Un film di successo richiede un perfetto equilibrio tra i molti elementi che lo compongono e, se ne viene a mancare anche solo uno, l’intera struttura crolla sia dal punto di vista artistico, sia da quello tecnico. Regia, sceneggiatura, interpretazione, fotografia, colonna sonora, montaggio, scenografia e via dicendo: la loro perfetta esecuzione ci fa vivere un’esperienza e delle emozioni che difficilmente potranno essere dimenticate. Proprio la sceneggiatura è la protagonista di questo articolo. La Writers Guild of America (WGA) è l’associazione dei sindacati statunitensi che difende gli sceneggiatori e ogni anno dal 1949 premia le sceneggiature dei migliori film, serie tv e programmi radiofonici. Ad esempio, per quanto riguarda il cinema, ad aggiudicarsi il premio nel 2021, ripetitivamente per la miglior sceneggiatura originale e quella adattata, sono stati Una Donna Promettente e Borat – Seguito di film cinema.
Ma non si è limitata a questo. Nel dicembre dello scorso anno, WGA ha stilato la classifica delle 101 migliori sceneggiature del 21esimo secolo per celebrare i grandi scrittori degli ultimi vent’anni e per osservare l’evoluzione della scrittura cinematografica. A dominare sono stati i fratelli Coen e Christopher Nolan con 4 posizioni, seguiti con 3 da Quentin Tarantino e Paul Thomas Anderson. Aaron Sorkin, Charlie Kaufaman, Wes Anderson, Alfonso Cuaron e Damien Chazelle invece si fermano a due posizioni. Nelle donne ha trionfato Greta Gerwin con due film in classifica.
In questo pezzo ci limiteremo a riportare solo le prime 30 posizioni. Non ci resta dunque che andare a vederle insieme e scoprire i migliori film in termini di sceneggiatura.
30) The Departed – Il Bene e il Male
Apriamo la classifica di WGA con uno dei migliori film di sempre, sceneggiato da William Monahan, che ha adattato il thriller di Hong Kong Internal Affairs in una pellicola hollywoodiana ambientata a Boston.
L’autenticità del colore locale della sceneggiatura, unita al black humor, alla violenza raccapricciante, alla moralità contorta e alle riflessioni sulle divisioni classiste, fa sì che i suoi contributi non vengano oscurati dai pesanti nomi del film: Martin Scorsese alla regia, Brad Pitt alla produzione e star del calibro di Leonardo Di Caprio, Matt Damon e Jack Nicholson come interpreti. La chiave, spiegò Monahan, è la rappresentazione della sconvolgente storia di un poliziotto che si infiltra nella mafia irlandese non tanto come intrigo polposo, ma come brutale psicodramma. Brutale al punto da sbattere il braccio rotto di qualcuno contro un tavolo da biliardo, aggiungendo numerose f-word, chiacchiere spazzatura e un ruolo da criminale perfetto per Nicholson: il risultato è una spietata e profonda saga criminale vincitrice di 4 Oscar e il Writers Guild Award nel 2007 per la miglior sceneggiatura adattata.
29) Inside Out
Nato dalle osservazioni di Pete Docter sulla vita emotiva della figlia preadolescente, Inside Out vuole mappare la composizione psicologica di un essere umano ancora in fase di formazione. Docter e Ronnie Del Carmen hanno creato le cinque emozioni personificate che lavorano insieme, come una squadra, per aiutare il giovane Riley – protagonista del film – ad affrontare i cambiamenti della sua vita. Per aiutare nella costruzione di una narrativa credibile, è arrivata Meg LeFauvre che ha aggiunto alcuni ricordi di gioventù. Ad esempio a IndiWire nel 2016 aveva rivelato:
“Quando Riley torna a casa e dice: ‘Vuoi che io sia felice ma non lo sono’, è quello che volevo dire ai miei genitori quando avevo undici anni.'”
Candidato all’Oscar per la sceneggiatura e vincitore del miglior film animato nel 2016, Inside Out giustappone la profondità con azioni frenetiche e battute sottili e acute, come quando l’emozione Tristezza dice che “piangere mi tranquillizza, mi fissa sulla gravità dei problemi della vita!”
28) Jojo Rabbit
Taika Waititi offre una versione irriverente della Seconda Guerra Mondiale in Jojo Rabbit, presentando audacemente Hitler come l’idiota amico immaginario di un ragazzino. Ambientato in Germania intorno al 1945, il film è incentrato su Johannes “Jojo” Betzler, un bambino di dieci anni ed entusiasta membro della Gioventù Hitleriana, che scopre che la madre ha dato rifugio a un’adolescente ebrea. Waititi spiegò la sua narrativa paragonandola a una favola stravagante, dove Jojo è intrappolato tra il nazionalismo e la ribellione, con la tragedia però che innesca la sua crescita. Eludendo la maggior parte dei cliché su un argomento così delicato, il regista costruisce una storia divertente, personale, a tratti bizzarra ma che, con la sua spensieratezza, colpisce in modo diverso. A Witten By nel 2019 affermò:
“Trattare l’argomento con serietà sarebbe qualcosa che abbiamo già visto 20 volte. Quale sarebbe il punto?”
Uno dei migliori film del 2020, Waititi ha vinto l’Oscar e il WGA per la sceneggiatura adattata di Jojo Rabbit.
27) Arrival
Allo stesso modo in cui gli alieni di Arrival percorrono distanze inimmaginabili per raggiungere la Terra, Eric Heisserer ha intrapreso un lungo viaggio per portare sullo schermo il libro su cui è basato il film, “Story of Your Life” di Ted Chiang. Ha dovuto affrontare in primis la fredda accoglienza del settore a una storia sulla linguistica e sul principio di minor tempo di Fermat, poi sono arrivati gli anni in cui ha costruito la sua posizione professionale. Successivamente ha iniziato un lungo processo di sviluppo con il regista Denis Villeneuve. Quando il progetto fu realizzato, Heisserer aveva scritto circa 100 bozze. Un numero che non sorprende considerando i molti ostacoli che Arrival doveva superare: teorie scientifiche complesse, una struttura non lineare complicata e scene in cui la protagonista decodifica la comunicazione non verbale degli alieni. A guidare il suo lavoro, però, è stata la passione per quella storia di Chiang che, sue parole: “mi ha sollevato e spezzato il cuore allo stesso tempo”.
Alla fine il suo sforzo è stato premiato, con le candidature a Oscar, Globe e la vittoria del WGA 2017 per la sceneggiatura adattata, rendendo così Arrival uno dei migliori film del genere.
26) Il Cavaliere Oscuro
“Alcuni uomini vogliono solo vedere il mondo bruciare”: oltre a riassumere la natura anarchica del Joker, questa osservazione di Alfred Pennyworth sfida la visione del mondo del suo datore di lavoro, Bruce Wayne alias Batman. Per un supereroe una cosa è contrastare i criminali con la razionalità, un’altra è combattere il caos creato per sé stesso. Questo dilemma guida l’epica sceneggiatura che Christopher Nolan ha scritto con Jonathan Nolan e David S. Goyer per il secondo capitolo della sua trilogia su Batman. Parallelamente alla follia criminale del Joker c’è la competizione per un’altra morale, quella tra Wayne e Harvey Dent: il secondo cerca il cambiamento nel sistema legale, l’altro al di fuori. Entro la fine del calvario vertiginoso a cui gli sceneggiatori sottopongono i personaggi, Batman e Harvey sono vittime dell’inutile malevolenza del Joker e il genere supereroistico raggiunge livelli di ambizione tematica senza precedenti.
25) Grand Budapest Hotel
Co-sceneggiato da Wes Anderson e Hugo Guinness, Grand Budapest Hotel – vincitore del WGA 2015 per la sceneggiatura originale e candidato all’Oscar nella stessa categoria – rende omaggio sia alla narrativa tra le due guerre di Stefan Zweig che ai film dei fratelli Marx. Lungi dal bisogno di presentazioni, i personaggi possiedono una biografia così eccentrica che paradossalmente l’introduzione è tutto ciò che vogliamo. C’è il portiere dell’Hotel Gustave, un uomo così egocentrico, orgoglioso, raffinato ma altrettanto devoto al suo lavoro; la sua amante di 84 anni, la vedova Madame D.; Kovacs, il suo avvocato; il narratore e “lobby boy” Zero Moustafa innamorato della dolce Agatha e via dicendo. Il tutto viene completato dalla splendida estetica colorata e perfettamente simmetrica, ormai marchio di fabbrica dei migliori film di Anderson.
24) Juno
Le battute ironiche e taglienti, unite alla tenera e goffa sceneggiatura, ha lanciato Diablo Cody verso un Oscar e un Writers Guild Award 2008 per la miglior sceneggiatura originale. La sua scrittura e il film in generale sono stati elogiati, ad esempio, dal The Atlantic per essere “capace di distinguere tra una brutta situazione (avere 16 anni e essere incinta) e circostanze veramente infelici: i genitori di Juno sono delusi ma non disapprovano; i Loring, sebbene non siano esattamente come appaiono all’inizio, non scivolano mai in una caricatura insensibile; e Paulie Bleeker è tutto ciò che vorresti nel padre adolescente del tuo bambino indesiderato. La stessa Juno, inoltre, non perde tempo nell’autocommiserazione” come magari ci si aspetterebbe in un caso del genere.
23) Una Donna Promettente
In superficie, la sceneggiatura originale di Emerald Fennell, vincitrice dell’Oscar e del Writers Guild Award 2021, sembra essere basata sul franchising del Giustiziere della Notte (in inglese Death Wish) riportato in chiave femminista: nei bar, Cassandra finge di essere ubriaca per attirare e poi punire i “bravi ragazzi” predatori che stanno per commettere una violenza sessuale ai suoi danni. Ma Fennell rivelò al Los Angeles Times che voleva scrivere:
“un viaggio di vendetta che una vera donna potrebbe intraprendere, non uno che coinvolgesse le armi. In che modo dunque possiamo esercitare il potere, minacciare o terrorizzare? Cassandra lo sa, perché è esperta di terrore esistenziale, in parte perché ne è lei stessa lacerata.”
22) C’era una volta… a Hollywood
Tarantino revisiona ancora una volta la storia, dandoci una grande soddisfazione nel vedere gli assassini della famiglia Manson che vanno nella casa sbagliata su Cielo Drive e incontrano il loro spettacolare e macabro destino per mano di un meraviglioso lanciafiamme. Nonostante tutte le apparizioni storiche (da Manson a Squeaky Fromme, passando per Sharon Tate) sono il fittizio attore Rick Dalton e il suo stuntman Cliff Booth a sorprendere di più: nella sceneggiatura – che, come sempre, è una lezione di dialoghi, struttura e ritmo – diventano la bellissima cassa di risonanza emotiva, che non è esattamente il prodotto di base del lavoro di Tarantino.
Le loro scene, sia insieme che a parte, suonano come un inno al “C’era una volta” del titolo di una pellicola divisiva: c’è chi si è annoiato nel vederlo e chi, invece, lo considera uno dei migliori film di Tarantino.
21) Little Miss Sunshine
La prima sceneggiatura prodotta da Michael Arndt ha vinto nel 2007 il Writers Guild Award e un Oscar per quella originale. Gli Hoover, una famiglia in lista d’attesa per il sogno americano, escono da Albuquerque nel loro scricchiolante vecchio pulmino Volkswagen T2. La destinazione è un concorso di bellezza per bambini in California per la piccola Olive, una dolce bambina di otto anni. Diventerà un viaggio di crescita per tutti i membri della famiglia, dove gli Hoover si trasformeranno nei distruttori della divisione tra bello e brutto, vincitori e perdenti. La sceneggiatura di Arndt, ha detto il produttore Ron Yerxa a The Hollywood Reporter, si presenta “come un brillante dottorato di ricerca sul vuoto culturale in America”.
20) Michael Clayton
Tony Gilroy (candidato all’Oscar per regia e sceneggiatura per Michael Clayton) ha dimostrato che i grandi thriller legali non hanno bisogno di svolgersi in aula. Il personaggio principale del film è un ex pubblico ministero che, lavorando per uno studio legale, nasconde le malefatte altrui sotto il tappeto, finché il caso di una grossa società accusata di aver venuto un prodotto cancerogeno lo mette di fronte alla resa dei conti. Nel 2020, ripensando a Michael Clayton per il sito web rogerebert.com, la critica Roxana Hadadi ha concluso:
“In un momento in cui le vite umane vengono regolarmente ridotte per guadagni aziendali, la rabbia feroce di Michael Clayton – il potere di una persona che prende posizione – sembra un miracolo.”
19) Lost in Translation
Probabilmente il miglior ruolo mai scritto per Bill Murray dato che cattura tutte le sue qualità ineffabili: il burlone, l’empatico, l’ironico e via dicendo. Sofia Coppola ha detto di aver basato la sua sceneggiatura vincitrice del Writers Guild Award nel 2004 (e anche dell’Oscar e del Globe) sui viaggi che ha fatto a Tokyo quando aveva vent’anni. La regista riesce a creare un bellissimo legame tra Bob Harris di Murray, un attore che gira una pubblicità di whisky ben pagata, e Charlotte di Scarlett Johansson, una giovane donna bloccata in città e nella vita dal marito fotografo, che però ribolle di tristezza.
È come se Bob e Charlotte fossero scivolati in un’altra dimensione, guidati dalle acute capacità di osservazione di Coppola in quello che risulta essere uno dei suoi migliori film.
18) I Figli degli Uomini
Alcuni degli spettacoli più celebri della nostra era televisiva sembrano avere un debito con I Figli degli Uomini: basti pensare a The Handmaid’s Tale, The Leftovers e The Walking Dead. Infatti, il film del 2006 – diretto e co-sceneggiato da Alfonso Cuaron – è un distopico ambientato nel 2027 dove l’umanità è a rischio estinzione a causa dell’infertilità, mentre Londra è invasa da bande nazionaliste e il protagonista deve proteggere una donna miracolosamente rimasta incinta. Il co-sceneggiatore Timothy Sexton aveva parlato a Colorado Public Radio della narrativa del film in questi termini:
“La fertilità è solo un modo per parlare di crisi e di speranza umana. Per me è un fenomeno post 11 settembre, in cui l’Occidente ha avuto questo shock esistenziale e ha iniziato a porsi domande più difficili su dove fosse diretto”.
17) Lei
“Ci sono sicuramente modi in cui la tecnologia ci avvicina e modi in cui ci rende più distanti, e non è di questo che parla Lei”, ha detto Spike Jonze al New York Times riguardo al film che ha vinto Oscar, Globe e Writers Guild Award 2014 per la sceneggiatura originale. Theodore, divorziato e solo, lavora per un’azienda chiamata Beautifulhandwrittenletters.com come ghostwriter che esprime i sentimenti sinceri di altre persone. Presto inizia a frequentare e a innamorarsi di un nuovo sistema operativo intuitivo. “Riguarda il modo in cui ci relazioniamo l’uno con l’altro e desideriamo connetterci: la nostra incapacità di farlo, le paure dell’intimità, tutte le cose e i dubbi che sollevi con qualsiasi altro essere umano”, ha poi aggiunto Jonze.
16) Lady Bird
“Lascio che tutti questi personaggi mi parlino e parlino tra loro, scrivendo anche più del dovuto”
Così Greta Gerwing aveva parlato a Written By della genesi della sua sceneggiatura per Lady Bird, film (con numerose candidature all’Oscar) incentrato sulla studentessa cattolica di 17 anni di Sacramento Christine McPherson, alias Lady Bird. La pellicola possiede una delle migliori spiegazioni in assoluto per quanto riguarda la presenza di un soprannome, ovvero come dice la protagonista ““Mi è stato dato, da me”. Inoltre, il rapporto madre-figlia altamente toccante della sceneggiatura inizia con un classico dispiegamento di show don’t tell (ovvero mostrare qualcosa senza dirlo), con Lady Bird che esce da un’auto in movimento, a sinistra del teleschermo, durante un litigio con sua madre, in una scena ormai iconica.
15) Sideways – In Viaggio con Jack
La storia di due amici in viaggio attraverso la terra del vino in California è anche un esame sull’ego maschile in crisi, messo in mostra proprio dai due protagonisti: Miles è un romanziere inedito dal cuore spezzato e un intenditore di vini, Jack è un attore in rovina che vive dei fasti di una carriera nelle soap opera diurne. La sceneggiatura stessa, vincitrice del premio Oscar e del WGA nel 2005, arriva a darci un pugno emotivo perché i personaggi e l’amicizia sono così credibili. Per il regista e co-sceneggiatore Alexander Payne è stata una sfida adattare il film perché, come ha rivelato a Variety:
“Poiché il romanzo ci è piaciuto così tanto, è stata una lotta mantenere la sceneggiatura il più breve possibile”
14) I Tenenbaum
Tre bambini prodigio Chas, Margot e Richie; un padre, Royal, dedito alla dissipazione e al tradimento; una madre, Etheline, archeologa troppo debole per prendere decisioni definitive: questi sono i pezzi rotti della famiglia Tenenbaum, i protagonisti della pellicola che consacrò definitivamente Wes Anderson. Il film, una sorta di romanzo a fumetti realizzato col linguaggio visivo del cinema (candidato all’Oscar nel 2002 per la sceneggiatura) e completo di narratore onnisciente, “è profondamente consapevole che il divorzio è una ferita unica, diversa da altri tipi di perdita perché non colpisce all’improvviso”, scrive Matt Stoller Zeitz nel suo libro di saggi The Wes Anderson Collection.
13) I Segreti di Brokeback Mountain
“Sono stati allevati in piccoli e poveri ranch negli angoli opposti dello Stato”. Così inizia il racconto di Annie Proulx, pubblicato da The New Yorker nel 1997, sugli innamorati cowboy moderni del Montana Jack Twist ed Ennis del Mar. In un’intervista con l’American Film Institute, la co-sceneggiatrice del film Diana Ossana – che con Larry McMurtry ha vinto l’Oscar, il Globe e il WGA 2006 per la sceneggiatura adattata – ricorda di aver letto la storia di Proulx nel cuore della notte e di nuovo la mattina successiva, piangendo entrambe le volte. Poi ha mostrato il pezzo a McMurtry, suggerendo di adattarlo. “È l’unica volta in cui è stato d’accordo con me senza discussioni”, ha detto Ossana. E meno male, perché ci hanno regalato una bellissima e struggente storia d’amore, scolpita a fuoco nei nostri cuori.
12) Le Amiche della Sposa
Alla fine anche Hollywood ha creduto che una commedia interpretata da personaggi femminili che non cercano un uomo o di avere un bambino potesse davvero funzionare. Ed effettivamente così è stato per Le Amiche della Sposa, candidato a diversi premi per la scrittura. La sceneggiatura, presumibilmente senza la famigerata sequenza dell’abito da sposa, era basata sui numerosi matrimoni a cui Annie Mumolo – una delle sceneggiatrici – ha partecipato. Attraverso la stesura e l’interpretazione di sketch, ha scoperto di avere una grande chimica con Kristen Wiig, sua co-sceneggiatrice in questa commedia che è diventata uno dei migliori film nel suo genere.
11) Il Ladro di Orchidee
Charlie Kaufman ha condiviso il merito della sceneggiatura con il suo immaginario gemello filmico, dato che la pellicola (pluricandidata a vari premi) è un’illustrazione dolorosamente divertente del blocco dello scrittore. Nel lungometraggio il falso fratello Kaufman propone una sceneggiatura su un serial killer, mentre il “vero” Kaufman si autodefinisce come un artista torturato che sta affrontando il problema dell’adattamento del libro Il Ladro di Orchidee. Il risultato è un film proprio sull’adattamento (il titolo in inglese, infatti, è Adaptation): sia quello cinematografico che prevede un libro diventare una pellicola, sia quello delle orchidee rappresentato dalla figura di Darwin. Lodando l’enorme quantità di idee, A.O. Scott del New York Times l’ha definito:
“un film sulla propria inesistenza, una narrazione che affronta sia l’impossibilità che la disperata necessità della narrazione”.
10) Memento
In un vecchio video di YouTube, Christopher Nolan è in piedi davanti a una lavagna e traccia un diagramma della trama di Memento per un intervistatore. Spiega dove va la struttura narrativa a ritroso, accanto a linee temporali coesistenti raccontate da punti di vista oggettivi e soggettivi (qui il video completo). All’interno di esse c’è la storia di un uomo che soffre di perdita di memoria e che cerca di risolvere l’omicidio di sua moglie. Nolan ha detto a IndieWire che il romanzo di Graham Swift Waterland ha avuto un’influenza notevole per Memento e che ha trovato la struttura convenzionale della trama di un film vincolante, dicendo:
“Sto cercando di mettere insieme quell’influenza narrativa che vedo usata più liberamente nei libri”.
9) Quasi Famosi
Quasi Famosi è il rock ‘n’ roll trasportato al cinema, uno dei migliori film di Cameron Crowe: non a caso ha vinto l’Oscar per la sceneggiatura originale nel 2001.
Il lungometraggio di inizio 21esimo secolo è basato sulle esperienze del regista come corrispondente per Rolling Stone quando aveva solo 17 anni. Nel rivivere la sua casa e la vita in strada, Crowe cattura sia quei tempi che il suo posto in essi con sincera sicurezza e disinvoltura. Come ha detto alla rivista Empire in occasione del 20° anniversario del film, la sfida era scrivere qualcosa che fosse “personale ma non indulgente, e che potesse cogliere com’era essere dentro il mondo rock di allora”.
8) Bastardi senza Gloria
Senz’altro uno dei migliori film di Quentin Tarantino, il regista aveva scritto la storia anni prima di adattarla in una sceneggiatura cinematografica (pluricandidata a numerosi premi), come rivelò alla rivista Filmmaker: “Ho pensato, ok, forse potrei fare una miniserie, ma lasciami provare a domare questa storia per poterla così trasformare in un film”. Attraverso i suoi occhi Tarantino rivisita la Seconda Guerra Mondiale e quei personaggi – soprattutto il tenente leader dei Bastardi, Aldo Raine, e l’agghiacciante decorso colonnello nazista Hans Landa – si trasformano nella chiave passionale per innescare le scene in cui la violenza orribile è preceduta da lunghe tangenti aneddotiche.
7) Il Petroliere
L’epica storia di Paul Thomas Anderson sul magnate del petrolio Daniel Plainview sembra essenziale per comprendere il DNA della California quanto la Chinatown sceneggiata da Robert Towne. Anderson aveva rivelato di aver iniziato a scrivere il Petroliere (in inglese There Will Be Blood) in parte “per noia”, prendendo passaggi dal romanzo di Upton Sinclair e rielaborandoli come suoi. Da lì una sceneggiatura “ha cominciato a formarsi“. Le scene mute che iniziano il film, con Plainview che piccona giù in un pozzo minerario, trovano una perfetta conclusione in quel finale dove il magnate, ora ricco e solo, taglia la testa del suo arcinemico predicatore con uno spillo sulla sua pista da bowling personale.
E sì, per uno dei migliori film del regista, può essere usato la parola capolavoro.
6) Moonlight
Vincitrice del premio Oscar e Writers Guild Award 2017, la sceneggiatura di Barry Jenkins, divisa in tre avvincenti capitoli di formazione della vita di un giovane uomo di colore a Miami, è un adattamento dell’opera inedita di Tarell Alvin McCraney In the Moonlight, Black Boys Look Blue. Jenkins e McCraney sono cresciuti entrambi nel quartiere di Liberty City a Miami, da madri che lottavano contro la tossicodipendenza. Durante l’adattamento del lavoro di McCraney, Jenkins ha detto al podcast Script Apart che si è reso conto di come la sceneggiatura sarebbe stata invariabilmente questa “biografia combinata della mia vita e di quella di Tarell“.
5) Non è un paese per vecchi
Entriamo in top five con uno dei migliori film dei fratelli Coen, vincitore dell’Oscar e del WGA 2008 per la sceneggiatura adattata.
Ambientata nelle pianure del Texas occidentale, la loro sceneggiatura è una lezione di perfezionamento del potere del non detto sulla carta. Al posto delle parole ci sono criptiche riflessioni esistenziali e brevi incontri che si concludono con improvvise esplosioni di violenza. Quello che sta succedendo è un inseguimento, poiché un allevatore con del denaro rubato della droga rimane un passo avanti a un sicario con un taglio di capelli a scodella e uno sceriffo stanco del mondo, che cerca inutilmente di comprendere la disumanità dell’uomo nei confronti dell’uomo. È una trama che si dispiega come preordinata da un potere superiore – o forse inferiore?
4) Parasite
Nella satira oscura di Bong Joon Ho, la famiglia Park vive in uno splendore architettonico sulle colline intorno oa Seoul. Gli sgangherati Kim piegano le scatole della pizza in un appartamento sotterraneo soggetto ad allagamenti. Quando uno dei Kim inizia a fare da tutor scolastico a uno dei Park, i non abbienti si infiltrano nelle vite degli abbienti, esponendo il poroso isolamento del privilegio. Così il tema della disuguaglianza di reddito viene svelato a poco a poco come se fosse una matrioska. Al college, poi, Bong ha insegnato ai bambini di una ricca famiglia di Seoul la cui casa aveva una sauna privata al secondo piano. L’esperienza gli è tornata utile co-scrivendo la sceneggiatura originale di Parasite, vincitrice dell’Oscar e del WGA nel 2020, nonché il primo non straniero ad aggiudicarsi l’Oscar per il miglior film.
3) The Social Network
Cominciamo la top 3 dei migliori film sceneggiati con la storia di un comune studente di Harvard al secondo anno.
All’inizio del film, il ragazzo soffre di un acuto caso di logorrea tornando nella sua stanza del dormitorio dopo un brutto appuntamento. Allora, sfogandosi con un po’ di hacking, crea una piattaforma per valutare le studentesse chiamata FaceMash. Da lì Aaron Sorkin, con un ritmo esperto, dialoghi velocissimi e cambiamenti temporali, trasforma la storia delle origini di Facebook in un teso dramma in tribunale, mettendo il suddetto emarginato Mark Zuckerberg contro i gemelli di Harvard, i Winklevoss. Non ci sono eroi per la disputa sulla proprietà intellettuale in questa pellicola, che ha vinto il WGA 2011 per la sceneggiatura adattata.
2) Eternal Sunshine of the Spotless Mind
Il germe dell’idea di uno dei film migliori di sempre (ma con la peggior traduzione di un titolo in italiano) è venuta dall’artista concettuale Pierre Bismuth, tramite il regista Michel Gondry: e se inviassimo cartoline alle persone informandole che erano state cancellate dalla memoria di qualcuno? Come reagirebbero? La narrativa di Charlie Kaufman, vincitore del Writers Guild Award 2005 per la sceneggiatura originale, è strutturalmente ingegnosa nel plasmare la storia dell’amore romantico e l’evoluzione di una relazione come un viaggio metafisico e tragicomico sull’amore, la perdita, il tempo e quel ricordo sbiadito cancellato da una società apposita chiamata Lacuna.
1) Scappa – Get Out
Il primo posto tra i migliori film sceneggiati secondo la WGA è un’autentica sorpresa.
“Mi sono reso conto all’inizio della scrittura che Get Out è molto più di quello che succede quando hai un protagonista maschio nero al centro di un film horror”, ha detto Jordan Peele a Written By. Scappa – Get Out, che ha vinto il Writers Guild Award 2018 per la sceneggiatura originale, ha avuto un impatto che ha trasceso il suo stesso genere, pur essendo stato realizzato con quattro soldi. La sua premessa, i segreti scioccanti che si nascondono in una comune famiglia bianca e l’incontro tra due etnie diverse sono oscuramente comici, culturalmente esplosivi e inquietantemente storici allo stesso tempo.