Vai al contenuto
Home » Film » La Classifica dei 10 Migliori Film di Paolo Sorrentino

La Classifica dei 10 Migliori Film di Paolo Sorrentino

Tony Servillo in una scena de Le Conseguenze dell'Amore, tra i Migliori Film di Paolo Sorrentino

6) L’Uomo in Più

Un'immagine de L'Uomo in Più, tra i Migliori Film di Paolo Sorrentino
Credits: Indigo Film

Ad anticipare la top 5 il primo film di Paolo Sorrentino, nonché prima collaborazione tra Sorrentino regista e Toni Servillo attore. Qualcuno di simpatico, negli ultimi anni, ha chiesto al regista se avesse ancora intenzione di fare film con Servillo. A questa domanda Sorrentino ha risposto con una frase che non lascia dubbi: guardate dove sono arrivato facendo i film con Toni Servillo. Non abbiamo niente di più da aggiungere, Vostro Onore. Sorrentino ha già fatto tutto. Perché Servillo c’è sempre stato.

C’è stato nel momento più alto della carriera di Sorrentino durante la consegna dell’Oscar per La Grande Bellezza, e c’è stato anche quando di tutto questo futuro c’erano solo i sogni. Dato che siamo in tema, è stato quasi il Mauro Repetto di Max Pezzali. C’era quando non c’era nessun altro e, anche con il passare degli anni, c’è sempre stato, anche quando non era coinvolto in un film. Ed è con lui che Paolo Sorrentino comincia la sua carriera da regista, partendo proprio da quel piccolo gioiello de L’Uomo in Più. E così come c’era Servillo, c’era anche Napoli, il contesto in cui la pellicola si svolge dipingendo due personaggi che sembrano richiamare il cantautore Califano e il calciatore De Bartolomei.

Antonio e Tony sono i due protagonisti. Due caratteri estremamente diversi, ma uniti dal fallimento. Dalla costante certezza di non aver più niente di più da acciuffare da questa vita. Tutto si muove in modo troppo veloce, condannato a scontrarsi con l’incognita più desolante per un essere umano: e se? Tony proviene dalla gloria, da una fama che sembrava eterna ma che, come tutte le cose della vita, non lo è mai davvero. Adesso i palazzetti non li riempie più e al massimo può accontentarsi di cantare qualcosa in piazze in cui non vuol seguirlo quasi nessuno. Antonio era un calciatore che dalla carriera aveva avuto tutto, fino a quando non perde ogni cosa. Ritorna così il e se? Che vita avremmo avuto, se le cose fossero andate diversamente? E che vita avremo, adesso che ci siamo conosciuti?

La prima opera. L’ingresso ufficiale di Paolo Sorrentino nel mondo del cinema. Il grande esordio, coraggioso, tormentato e malinconico come piace a lui. Come il resto dei suoi film.

5) Parthenope, uno dei migliori film di Paolo Sorrentino appena arrivato al cinema

Un'immagine di Parthenope, tra i Migliori Film di Paolo Sorrentino
Credits: The Apartment

E’ appena arrivato al cinema, ma la cosa non ci spaventa. Parthenope apre la top 5 nonostante abbia solo pochi giorni di vita, perché forse c’è sempre stato. Fin dal 2012, anno di distribuzione de La Grande Bellezza. Perché forse Parthenope, metaforicamente e simbolicamente s’intende, rappresenta quella ragazza di fronte a cui Jep Gambardella non avrebbe mai potuto muoversi. E forse c’era anche nel 2021, quando E’ Stata la Mano di Dio arrivava sul grande schermo con una lettera d’amore e di tormenti nei confronti del passato. Della Napoli del passato di Sorrentino. Parthenope c’è sempre stata. E’ come se la conoscessimo da più di dieci anni. E’ il collante di queste due pellicola, l’opera che chiude il cerchio più intimo del regista.

Parthenope, come la sua protagonista, è un film che sfugge a qualsiasi forma di definizione. La lettera d’amore a una Napoli spigolosa, grottesca, tormentata e indefinibile, scomposta, fatta di contraddizioni. Paolo Sorrentino è questo film. Napoli è questo film. Tra il sacro e il profano, Parthenope arriva al cinema narrando in modo intimo e tormentato da che cosa Paolo Sorrentino è andato via, e da che cosa ritorni sempre. E’ una nuova Grande Bellezza, ma scritta e diretta dalla città di Napoli e non di Roma. Un manifesto di una realtà personale degradante e grottesca, fatta di ambizioni che si scoprono lungo un percorso tortuoso mai asfaltato.

Il percorso di Parthenope, che dalla vita non ha avuto niente ma ha avuto tutto, un tutto di cui però non ha mai davvero conosciuto il valore. O almeno, fino a quando il dolore non ha fatto la sua parte, andando di pari passo con il tempo che passava. Non esistono verità in Parthenope. Esiste soltanto l’arte dell’arrangiarsi, di farsi strada in mezzo a una vita piena di dolori che non si sgretolano ma rimangono solidi, seguendoci per tutta l’esistenza. Parthenope, come dice la protagonista, non si vergogna mai. Quel viso di porcellana non smentisce il suo dolore, è al pari di esso. Lo capisci dai primi piani in cui la perfetta simmetria del viso combacia con la tormentata esistenza della protagonista, quasi gelosa della tristezza altrui. Perché non è solo sua. Perché è una routine che non fa sconti a nessuno. Neanche a Napoli.

Pagine: 1 2 3 4 5 6