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10 film biopic che sono anche dei grandissimi thriller

3) 127 Ore

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James Franco nel ruolo dell’esploratore Aron Ralston

L’incredibile storia di 127 Ore, film del 2010 diretto da Danny Boyle, è basata sul libro Between a Rock and a Hard Place scritto da Aron Ralston. Ralston è un alpinista statunitense, interpretato da James Franco, che rimase intrappolato in un canyon dello Utah per cinque giorni nel 2003. La narrazione segue la sua incredibile esperienza di sopravvivenza, da cui riuscì a uscire vivo grazie alla propria determinazione nonostante le condizioni estreme in cui si trovava. Nel 2003 Ralston partì alla volta del Blue John Canyon per un’escursione solitaria e senza avvisare nessuno dei suoi piani. Durante una discesa all’interno del canyon, una frana bloccò l’escursionista immobilizzandolo completamente contro una delle pareti rocciose. Da quel momento comincia una ansiogena e claustrofobica lotta alla sopravvivenza che ha reso questo film un caposaldo del genere survival.

Il protagonista si ritrova incastrato, senza alcun modo di chiamare aiuto e con risorse molto limitate dal punto di vista dell’equipaggiamento. Per giorni Ralston rimase bloccato, dato che il masso schiacciò il suo braccio destro contro la parete del canyon. Il protagonista affronta la disidratazione e l’ipotermia nella speranza di ricevere aiuti miracolosi. Alla fine, spinto dal proprio istinto di sopravvivenza, Ralston prese la difficile decisione di auto amputarsi il braccio. Durante i giorni passati bloccato nel canyon, il protagonista rivive la propria esistenza attraverso flashback e allucinazioni che restituiscono un’immagine riflessiva del personaggio. Ralston riuscì con successo ad amputarsi il braccio per poi scalare una parete di venti metri e camminare, in condizioni fisiche tragiche, fino all’incontro con una famiglia olandese in escursione. Questo film è noto per la sua rappresentazione grafica e realistica delle sfide fisiche ed emotive affrontate da Ralston, creando un’esperienza filmica intensa e coinvolgente.

4) Argo, vincitore del Premio Oscar al miglior film nel 2013

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Bryan Cranston e Ben Affleck in Argo

La pellicola è diretta da Ben Affleck, al suo terzo film da regista, ed è basata su eventi realmente accaduti durante la crisi degli ostaggi in Iran tra il 1979 e il 1981. La trama racconta la missione di salvataggio orchestrata dalla CIA per liberare sei diplomatici americani rifugiati nella residenza dell’ambasciatore canadese a Teheran. Lo sfondo narrativo è quello della rivoluzione iraniana, culminata con l’assalto all’ambasciata statunitense da parte dei manifestanti, evento che portò alla cattura di 52 ostaggi.

Tra questi, sei diplomatici americani riescono a fuggire, trovando rifugio presso l’ambasciatore canadese. Il film narra della corsa contro il tempo della CIA, che ha il compito di mettere tutti in salvo prima che il rifugio venga scoperto. Ben Affleck interpreta Tony Mendez, agente della CIA specializzato in esfiltrazioni. Questi sviluppa un piano disperato quanto audace: far passare i sei americani per una troupe cinematografica canadese in Iran per un sopralluogo.

Con l’aiuto di un truccatore e di un produttore di Hollywood, Mendez crea una falsa produzione cinematografica per un fittizio film di fantascienza chiamato Argo. Nonostante il tempo a disposizione degli agenti sia minimo, il tutto viene orchestrato nel minimo dettaglio. Mendez fa preparare storyboards, poster, pubblicità su riviste specializzate e persino una conferenza stampa con l’obiettivo di dare credibilità al progetto. Lo stesso Mendez scende in campo in prima persona, recandosi a Teheran con documenti falsi e identità canadesi per i sei diplomatici americani. Il film è caratterizzato da un continuo stato di suspence che permea la narrazione dal primo momento fino alla fine. Argo, tra i migliori film biopic degli ultimi vent’anni, racconta una storia vera talmente assurda ed emozionante da sembrare essa stessa l’idea di un film, aspetto che si sposa benissimo con la metacinematografia di fondo.

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