Margaret Qualley è ancora una volta al centro della scena, questa volta nel thriller psicologico The Substance di Coralie Fargeat, dove affianca Demi Moore in un’opera che mostra brutalmente i confini dell’identità e del controllo sul proprio corpo. Il film rappresenta una svolta per entrambe le attrici, ponendole in un contesto di horror corporeo che combina elementi di ironia e critica sociale. MUBI, che ha presentato il film in anteprima, ha dato vita a un racconto visivamente crudo, rivelando i lati più oscuri del desiderio di giovinezza e del confronto con la mortalità.
Con The Substance, la Qualley interpreta Sue, una versione giovane della protagonista Elisabeth interpretata da Moore. Il ruolo esplora la dinamica complessa e inquietante tra le due, ampliando la portata emotiva e fisica delle performance. Questo progetto non solo consolida la bravura dell’attrice, ma aggiunge anche una nuova sfaccettatura alla sua carriera.
Margaret Qualley, figlia d’arte di una bravura unica
Margaret Qualley, figlia della famosa attrice Andie MacDowell, è riuscita a costruire un’identità artistica unica. Lontana dalle aspettative che possono accompagnare chi cresce in una famiglia di celebrità. La sua carriera è iniziata con ruoli secondari, ma Qualley ha saputo affermarsi in breve tempo come interprete versatile e profonda. Capace di dare vita a personaggi intensi e complessi, sin dall’inizio ha scelto ruoli che esigono un certo livello di introspezione e vulnerabilità emotiva, dimostrando una maturità artistica ben al di là della sua età. Uno dei ruoli che ha segnato la svolta per la sua carriera è stato quello in Maid (qui trovi 7 curiosità sulla struggente serie), dove ha interpretato Alex, una giovane madre che cerca di sfuggire a una relazione abusiva e di ricostruirsi una vita nonostante le difficoltà economiche (la trovi qui in streaming).
La serie, ispirata a una storia vera, ha messo in evidenza la capacità di Qualley di interpretare un ruolo complesso e psicologicamente intenso, e ha attirato su di lei il plauso di critica e pubblico. Il ruolo di Alex ha richiesto un’interpretazione che sapesse cogliere la vulnerabilità e la determinazione, una sfida che la Qualley ha affrontato con naturalezza, portando in scena emozioni autentiche e palpabili. In The Substance, Qualley dimostra nuovamente la sua bravura in un contesto molto diverso, interpretando una versione idealizzata e inquietante del personaggio di Elisabeth (Demi Moore). Questa scelta di ruolo testimonia il coraggio dell’attrice di confrontarsi con personaggi fuori dall’ordinario, in cui si esplorano i limiti dell’identità e le dinamiche del controllo psicologico e corporeo.
Margaret Qualley al fianco di Demi Moore in The Substance
The Substance rappresenta una collaborazione inedita tra Margaret Qualley e Demi Moore, creando un’affascinante tensione scenica che riflette la loro dinamica nel film. Nella storia, la Moore interpreta Elisabeth, una celebrità in declino che cerca disperatamente di riconquistare la giovinezza con l’aiuto di una sostanza sperimentale. Margaret Qualley, nel ruolo di “Sue”, rappresenta una versione giovane e rinnovata di Elisabeth, ma le due protagoniste non condividono la stessa coscienza, creando così un rapporto pieno di ambiguità e conflitto (qui trovi la nostra recensione del film, un body horror che unisce grottesco e fascinazione).
La Moore, conosciuta per aver sempre abbracciato ruoli fisicamente impegnativi (come in G.I. Jane), porta un’intensità emotiva che si bilancia perfettamente con l’energia giovanile della Qualley. Insieme, le due attrici danno vita a una storia di rivalità e complicità, una dicotomia che rappresenta simbolicamente la tensione tra passato e presente. Qualley interpreta Sue con una sottigliezza che contrasta con il carattere più drammatico di Elisabeth, rendendo visibile la differenza tra il desiderio di accettazione di Sue e la disperazione di Elisabeth per la perdita del proprio corpo e del proprio status.
La trasformazione fisica che ha fatto l’attrice per The Substance
Per interpretare Sue in The Substance, Margaret Qualley ha affrontato una trasformazione fisica che va oltre il semplice trucco cinematografico, immergendosi in un lavoro di caratterizzazione che ha richiesto non solo protesi ma anche una profonda cura per i dettagli di postura e movimento. La sua interpretazione, infatti, ruota attorno al tema del “doppio”: Margaret Qualley incarna una versione perfezionata e artificiale del personaggio di Elisabeth, interpretata da Demi Moore, in un modo che riflette l’ossessione per la giovinezza e la bellezza in un contesto surreale e grottesco. Per ottenere l’effetto visivo richiesto, l’attrice ha utilizzato un busto in silicone e altri accorgimenti protesici che ne hanno accentuato la “falsità”. Questo aspetto visivo è stato concepito per dare allo spettatore una sensazione di inquietudine, enfatizzando l’irrealtà della bellezza perfetta e artificiale che Sue incarna.
Il trucco e le protesi hanno richiesto lunghe sessioni di preparazione ogni giorno di riprese, in modo che Qualley apparisse come un ideale distorto di giovinezza e perfezione. Le protesi, unite a una specifica scelta di cosmetici resistenti, come quelli di Danessa Myricks, sono servite per mantenere l’aspetto impeccabile anche durante scene fisicamente intense e danzate, rimanendo però volutamente “innaturale” nella resa visiva. Insieme a queste trasformazioni esterne, la Qualley ha studiato movimenti e posture peculiari per accentuare l’idea che il personaggio fosse una sorta di “creazione” e non una persona reale. La sua interpretazione richiama volutamente la mancanza di autenticità e la tensione costante nel mantenere questa perfezione impossibile, trasmettendo al pubblico la fragilità e il disagio del personaggio. Il risultato è una performance fisica e psicologica che amplifica il tema centrale del film, sfidando il pubblico a riflettere sull’ossessione per la giovinezza e sul prezzo della bellezza artificiale.
La sua interpretazione in The Substance e l’accoglienza
L’interpretazione di Margaret Qualley in The Substance ha ricevuto elogi per la sua capacità di incarnare un personaggio che è allo stesso tempo un simulacro di perfezione e un riflesso dell’ossessione della società per la giovinezza. La critica ha apprezzato il modo in cui Qualley bilancia l’intensità e la vulnerabilità di Sue, offrendo una performance che rivela sia l’ingenuità del personaggio che la sua crescente consapevolezza della propria condizione.
La regia di Coralie Fargeat accentua il contrasto tra l’innocenza di Sue e la disillusione di Elisabeth, sottolineando il desiderio disperato di quest’ultima di controllare il proprio corpo anche attraverso un’altra persona. L’accoglienza della critica è stata positiva, con molti che hanno elogiato il coraggio della Qualley nell’interpretare un ruolo così particolare e viscerale, dimostrando ancora una volta la sua abilità di attrice capace di adattarsi a ogni sfida.