Il period drama, o dramma storico che dir si voglia, è un genere molto diffuso di film e serie tv ed è così chiamato principalmente per l’ambientazione della storia. La narrazione, infatti, è generalmente inserita in un contesto storico del passato, più o meno remoto, in cui si fanno riferimenti a eventi storici realmente accaduti e/o a personalità realmente esistite. Anche il linguaggio, così come i costumi e la scenografia, sono particolarmente attente affinché il senso di immersone sia totale. Il period drama a sua volta può dividersi in diverse sottocategorie, come la biografia o anche il genere western. Alcuni elementi ricorrenti sono le storie d’amore tormentate, gli eroici protagonisti, la guerra, il confronto città -campagna e molti altri ancora. L’Ottocento e il Novecento sono tra i periodi storici più gettonati, soprattutto quando la fonte di riferimento è di tipo letterario.
Ecco quindi 10 tra i migliori film period drama usciti al cinema negli anni Novanta.
10) Shakespeare In Love (1998)
William Shakespeare ma secondo le regole del period drama. Il che significa poca verità storica e tanto romance. Così, in questo film del 1998 che valse a Gyneth Paltrow un discutibilissimo premio Oscar come miglior attrice protagonista, Joseph Fiennes interpreta una versione del Bardo dedita alla bella vita, alle donne e ai divertimenti. Ambientata nel 1593, la pellicola vede protagonista un irrequieto William Shakespeare in cerca della giusta ispirazione e della giusta musa per la sua prossima opera. Fa dunque la conoscenza della bella Viola de Lesseps, di cui si innamora perdutamente e che diventa modello di riferimento per una certa Giulietta che pian piano prende forma nella sua mente. Anche Viola, a sua volta si innamora di William e tenta, allo stesso tempo, di realizzare il sogno di diventare un’attrice, in un periodo durante il quale alle donne non era permesso calcare il palcoscenico. Il film diventa quindi non solo una piacevole e suggestiva storia d’amore ma anche una riflessione sulla morale del tempo e i limiti imposti al genere femminile, sempre muse di qualcuno e mai artisti di per sé. La storia d’amore tra i due protagonisti è condannata prima ancora di sbocciare e, seppur contro ogni verità storica, rimane un period drama tra i più apprezzati degli anni Novanta.
9) Howards End (1992)
Tratto dall’omonimo romanzo di E.M. Forster pubblicato nel 1910, questo film è un po’ più recente ma nemmeno così tanto. Il 1992, infatti, sembra allo stesso tempo una data così vicina eppure distante anni luce dal nostro frenetico presente. Diretto da James Ivory (al quale dobbiamo la sceneggiatura di Chiamami con il tuo nome) Howards End esplora le dinamiche di classe nella società inglese di inizio Novecento, una società non ancora toccata dalle Guerre Mondiali che segneranno il cosiddetto “secolo breve”. La storia ha luogo nell’Inghilterra edoardiana e ruota attorno a tre famiglie diverse, ciascuna rappresentante di una differente classe sociale. Troviamo le sorelle Margaret (Emma Thompson) e Helen Schlegel (Helena Bonham Carter), ragazze istruite e di buona famiglia, appassionate di arte e cultura. Abbiamo poi la famiglia Wilcox, dove spicca Henry Wilcox (Anthony Hopkins), un uomo d’affari benestante e senza scrupoli che incarna la nuova borghesia. Infine, la famiglia Basts – Leonard Bast (Samuel West) e sua moglie Jacky (Nicola Duffett) – di origine sociale più bassa. Le vite di queste tre famiglie si intrecciano quando le Schlegel conoscono i Wilcox durante una vacanza e in seguito diventano amici ma le tensioni a causa di diverse vedute del mondo e di pensiero non tarderanno ad arrivare.
Le performance di Anthony Hopkins ed Emma Thompson spiccano in uno dei migliori period drama degli anni Novanta, elogiato dalla critica e vincitore di numerosi premi.
8) Orlando (1992)
Recentemente è stato portato in scena da Emma Corrin, ma l’opera scritta da Virginia Woolf consta anche di una versione cinematografica con protagonista l’eterna Tilda Swinton. Diretto da Sally Potter, Orlando è un film del 1992 ambientato nell’Inghilterra elisabettiana e il cui protagonista omonimo è un giovane aristocratico che riceve un giorno una profezia. La fattucchiera gli predice infatti che non invecchierà mai e così Orlando attraversa le epoche sopravvivendo al tempo e alla storia, divenendone lui stesso testimone silenzioso secolo dopo secolo. Da cortigiano durante il regno della regina Elisabetta I, si risveglia donna nel XVIII secolo, per poi tornare uomo in epoca vittoriana e ancora e ancora. Un viaggio fisico e interiore che si conclude nel presente, dove Orlando diventa una scrittrice di successo in un’epoca decisamente più aperta rispetto al passato ma con ancore molte sfide davanti a sé. Il film, come d’altronde anche il romanzo, è un’opera audace e coraggiosa, che parla di fluidità di genere, di trasformazione e di identità , attraverso il viaggio fantastico di Orlando. Il personaggio di Orlando attraversa le epoche e le esperienze, diventando un simbolo di resistenza alle convenzioni sociali e un’icona LGBTQ+ anche in epoca moderna.
7) Elizabeth (1998)
Uno dei migliori film period drama non solo degli anni Novanta ma dell’intera storia della cinematografia.
La storia è quella di Elizabeth I, figlia del re Henry VIII e della sua seconda moglie Anna Bolena, regina d’Inghilterra che sfidò tutte le convenzioni possibili del tempo non sposandosi mai e passando alla storia come “la regina vergine”. Anche in questo caso, siamo di fronte a un film che ha parecchio romanzato la vera storia della regina Elizabeth, prendendo spunto da pettegolezzi del tempo, oltre che dai fatti più noti. Elizabeth sale al trono ingenua e spaurita, circondata da uomini che la sminuiscono e donne che la disprezzano. Durante i primi anni del suo regno, la giovane deve così far fronte a numerose insidie dentro la corte, oltre che far fronte alle problematiche del suo regno, come le tensioni religiose tra cattolici e protestanti. Inoltre, mentre le pressioni per combinare un matrimonio e generare un erede al trono aumentano, Elizabeth non può negare i profondi sentimenti che prova, ricambiata, dal conte di Leicester (Joseph Fiennes). Cate Blanchett offre una performance eccezionale nei panni della sovrana, vincendo meritatamente il suo primo Premio Oscar. Il film è altresì noto per la sua accurata ricostruzione storica e per la scenografia impressionante e dettagliata. Rispetto ad altri period drama del periodo, di certo Elizabeth I è un film molto più storicamente preciso e tra i migliori mai prodotti.
6) Hamlet (1996)
Il principe di Danimarca è l’antieroe per eccellenza, nonché uno dei personaggi drammatici più complessi e contorti mai creati. Sempre in bilico tra ragione e follia, tra bene e male, Amleto ha uno scopo ben chiaro in mente: vendicare la morte del padre e punire così i colpevoli. Di fronte a questo obiettivo non vi sono scuse che tengano né tantomeno vincoli affettivi, così da trascinare Amleto e chi si trova accanto a lui giù lungo una spirale discendente. La tragedia più famosa del drammaturgo William Shakespeare è stato portata al cinema e messa in scena centinaia di volte, tanto da essere quasi diventato un rito di passaggio per ogni attore inglese che si rispetti. Esistono versioni di ogni tipo, da quelle con ambientazione contemporanea a quelle in versione femminile. Ma uno degli adattamenti più noti e meritevoli è certamente quello diretto e interpretato da Kenneth Branagh. Rispetto ad altri suoi colleghi, il regista prese, infatti, la decisione di non operare alcun taglio riportando fedelmente l’intero testo della tragedia shakesperiana. Eppure, nonostante il minutaggio sia davvero molto lungo, il film scorre davanti ai nostri occhi in un tripudio di colori e costumi senza mai pesare, tutto il contrario.
5) Quel che resta del giorno (1993)
Anthony Hopkins ed Emma Thompson hanno recitato insieme in alcuni dei film period drama migliori di sempre, come Howards End e Quel che resta del giorno.
Anche in questo caso ritroviamo James Ivory dietro la macchina da presa, alla regia di un film in costume particolarmente apprezzato dalla critica e adattato da un romanzo omonimo (quello di Kazuo Ishiguro). La storia si svolge in Inghilterra – patria prediletta di qualsiasi film del genere che si rispetti – ed è raccontato in prima persona, dal punto di vista del maggiordomo Stevens (Anthony Hopkins), un uomo buono e mite molto distante dall’arrogante Wilcox di Howards End. Attraverso i ricordi di Stevens ripercorriamo la vita di un uomo sempre dedito al suo lavoro e al suo ruolo, fedele al signor Darlington e alla casa per cui ha prestato servizio per anni ma, allo stesso tempo, incapace di staccarsi dal ruolo di servitore per ricercare una felicità personale. Nella sua vita, infatti, una sola donna avrebbe potuto dargli l’amore, la signora Kenton (Emma Thompson) ma Stevens, troppo ligio al dovere, non si è mai concesso il lusso di esprimere i propri sentimenti nei suoi confronti e darsi così una possibilità per essere felice. Il viaggio che Stevens compie per raggiungere il Sud dell’Inghilterra diventa occasione per un’analisi profonda ed esistenziale sulle scelte compiute nel corso della sua vita e sui sacrifici che l’hanno segnata. Il personaggio di Stevens rappresenta l’archetipo del maggiordomo britannico, mettendo in luce e criticando velatamente questa dedizione cieca al dovere.
4) Titanic (1997)
Sappiamo tutti che la state canticchiando a mezza voce mentre vi passano per la testa tutti i meme possibili e immaginabili con protagonisti Jack e i gattini. D’altronde si tratta non solo di uno dei film più famosi della storia ma anche uno dei più memati, parodiati e discussi di sempre. Dalla tragedia storica a quella maledetta zattera e l’ovvia verità che si, ci stavano benissimo entrambi. Nel presente un gruppo di ricerca è sulle tracce di uno zaffiro dal valore inestimabile, perso tra i flutti dell’Oceano Atlantico con quello che resta del Titanic. Da questo prologo prende avvio la pellicola diretta da James Cameron con protagonisti un Leonardo Di Caprio e Kate Winslet impressi nella memoria di tutti, anche di chi il film non l’ha mai visto. Storicità e romanticismo si intrecciano inevitabilmente in questo period drama che racconta del naufragio dell’ RMS Titanic e delle centinaia di persone che persero la vita nel 1912. Più che un period drama, in questo caso ci troviamo di fronte a un film epico in cui, a farla da padrone, è la storia d’amore impossibile tra Jack e Rose, due anime affini ma appartenenti a mondi distanti tra loro e che, per questo motivo, sfidano le convenzioni sociali del tempo. Nell’amore libero e selvaggio per Jack, Rose ritrova se stessa scoprendo che esiste un mondo di significati dietro le apparenze.
Vuoi supportare Hall of Series? Non perdere il pezzo da collezione che abbiamo trovato per te
3) Lezioni di piano (1993)
Ci spostiamo stavolta in Nuova Zelanda, una terra che, nel XIX secolo, era ancora brulla e desolata, ricettacolo per fuorilegge e delinquenti che venivano spediti qui dal governo britannico. Ada McGrath (Holly Hunter) è una donna muta e solitaria, venduta in matrimonio a un uomo di nome Alisdair Stewart (Sam Neill). che non la rispetta ne la ama minimamente. L’unico conforto che rimane alla donna, allora, è un pianoforte, strumento che le dona metaforicamente la voce e che le permette di trovare la forza in una vita vuota e fredda. Proprio il filo rosso che lega Ada allo strumento musicale costituisce l’elemento centrale della pellicola, che le permetterà di ritrovare la libertà . Dal talento di Ada rimane affascinato l’altro uomo di questa storia, George Baines (Harvey Keitel), il quale inizia a fare scambi con la donna, offrendole oggetti in cambio di lezioni private di pianoforte. Il mutismo metafora rispecchia, a livello fisico, il profondo stato di isolamento in cui si trova la donna mentre il pianoforte le dona la voce che non ha più. Una nota dopo l’altra, Ada spezza la solitudine in cui è precipitata riscoprendo le gioie della vita.
2) L’età dell’innocenza (1993)
Martin Scorsese dirige questa pellicola dal cast stellare in cui spiccano un magnetico Daniel Day Lewis e l’enfant prodige Wynona Ryder. Basato sul romanzo omonimo di Edith Wharton, il film ha luogo a New York nel 1870. Un tema molto ricorrente nei period drama torna qui in maniera ancora più spietata e decisamente meno sottile rispetto alla morale inglese: le divisioni sociali. Newland Archer (Daniel Day-Lewis) è un giovane avvocato in ascesa, ricco e senza scrupoli, fidanzato con l’ingenua May Welland (Winona Ryder). L’esistenza di Newland scorre su binari già tracciati, rispondendo perfettamente alle convenzioni dell’epoca e incastrandosi all’interno di una società in cui ogni singolo momento è studiato a tavolino. Ma questa idilliaca e superficiale esistenza si infrange ben presto, quando ritorna da una visita all’estero sua cugina, Ellen Olenska (Michelle Pfeiffer). La misteriosa e seducente Ellen rappresenta il frutto proibito al quale Newland non riesce a resistere, mentre il resto della società newyorkese rimane scandalizzata dai modi anticonformisti e ribelli della donna. Ciò che rende il film, così come il romanzo, ancora più scandaloso è l’implicazione di un amore proibito che scade nella relazione incestuosa tra cugini. I desideri personali e gli impulsi passionali devono essere repressi ad ogni costo, per poter rientrare nelle linee tratteggiate delle norme sociali.
1) Ragione e sentimento (1995)
Come potevamo non inserire un adattamento da Jane Austen in questa lista dedicata ai migliori film period drama?
Se Orgoglio e Pregiudizio si merita una posizione altissima nella lista delle pellicole del genere più belle dei primi anni Duemila, sicuramente Ragione e Sentimento non può mancare in una lista di migliori film period drama dedicata agli anni Novanta. Abbiamo l’amore, abbiamo due sorelle unite anche se molto diverse tra loro, abbiamo gli obblighi e la morale del tempo, abbiamo un eroe imperfetto, abbiamo il the delle cinque e abbiamo la poesia. Insomma, Ragione e Sentimento ha tutti ma proprio tutti gli elementi tipici della narrativa di Jane Austen, seppur raccontati attraverso una storia che si distingue dalle altre. Se come in Orgoglio e Pregiudizio, anche in questo caso la situazione economica della nostra protagonista non è delle più rosse, il personaggio di Elinor Dashwood (Emma Thompson) risulta decisamente più razionale e calmo rispetto a quello di Elizabeth Bennett. A fare da contraltare alla sorella ci pensa Marianne, più aperta, passionale e ingenua. Le due, dopo la morte del loro padre, sono rimaste senza mezzi a causa delle disposizioni testamentarie. Vengono così costrette a lasciare la loro casa di campagna e a trasferirsi a Barton Cottage, dove sperano di poter contrarre un buon matrimonio. l conflitti tra raziocinio e passione gioca un ruolo principale attraverso le infatuazioni e i dispiaceri che le due sorelle affrontano, seppur con un piglio molto diverso l’una dall’altra. Mai, come in quest’opera della Austen, il dissidio tra le due forze dell’anima viene messo in scena con maestria e sensibilità .