8) L’Evocazione – The Conjuring

A settembre 2025 si chiuderà il cerchio, e l’hype per il gran finale è nell’aria già da un po’. Ottavo posto per L’Evocazione – The Conjuring, la saga horror incentrata sulle figure realmente esistite dei coniugi Warren. Prendendo ispirazione da alcuni casi realmente affrontati dalla coppia, L’Evocazione – The Conjuring ne racconta uno che è ancora considerato come il migliore fino ad adesso. Una casa in campagna, una famiglia numerosa ed eventi che non trovano alcuna spiegazione razionale. La mattina ci si alza con dei lividi, gli orologi si bloccanno allo stesso orario, le porte si aprono e si chiudono da sole e le cose si muovono in autonomia: i Perron non hanno dubbi riguardo alla natura malefica della loro casa, ma per liberarsi e provare a salvarsi hanno bisogno dell’aiuto dei Warren che, giunti sul posto, faranno delle scoperte sconcertanti.
L‘Evocazione – The Conjuring entra così nel vivo raccontando non soltanto l’orrore, ma anche le dinamiche familiari e il legame dei due coniugi. Il successo della saga si è confermato a ogni pellicola di più tanto da portare Discovery Max a espandere il franchising trasformandolo in una Serie Tv. Al momento non è ancora stato rivelato in che modo la produzione intenderà sviluppare la storia. Quel che sappiamo è che sarà incentrata sui Warren e, presumibilmente, si concentrerà su casi sovrannaturali diversi che potrebbero alternarsi o attraverso gli episodi o attraverso le stagioni. Auspicabilmente, avremo notizie più certe dopo la distribuzione dell’ultima pellicola nel 2025. L’hype è alle stelle, ora più che mai.
7) Profondo Rosso

Settimo posto per una pellicola tutta italiana, forse la più inquietante, spaventosa e angosciante mai vista nel cinema d’orrore italiano. Diretto dal genio di Dario Argento, Profondo Rosso ha inquietato una generazione intera diventando un incubo a occhi aperti. In questa pellicola quel che è rilevante non è mai soltanto quel che si vede o si ascolta, ma quel che si avverte. L’angoscia in Profondo Rosso entra nelle vene inquietandoci come se fosse un protagonista onnisciente che resta perennemente di fronte all’occhio della telecamera, come se non si spostasse mai.
Tutto merito di un’ambientazione cupa in cui ogni minima cosa si confonde con il tetro buio. Tutto merito di una colonna sonora che sembra non arrestarsi mai accompagnandoci senza sosta nel corso dei 127 minuti della pellicola. E merito, chiaramente, anche di personaggi disturbanti che riuscirono a smuovere paragoni con alcuni grandi classici del genere come Psyco. Confondendo i personaggi con diverse percezioni della realtà, Profondo Rosso gioca con i suoi effetti speciali e le sue immagini donando a ogni elemento ripreso dalla camera un rimando chiaro a quanto accadrà nella prossima scena. Resta, ancora oggi, il ricordo di quel maledetto pupazzo meccanico. La colonna sonora continua. Il riflesso nella pozza completamente rossa che, chiaramente, rimanda all’opera. Vincitore ai Nastri D’Argento per la miglior colonna sonora, Profondo Rosso rientra tra i classici d’orrore che più hanno influenzato il mondo del cinema, imponendosi come uno dei più importanti di sempre.