1) La Grande Bellezza, uno dei migliori film di Paolo Sorrentino vincitore del Premio Oscar
Primo posto forse banale, ma necessario. La Grande Bellezza è l’opera d’arte per antonomasia di Paolo Sorrentino, la patria incontaminata di un cerchio che si è appena chiuso nel 2024 con Parthenope. Perché nasce tutto da lì. Da Jep Gambardella. L’uomo che dalla vita ha avuto così tanto da poterne vedere la mediocrità , da poter conoscere a fondo la tristezza. La malinconia. La certezza assoluta di quanto il niente possa divenire una realtà anche di fronte al tutto. Colpevole secondo molti di aver emulato in modo didascalico Fellini, Paolo Sorrentino con La Grande Bellezza omaggia il cinema d’altri tempi, regalando un ritratto dissacrante, grottesco e desolante della città che non dorme mai, Roma.
La Grande Bellezza è la festa di Roma. La celebrazione della sua desolazione, della sua bellezza che resta eterna nonostante tutto. Di quelle mura che resistono al rumore del niente, esattamente come Jep, uomo dalla vita mondana che gli permette di dimenticare – per un breve attimo – i fallimenti e le malinconie, annullandosi di fronte alla promiscuità del vuoto. Paolo Sorrentino, con La Grande Bellezza, firma un contratto indeterminato con l’eternità . Perché che sia discussa, piaciuta non piaciuta, questa pellicola resta comunque una delle più incisive degli ultimi 20 anni. Un pezzo d’arte contemporanea che forse ha bisogno di essere guardato una volta di più per essere davvero interiorizzato. E che, al tempo stesso, può anche essere amato e compreso immediatamente.
Una storia, questa, che mette in scena la solitudine esistenziale di uno scrittore impotente di fronte a quanto perso lungo la sua esistenza. Incapace di tornare a sentire emozioni nuove oltre allo sdegno nei confronti delle mediocrità , ma profondamente ancorato al passato. Dopo quanto conosciuto, nulla è più all’altezza. Tutto per lui è deteriorato e scadente, esempio chiaro del motivo per cui ha perso la voglia di tornare a scrivere. Perché come fai a scrivere del niente. Non puoi.
Roma è grande, bella, sveglia, sempre pronta a tendergli una mano per dargli una distrazione, ma cosa succede quando quello che ti circonda – seppur mastodontico – ti sembra minimo, fragile, privo di valore? C’è bisogno di inventarsi una speranza. Ma la promessa che ci fa Sorrentino è che – in qualche modo – questa riuscirà a palesarsi, ma solo quando saremo pronti ad accoglierla. Alla fine, come dice Jep sul finale, è solo un trucco.