1) Primo posto per il film da vedere Le Ali della Libertà – 9.3
Primo posto per Le Ali della Libertà, la pellicola diretta da Frank Darabont e tratta dal romanzo di Stephen King. Seppur adesso considerato un grande cult, la pellicola non ebbe granché soddisfazione al botteghino, incassando una cifra che non riuscì a sostenere neanche il budget speso per la produzione. Per diverso tempo si cercò di capire quali furono le problematiche e le ragioni di tale insuccesso. L’attore protagonista Morgan Freeman accusò, ad esempio, la distribuzione troppo vicina a pellicole come Pulp Fiction e Forrest Gump, sviluppando però anche una tesi più profonda nei confronti della tematica. Secondo l’attore, infatti, il tema carcerario era ancora un tabù, un argomento che, invece che avvicinare, allontanava il pubblico.
Le cose cominciarono a migliorare grazie agli Oscar che lo candidarono in ben sette categorie. Anche se senza alcuna vittoria, Le Ali della Libertà da quel momento riuscì a farsi conoscere e apprezzare, trovando nel pubblico un vero e proprio riconoscimento. Al centro della storia in questo caso troviamo Andy, un banchiere accusato di aver ucciso sua moglie e il suo amante. Una volta giunto in prigione, Andy conosce Red, stringendo un sincero legame. Per anni, i due cercano di sopravvivere a quell’ambiente disfunzionale, caotico e violento. Sognando un futuro lontano da quel posto, Andy fugge dopo aver fatto promettere all’amico di, un giorno, rivedersi in una cittadina in campagna.
Un film, questo, che sa di speranza, di evasione nel senso più metaforico del termine. Perché anche aldilà di tutte quelle mura, i protagonisti non hanno mei smesso di ritargliarsi un attimo per sperare una vita diversa, fatta di case in campagna e strade da cui ricominciare da capo. Ancora adesso, Le Ali della Libertà rimane un cult risarcito dal tempo. Una pellicola con cui le lancette dell’orologio sono state gentili, restituendogli – per ogni momento passato dalla sua distribuzione – esattamente tutto quel che non aveva ottenuto in quel momento.
Ritorna così uno dei temi più delicati delle opere di Stephen King, e ritorna anche la grandezza di una vita che, anche se non è come si vuole, ha sempre la possibilità di cambiare. Di evolvere. Cambiare strada, abbattere le mura che ci seperano dalla felicità, e portarci esattamente lì dove avremmo sempre voluto. Come in una casetta nella campagna del Messico.