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I 10 MacGuffin più geniali nella storia del cinema

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Vi leviamo subito la tentazione: non stiamo parlando di un hamburger. Il MacGuffin, a volte scritto anche McGuffin, è un espediente narrativo che viene spesso utilizzato nei film (praticamente inesistente nelle serie televisive) per avviare la storia e far sì che i personaggi abbiano qualcosa da fare.
L’invenzione di questo artificio è da attribuirsi al famoso regista Alfred Hitchcock che l’ha utilizzato in moltissimi suoi film, quasi fosse, insieme ai suoi camei, una sorta di firma.

Il MacGuffin può essere un oggetto, una persona ma anche una frase o un concetto che ha un’importanza elevate per i protagonisti del film. Solitamente fa la sua apparizione all’inizio della vicenda e mano a mano che questa si sviluppa scompare nel nulla tornando poi, spesso ma non sempre, alla fine. Attraverso il MacGuffin la storia si avvia e grazie a lui accadono gli avvenimenti. Al tempo stesso per lo spettatore l’oggetto (o la persona) non ha alcun significato o valore e facilmente se ne dimentica. In pratica il MacGuffin alimenta la trama ma non influisce sulla storia.

Non è propriamente semplice definirlo anche perché nel corso del tempo vari registi ne hanno usufruito secondo le loro necessità artistiche. Secondo la definizione di Hitchcock il MacGuffin è il nulla al quale tutti i personaggi danno un valore vitale per far sì che lo spettatore si incuriosisca. George Lucas, invece, era convinto che l’espediente dovesse essere importante sia per personaggi che per lo spettatore e quindi quest’ultimo dovesse essere al corrente, fin da subito, del suo significato.

La storia del cinema è piena di MacGuffin. Per lo più vengono utilizzati nei thriller ma anche le più romantiche storie d’amore ne hanno fatto e ne fanno uso. Di seguito ne trovate dieci tra i più iconici della storia del cinema.
Li conoscevate già? Ne conoscete altri? Fatecelo sapere nei commenti!


1) Il club dei 39

Gli storici del cinema fissano ufficialmente con questo film la nascita del MacGuffin. Uscito nel 1935, il film è considerato ancora oggi un vero capolavoro. La sceneggiatura prende spunto dal romanzo di John Buchan, I trentanove passi, ed è stata scritta da Charles Bennet e Iah Hay. La regia è del grandissimo Alfred Hitchcock il quale considerava questo film come uno dei suoi più riusciti.
La storia vede protagonista Richard Hannay (Robert Donat) il quale si ritrova invischiato in una intricata vicenda di spionaggio. Durante una serata in un locale viene avvicinato da un’agente del Servizio Segreto Inglese (Lucie Mannheim) la quale chiede il suo aiuto per seminare dei killer venuti per ucciderla. Nella notte l’agente segreto irrompe in casa di Hannay, gli dice di essere al corrente di un piano per rubare i progetti di un motore per un aereo da guerra e lo convince a sostituirla prima di morire tra le sue braccia. Hannay abbandona la casa dove stava dormendo facendo perdere le sue tracce. Salito su un treno diretto in Scozia scopre di essere al centro di una importantissima caccia all’uomo perché accusato di aver ucciso una donna nel suo appartamento.

Il MacGuffin utilizzato da Hitchcock in questo film corrisponde ai piani dell’aereo. Come da copione essi vengono annunciati all’inizio del film dall’agente segreto per poi scomparire nel dimenticatoio e ricomparire solamente alla fine. Grazie all’eccezionale regia di Hitchcock lo spettatore si dimentica completamente di questi piani troppo preso a combattere, metaforicamente parlando, accanto al protagonista nell’ennesima lotta tra il Bene e il Male.

2) Titanic

Uscito nelle sale cinematografiche di tutto il mondo nel 1997, Titanic è uno di quei film che non ha bisogno di presentazioni. Scritto e diretto da James Cameron e interpretato da Leonardo DiCaprio e Kate Winslet, il film fu trionfatore alla notte degli Oscar vincendo ben undici statuette uguagliando così il record finora detenuto da Ben Hur.

James Cameron presenta il suo MacGuffin all’inizio del film. Vediamo se avete capito di che si tratta. Esatto, è il Cuore dell’Oceano, il grosso gioiello che il cacciatore di tesori Brock Lovett sta cercando all’interno del relitto del celebre transatlantico. Lovett e la sua squadra recuperano la cassaforte dove si dovrebbe trovare il gioiello ma una volta aperta scoprono che al suo posto è sistemato il ritratto di una giovane donna nuda che indossa la collana al collo. La scoperta fa il giro del mondo e l’ormai centenaria Rose ne viene a conoscenza e decide di recarsi sul battello di ricerca raccontando poi tutta la storia che ben conosciamo.
Alla termine del film il MacGuffin fa la sua apparizione finale diventando un simbolico pegno d’amore di Rose verso Jack. La donna, infatti, decide di consegnarlo alle gelide acque dell’oceano come chiusura del cerchio del loro breve ma intenso amore.

3) Octopussy – Operazione Piovra

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Octopussy è un film di spionaggio del 1983, il tredicesimo della saga dedicata a James Bond, l’immaginario agente del Servizio Segreto di Sua Maestà con licenza di uccidere ideato da Ian Flemming. Si tratta del sesto film interpretato da sir Roger Moore ed è stato diretto da John Glen sulla sceneggiatura scritta da George MacDonald Fraser.

A Bond viene assegnato il compito di seguire un generale sovietico dedito al furto di gioielli e oggetti d’arte dal Cremlino. Il generale rivende questi oggetti al miglior offerente sul mercato nero e molti di essi, compreso il nostro MacGuffin, finisco nelle mani del ricco principe Kamal Khan il quale, manco a dirlo, è deciso a forzare il disarmo nell’Europa Occidentale scatenando un olocausto nucleare.

Il film inizia con la morte di un collega di Bond che si schianta contro un muro della residenza dell’ambasciatore britannico a Berlino Ovest dopo esser scappato da due agenti sovietici, gemelli e lanciatori di coltelli. L’agente 009 ha con sé un uovo di Fabergé, il MacGuffin. Questo prezioso oggetto, tra un passaggio di mano e l’altro e uno scambio tra vero e contraffatto, è capace di alimentare la curiosità dello spettatore fino alla fine del film. Perché muoiono così tante persone e vengono spesi così tanti quattrini per averlo? Cosa rappresenta all’interno della storia? Ma soprattutto cosa contiene al suo interno? Per avere una risposta a queste domande vi consigliamo di vedere il film.

4) Salvate il soldato Ryan

A volte il MacGuffin può anche essere una persona. È il caso del soldato Ryan (Matt Damon) nel meraviglioso film di Steven Spielberg, vincitore di cinque Oscar e altri svariati premi tra cui due Golden Globe.
Dopo l’incredibile inizio rappresentante lo sbarco in Normandia ai soldati del Capitano Miller (Tom Hanks) viene affidata la missione che tutti quanti conosciamo bene: recuperare l’unico figlio della signora Ryan e riportarlo a casa. Il gruppo del Capitano Miller attraversa le campagne della Francia subendo perdite terribili fino al compimento della missione, una missione che, a un certo punto, viene messa in discussione.

Il soldato Ryan, all’oscuro della perdita dei fratelli e della missione nei suoi confronti, quando viene finalmente rintracciato subisce un violento trattamento dai superstiti che lo considerano un peso. Il carisma del Capitano Miller e un’azione di guerra da eroi riesce a rimettere il gruppo in carreggiata e a far sì che il sacrificio di molti ne valesse la pena.
Le ultime, celebri, immagini di Ryan anziano sulla tomba del Capitano Miller, a distanza di oltre quarant’anni, sono estremamente toccanti e danno una risposta alle parole pronunciate dal personaggio di Tom Hanks poco prima di morire.

5) Una notte da leoni

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Restando in tema di esseri umani utilizzati come MacGuffin non possiamo non citare Douglas “Doug” Billings (Justin Bartha), quarto membro dello squinternato quartetto di amici composto da Philipp “Phil” Wenneck (Bradley Cooper), Stuart “Stu” Price (Ed Helms) e Alan Garner (Zach Galifianakis).
I quattro amici decidono di festeggiare l’addio al celibato di Doug a Las Vegas occupando una lussuosa suite al Caesars Hotel. Una volta occupata la stanza brindano alla notte che sta per iniziare non sapendo che il giorno successivo si risveglieranno con l’incubo più brutto al quale avrebbero potuto andare incontro: la sparizione di Doug.

Doug è perfetto come MacGuffin. Dei quattro è quello con la testa sul collo, in procinto di sposarsi con una bellissima ragazza. Ha un suocero maniaco del controllo e lavora per un’agenzia immobiliare. Dopo il brindisi i tre superstiti si svegliano nella suite praticamente rasa al suolo. Si vede una gallina che passeggia indisturbata in mezzo a bottiglie vuote e vestiti sparsi; nel bagno c’è una tigre e nel ripostiglio un neonato che piange. Rendendosi conto di aver perso il loro amico decidono di darsi da fare attraverso i pochi indizi sparsi nella camera d’albergo e i minuscoli ricordi dispersi nella memoria.

Doug, come ogni MacGuffin che si rispetti, è il motore che dà il via all’azione e ricompare sul tetto dell’hotel dopo che i suoi amici ne hanno passate di tutti i colori per ritrovarlo.

6) Star Wars

La saga di George Lucas è piena di MacGuffin. C’è chi ha individuato nella Forza, per esempio, uno dei MacGuffin più potenti della storia del cinema. Ma qui, probabilmente, si rischia di sforare in un lungo discorso filosofico per cui ci limiteremo a citare R2-D2 (o C1-P8 secondo il vecchio doppiaggio originale) che da droide  specializzato nell’interfacciarsi con ogni sorta di computer si trasforma in MacGuffin nel momento in cui la Principessa Leila introduce nei suoi circuiti mnemonici i dati inerenti i progetti della Morte Nera, un attimo prima che le astronavi dell’Impero abbordino quella della Resistenza. Il piccolo droide si trasforma da bidone dell’immondizia a speranza per la Resistenza e introduce Luke Skywalker in una delle più belle storie mai inventate.

È lo stesso Lucas, sceneggiatore, regista e produttore di Guerre Stellari a dire la sua in merito, elaborando il concetto espresso da Alfred Hitchcock: “a mio avviso un MacGuffin non può non far parte della storia. Non può semplicemente dare il via alla narrazione e poi sparire e venire dimenticato. Credo, invece, che il pubblico debba preoccuparsene esattamente come se preoccupano i protagonisti dell’avventura“.

7) Citizen Kane – Quarto Potere

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Citizen Kane, una volta conosciuto in Italia col titolo di Quarto Potere, è un film scritto, diretto, prodotto e interpretato da Orson Welles. Uscito nel 1941 è considerato uno dei capolavori della cinematografia. Citizen Kane ottenne nove candidature agli Oscar vincendo una sola statuetta, quella di miglior sceneggiatura ma aldilà dei premi è un film che tratta diversi argomenti con un stile che ha lasciato un’impronta indelebile nell’avvenire cinematografico.

Il film racconta in maniera quasi biografica la vita di Charles Foster Kane, magnate americano dell’editoria. Le immagini iniziali ci portano nella sua residenza. L’uomo che sta per morire tiene in mano una palla di vetro, di quelle con la neve dentro. Le sue ultime parole sono “bocciolo di rosa“. La morte di Kane diventa subito la notizia più importante in tutto il mondo e un giornalista, Jerry Thompson (William Alland) decide di scoprire il significato di quelle parole.

Per tutto il film il giornalista indaga nella vita di Kane per cercare di scoprire cosa vogliano dire quelle parole. Ecco, il nostro MacGuffin. Non è un oggetto, non è una persona ma sono delle parole. Un’altra tipologia di MacGuffin altrettanto interessante e ben sfruttata.

8) Casablanca

Dopo Quarto Potere un altro capolavoro del cinema in bianco e nero ha usufruito di un MacGuffin per farci vivere una storia indimenticabile. Uscito nel 1942, Casablanca è un altro di quei film ad aver scritto la storia del cinema. Candidato a otto premi Oscar ne vinse tre: come miglior film, miglior regista (Michael Curtiz) e miglior sceneggiatura.
Il film è ambientato a Casablanca, durante la Seconda Guerra Mondiale. La città marocchina è considerata un porto franco e da lì transitano spie, armi e quanto altro. A Casablanca vive un ex contrabbandiere (Humphrey Bogart) il quale si ritrova a dover scegliere tra l’amore verso la sua vecchia fiamma (Ingrid Bergman) e sacrificare la sua felicità per un bene superiore aiutandola a salvarsi insieme al marito, un eroe della Resistenza antinazista.

Il MacGuffin di Casablanca sono i documenti di transito necessari per poter lasciare la città senza avere problemi con la polizia e i nazisti. Questi documenti finisco nelle mani di Bogart il quale ha la possibilità di bruciarli oppure di consegnarli alla donna della sua vita. Ovviamente l’affascinante Rick deciderà la cosa giusta da farsi e… suonala ancora, Sam!

9) Il grande Lebowsky

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Drugo voleva solo il suo tappeto. Nessuna avidità. È che dava… un tono all’ambiente“. Eccolo qua, subito svelato, il MacGuffin de Il grande Lebowsky, film dei fratelli Cohen, uscito nel 1998 e diventato un cult tanto da aver ispirato una religione che consta di migliaia di adepti.
Drugo è uno la cui filosofia di vita recita più o meno così: vivi e lascia vivere. Ma ha dei principi e soprattutto detesta chi si introduce in casa sua sporcandogli il tappeto. Perché va bene venire picchiato ma farsi urinare sul tappeto, questo no.
Così, dopo essersi bevuto l’ennesimo white russian e aver giocato a bowling con i suoi amici più fidati decide che è tempo di ottenere un risarcimento.

Le avventure di Drugo sono incredibili, se non conoscete il film vi consigliamo caldamente di vederlo. Ma ciò che è ancora più incredibile sono tutti quei personaggi che sarà costretto a scoprire a causa di un semplice tappeto. Il cast de Il grande Lebowsky è composto da Jeff Bridges, John Turturro, Steve Buscemi, John Goodman e una splendida Julianne Moore.

10) Pulp Fiction

Nessuno sa cosa ci sia dentro quella valigetta. Forse nemmeno Quentin Tarantino. In realtà, come spesso accade con i MacGuffin, non è importante l’oggetto in sé quanto quello che scatena. E la valigetta di Marsellus Wallace, di cose, ne scatena abbondantemente. A cominciare dalla feroce strage compiuta da Vincent e Jules per recuperarla.

Che la valigetta sia importante lo si capisce ogni volta che viene aperta. Lo sbrilluccichio che ne scaturisce fuori lascia intendere che dentro ci sia qualcosa di fondamentale. Ma cosa ci sia non lo sapremo mai. Chi dice il vestito d’oro di Elvis, chi dei banalissimi diamanti, chi ancora l’anima di Marsellus Wallace. È un mistero irrisolto che non scopriremo mai.

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