2) Anora – Sean Baker
Al secondo posto Anora, la pellicola vincitrice della 77ª edizione del Festival di Cannes. Con un premio così sulle spalle le aspettative non erano di certo poche, ma Anora riesce a soddisfarle tutte dando vita a un piccolo e grande Pretty Woman dei giorni nostri. Prendi il meglio di un cult, utilizzalo a tuo piacimento e poi creaci sopra una nuova narrazione: questi i presupposti di partenza di Anora che, dopo averli chiariti e messi in evidenza, dimostra di sapere andare oltre riuscendosi a distaccarse da qualsiasi paragone o similitudine, mostrandosi indipendente e libera. Indipendente e libera proprio come la sua progonista. Anora, detta Anì, è una ballerina erotica di origini russe che sa sempre come ammaliare i suoi clienti. Sa come rendersi indimenticabile, fornendo la sua versione più misteriosa, tagliente, libera e sicura.
Ma, come sempre capita nella vita, esistono incontri che ti cambiano. Incontri che avvengono solo per dare inizio a una nuova fase, a un nuovo obiettivo. Questo incontro, in Anora, ha un nome. Ed è Ivan, un ragazzo russo che fin da subito apprezza la moltitudine di cose che è Anora. L’apprezza così tanto da portarla nella sua villa, da farla entrare nel suo spazio privato, da chiederle di sposarlo. Anora, fortemente entusiasta della cosa, accetta e si prepara al lieto evento, ma la famiglia di lui non è d’accordo e cercherà di utilizzare ogni mezzo necessario per ostacolare questa unione.
La pellicola entra così nel vivo della sua narrazione dando vita a un’opera indipendente, spesso divertente, scorretta, fatta di cose frivole più che necessarie. Anora diventa presto uno dei personaggi femminili più interessanti degli ultimi anni. Una moltitudine di atteggiamenti, difetti e pregi che qui vengono descritti come qualcosa di non sacrificaile. Anora è fatta per essere Anora: libera, frivola, indipendente.
Si ride e si riflette. Si stringe la mano a personaggi curati in ogni particolare spesso portavoci di pregiudizi e timori nei confronti di quel che non si conosce. Chi conosce davvero tra di loro Anora? Forse, davvero nessuno. Né chi la dispregia né chi la idealizza. Perché Anora non può far parte di nessuna delle due condizioni. Si discosta da ogni tipo di definizione, vivendo solo attraverso una libertà simbolica che va ben oltre la professione. Dimenticate qualsiasi cliché. Anora sarà un film libero da concetti e pre-concetti di cui in Italia si è parlato ancora troppo poco. E’ tempo di rimediare. Voi che ne dite?