4. Tu la conosci Claudia? (2004)
Il quinto film del trio comico è il primo la cui regia è firmata dal solo Massimo Venier. Ed è anche il primo film di cui il trio si è occupato solo della sceneggiatura. Il soggetto, infatti, è firmato da Valerio Bariletti, Walter Fontana (noto essere la penna dietro numerosi sketch di Mai dire Gol) e Venier. Grande ritorno nel cast di Paola Cortellesi, la Claudia del titolo, nonché moglie di Giovanni, con il quale è in crisi. Claudia, però, inizia a frequentare Giacomo, di cui ha rubato la cartella al proprio psicanalista. Infine c’è Aldo, un tassista innamorato di Claudia, ma un’omonima: da qui l’immancabile malinteso. Grande successo anche al botteghino (che ha incassato nelle prime 8 settimane di programmazione 16,9 milioni di euro). La pellicola, purtroppo, inaugura un periodo di declino comico del trio. La trama è ricalcata sulle dinamiche che abbiamo illustrato in Odio l’estate. Cioè ripropone una variazione sul tema delle prime commedie. C’è l’insoddisfazione, il desiderio di restare degli eterni Peter Pan; la sensazione di stare in procinto di spegnersi e la voglia di riaccendere vecchi entusiasmi. Tuttavia è da qui che inizia a svanire la magia. Quella miscela umoristica e malinconica capace di farci piangere e ridere allo stesso tempo.
Eppure il film funziona. Offre una nuova prospettiva sul tema del viaggio, quello inaugurato da Tre uomini e una gamba. Torna Milano. Torna il tema dell’incapacità di crescere. La composizione di Tu la conosci Claudia?, dunque, è la stessa che ci ha fatto innamorare del trio. Si ride e si piange, si sorride e ci si guarda dentro. Si tratta comunque di una commedia senza data di scadenza. Possiamo vedere il film innumerevoli volte perché, in fondo, racconta le incertezze e quei sentimenti universali che, in qualche modo, abbiamo sperimentato tutti quanti. Colpi di scena, atmosfere romantiche e malinconiche, battute che rimandano a Tel chi el telùn e tante risate dolceamare. Tu la conosci Claudia? non poteva mancare nella Top 5 dei migliori film di Aldo Giovanni e Giacomo, malgrado non sia il loro miglior film. Abbiamo voluto assegnarle comunque il quarto posto perché, seppure in dosi minori, riesce ancora a farci respirare quella leggerezza propria delle prime commedie del trio, che poi tanto leggera non era. Quell‘ironia bonaria e semplice che maschera delle riflessioni più profonde sui cortocircuiti sociali, le ripercussioni della vita moderna, l’alienazione e l’incapacità di capire davvero come essere felici.
La Top 3 dei migliori film di Aldo, Giovanni e Giacomo!
3. Tre uomini e una gamba (1997)
Questa immagine può davvero parlare. Quante volte abbiamo citato (e continueremo a citare) quella battuta: “Ma scultore che cosa? Guarda che il mio falegname con trenta mila lire la fa meglio!“? Il debutto al cinema del trio non è stato un trionfo immediato, ma negli anni ha conquistato il nostro cuore. Tre uomini e una gamba è una gemma rara nel panorama comico italiano degli ultimi trent’anni. Un film ormai di culto che vive nell’immaginario collettivo degli italiani. Una summa di tutto il lavoro svolto fino a quel momento dal trio, dove confluiscono numerosi sketch del loro repertorio comico. Indimenticabile la scena di Ajeje Brazorf sul tram, la scalata della montagna, il conte Dracula e i tre mafiosi americani (i quali diventeranno i protagonisti de La leggenda di Al, John e Jack. Un altro loro film che ricordiamo con simpatia, ma l’esperimento non può dirsi propriamente riuscito). Tutto inizia con un viaggio in auto che si trasformerà ben presto in un naufragio. Un’odissea tragicomica, dove ci siamo persi e ritrovati tra lacrime e risate, verso una fuga per una nuova vita. La trama è confezionata in funzione delle loro gag, ormai iconiche, che costruiscono un castello di ilarità intramontabile, seppur qualche imprecisione. La loro presenza rende la narrazione non sempre lineare, ma pur sempre scorrevole: in quella macchina c’è posto per tutti quanti, anche per noi spettatori.
In una torrida estate milanese, i tre colleghi, amici e cognati partono alla volta di Gallipoli. Lì, li aspettano il suocero, il volgarissimo cavalier Eros Cecconi – nonché datore di lavoro – le loro compagne e la futura sposa di Giacomo: un’irresistibile Luciana Littizzetto nelle vesti della gracchiante Giuliana. A far loro compagnia durante il viaggio c’è l’indimenticabile scultura lignea di Garpez e il cane Ringhio (mentite se non avete sentito un tuffo al cuore nel ricordare la scena dell’autostrada). Un’opera prima, realizzata forse senza troppe aspettative, che alza il livello qualitativo della commedia italiana che, da anni, non offriva troppi esemplari originali. Un road movie in perfetto stile Aldo, Giovanni e Giacomo – sia alla regia che alla sceneggiatura – co-diretto da Massimo Venier, con le musiche di Phil Palmer e Marco Forni e impreziosita dalle canzoni di Vinicio Capossela, Negrita e Roberto Vecchioni. Il tutto arricchito dalla presenza di una luminosa Marina Massironi. Una pellicola acerba ma gustosa, che ha segnato un’epoca e che, nel cuore, si posiziona al primo posto. Eppure, in questa classifica, si ferma al terzo perché le due commedie che stanno per arrivare la soprassanno per maturità e solidità narrativa.