Elsa Bloodstone e Man Thing riescono infatti a trovare una propria caratterizzazione, seppur ancora superficiale, che li rende simpatici al pubblico, che da parte sua, spera già di poterli rivedere in altri prodotti del Marvel Cinematic Universe.
Ma riproporli al pubblico è davvero nei piani di Kevin Feige e compagnia? Ma soprattutto, è davvero possibile riuscire a trasferire l’unicità e l’originalità che stanno dietro a questo particolare progetto all’interno dello stile tipicamente MCU? La trasformazione di Jack Russell in Licantropus riuscirebbe mai a essere presa sul serio, così come è stata pensata per il mediometraggio? Qualcosa sicuramente dovrebbe cambiare, ma se la Marvel degli ultimi tempi ci ha insegnato qualcosa, tra multiversi, varianti e grandi ritorni, è che niente è realmente impossibile. Speriamo dunque di poter rivedere prossimamente i nostri protagonisti a fianco di altri personaggi che condividono un simile DNA legato al soprannaturale: Blade, Moon Knight e Black Knight paiono essere i nomi più papabili. E voi che dite?