12) Drag Me to Hell (2009)
Proseguiamo con un film che riafferma Sam Raimi come un maestro nel coniugare horror e commedia. Lo fa consolidando ulteriormente la sua reputazione di re del jumpscare. Dopo il successo di The Evil Dead e dei suoi sequel, Raimi torna al genere con una pellicola che mescola sapientemente l’orrore viscerale con elementi di umorismo dark. La trama segue Christine Brown (Alison Lohman), un’ufficiale di prestiti che, nella sua ricerca di una promozione, decide di negare un prestito a un’anziana signora. Questa scelta scatenerà una maledizione terribile su Christine. Che si ritrova perseguitata da una forza demoniaca dopo averla sfrattata dalla sua casa.
Per evitare una dannazione eterna, Christine e il suo fidanzato, Clay (Justin Long), si rivolgono a una veggente per cercare un modo per spezzare la maledizione. Drag Me to Hell è particolarmente apprezzato per la sua capacità di mantenere un equilibrio tra il terrore puro e il divertimento. Con una serie di jumpscare altamente efficaci e imprevedibili che sorprendono costantemente lo spettatore. Raimi utilizza una combinazione di effetti visivi inquietanti e umorismo nero per creare un’esperienza di visione intensa e coinvolgente (qui trovi 8 film horror sopravvalutati).
13) Lights Out (2016)
Film horror tecnicamente impeccabile, ha saputo combinare brividi intensi con ottime performance attoriali e una trama solida incentrata su dinamiche familiari complesse. Diretto da David F. Sandberg e ispirato da un cortometraggio omonimo di successo, il film segue Rebecca (Teresa Palmer) mentre scopre che sua madre è posseduta da un’entità spirituale maligna che si manifesta solo al buio. Quando una serie di omicidi inizia a minacciare la sicurezza del suo fratellastro. E rievoca eventi traumatici del suo passato, Rebecca è costretta ad affrontare questa presenza oscura.
Con una durata di soli 77 minuti, Lights Out mantiene un ritmo serrato e preciso, riuscendo a coprire tutti i punti cruciali della trama con la dovuta attenzione e senza perdere tempo. La regia di Sandberg sfrutta con astuzia l’oscurità e le immagini inquietanti per creare una serie di jumpscare che, pur essendo ben orchestrati, non sembrano mai gratuiti. Questo utilizzo intelligente dell’oscurità e dei momenti di paura ben calibrati contribuisce a rendere l’esperienza di visione particolarmente scioccante e spaventosa. Lights Out riesce a tenere gli spettatori con il fiato sospeso e a scuotere anche i fan più esperti del genere horror, grazie alla sua capacità di combinare efficacemente tensione e una narrazione coinvolgente.