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La Classifica dei 10 Migliori Film del 2024

Dune II è sicuramente tra i Migliori Film del 2024
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Le peggiori Serie Tv (che, per noi, sono state queste 10), le migliori, le più deludenti (esattamente queste qui), le più snobbate. Quando arriva il momento di fare i conti con l’annata appena passata bisogna prendere in considerazione ogni piccola e grande cosa. E a questo non fa eccezione neanche il grande schermo. Il 2023 era stato un anno straordinario per il grande schermo (qui la classifica dei migliori film). Il ritorno di Nolan con Oppenheimer, il fenomeno mediatico Barbienhaimer, film di altissimo livello. Il 2024 forse non è stato all’altezza della scorsa annata, ma qualcosa di davvero grande ne è venuto fuori. Qualcosa come Parthenope, il nuovo grande successo di Paolo Sorrentino, o qualcosa come il recente secondo capitolo di Dune II. Tra i migliori film del 2024 si nascondono grandi e piccole opere.

Alcuni li abbiamo visti arrivare, altri sono rimasti più in silenzio, ma è adesso venuta l’ora di far luce su ognuna di queste produzioni attraverso la consueta classifica di fine anno. Siete pronti a scoprire quali sono i migliori film del 2024? Andiamo!

Da Conclave a The Substance: la classifica dei 10 migliori film del 2024

10) Il Robot Selvaggio – Chris Sanders, uno dei migliori film d’animazione del 2024

Roz in una scena de Il Robot Selvaggio, uno dei migliori film del 2024
Credits: DreamWorks Animation

I film d’animazione sanno parlare dell’umanità con quella delicatezza che a volte agli umani manca. Lo sa bene Chris Sanders che firma l’adattamento cinematografico dell’omonimo libro illustrato di Peter Brown. E’ complicato raccontarci. Lo è tantissimo. Soprattutto se si ha intenzione di raccontare il nostro peggio, trasformandolo nel meglio. Dandoci la delicatezza che a volte ci manca, le parole che non sappiamo dire, la cura che non sappiamo dare. In Il Robot Selvaggio tutto questo viene raccontato, lasciando a un robot e a degli animali il compito di essere tutto quel che a volte noi umani non sappiamo essere. Con alcune delle voci più importanti di Hollywood – come Pedro Pascal e Bill Nighy – Il Robot Selvaggio ci porta con sé all’interno di una storia commovente e di pura tenerezza.

Al centro della narrazione troviamo infatti Roz, un robot selvaggio che, precipitando, si ritrova in un’isola in cui non esistono esseri umani, ma solo animali. Attivato accidentalmente, il robot viene accolto da una fauna che fin da subito gli metterà i bastoni tra le ruote, non riconoscendolo come un proprio simile. Attaccato da più specie, il robot si ritrova a cadere su un nido, uccidendo completamente una famiglia di oche. Ma in mezzo a questo disastro, un uovo riuscirà a salvarsi. Verso di lui Roz proverà immediatamente un senso di dovere, riconoscenza, senso di colpa che lo porteranno a sviluppare con lui un legame ben più profondo che andrà oltre qualsiasi differenza.

Il suo obiettivo è preparare l’animale al momento della migrazione. Insieme a lui, in questo tentativo, ci sarà anche una furba volpe dalle intenzioni ambigue. Il resto vale la pena scoprirlo in autonomia. Quel che vi aspetta vale la pena conoscerlo direttamente. Quella delicatezza, che avrete di certo intuito, è bene che la restituisca direttamente Il Robot Selvaggio che, però, di selvaggio ha ben poco. Perché esiste un mondo dietro ogni congettura. Dietro ogni timore nei confronti di quel che non conosciamo. E Il Robot Selvaggio lo dimostra al meglio delle sue possibilità, portandoci con sé all’interno di una storia che non dimenticherete e di cui scoprirete di non poter fare a meno. Perché questo 2024 ci ha regalato tante e, tra le tante cose, ci ha anche insegnato qualcosa che vale la pena ricordare sempre.

9) La Stanza Accanto, uno dei migliori film del 2024 di Pedro Almodóvar

Tilda Swinton e Julianne Moore in una scena de La Stanza Accanto, uno dei migliori film del 2024
Credits: El Deseo

Grandi attrici per un grande regista. Questo 2024 non poteva che concludersi con il ritorno di una delle più grandi firme al mondo. Stiamo parlando di Pedro Almodóvar, la mente e la mano dietro opere dal calibro di Tutto su mia Madre. Fresco di Leone D’Oro in quel del Festival di Venezia, La Stanza Accanto è arrivata sul grande schermo con tutte le aspettative che un regista come Almodòvar merita. Vita e morte: sono queste le premesse de La Stanza Accanto, una pellicola che arriva sul grande schermo dandoci uno schiaffo in faccia. Facendoci risvegliare dal sonno profondo. Perché la vita è un sali-scendi. Una montagna russa di gioie e dolori. Vorremmo dire che l’intensità di una gioia sia pari a quella di un dolore, ma mentiremmo. Perché un dolore, purtroppo, a volte sa come fare più male.

Come nel caso di Ingrid e Martha, le due protagoniste de La Stanza Accanto. Martha è stata una corrispondente di guerra. E’ malata. Gravemente malata. Sottoposta a una cura sperimentale, sa già come comportarsi nel caso in cui non ci fossero possibilità. Come, insomma, farla finita. Si abbandonerà a una pillola comprata tramite il dark web, e così spegnerà la luce. Ingurgitare e aspettare: sono queste le premesse del suo futuro nel caso in cui qualcosa non dovesse andare secondo i piani. Ma in quel caso non sarà da sola. Accanto a sé ci sarà Ingrid, una scrittrice di successo che, nelle pagine del suo ultimo libro, ha esorcizzato il suo timore della morte, la sua non comprensione nei confronti di un avvenimento che con sé porta via tutto. Come se annullasse ogni cosa. Ingrid non capisce questo meccanismo che ti riduce nel tuo stesso fantasma.

Ma Ingrid dovrà fare uno sforzo. Dovrà cercare di capirlo, e assecondare i desideri di chi la morte la vede come una possibile strada prossima. Martha non gode di un ottimo rapporto con la figlia e, così, decide di chiedere a Ingrid di soggiornare nella stanza accanto alla sua nel caso in cui dovesse decidere di abbandonarsi completamente a quella che, almeno per il momento, è solo un’opzione. Mai come in questo caso, la morte e la malattia non saranno viste soltanto dagli occhi di chi la vive sulla propria pelle, ma anche dagli occhi di chi fa da spettatore. Di chi, ogni giorno, cerca di provvedere ai bisogni, alle necessità.

Perché la malattia non colpisce soltanto chi la vive. Colpisce anche chi resta impotente a guardare il suo vicino di stanza deteriorarsi sempre di più, non capendo cosa fare prima. Come agire. Aiutare. Come soccombere a quella mancanza che strazia e uccide lentamente. Perché la malattia non è fine a se stessa. E, quando fa il suo corso, travolge anche chi resta. E scopre di doversi re-inventare.

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