7) Parasite (2019)
Tra i film sul consumismo più premiati
Pochi sono coloro che ancora non hanno visto Parasite (e se siete tra quelli vi consiglio di correre a recuperarlo). Diretto da Bong Joon-ho, è un film sudcoreano che ha conquistato il mondo, diventando il primo film non in lingua inglese a vincere l’Oscar come Miglior Film. La storia ruota attorno alla famiglia Kim, che vive in povertà in un seminterrato di Seoul. La loro vita cambia radicalmente quando il figlio maggiore, Ki-woo, riesce a ottenere un lavoro come insegnante di inglese per la ricca famiglia Park. Attraverso una serie di inganni, i Kim riescono a infiltrarsi completamente nella vita dei Park, occupando vari ruoli domestici senza che i Park sospettino che siano tutti membri della stessa famiglia. Parasite è una critica feroce alle disuguaglianze sociali e al divario crescente tra ricchi e poveri.
La casa dei Park, lussuosa e moderna, rappresenta il mondo del privilegio e della sicurezza. Mentre il seminterrato dei Kim simboleggia la lotta per la sopravvivenza e la precarietà della vita ai margini della società. Il film esplora anche il modo in cui il consumismo perpetua queste disuguaglianze. La famiglia Park vive in un mondo di comfort e abbondanza, dove ogni bisogno è soddisfatto con facilità, mentre i Kim sono costretti a ricorrere alla truffa e all’inganno per poter accedere a una piccola parte di quella ricchezza. Il titolo stesso, Parasite, riflette la dinamica parassitaria tra le classi, suggerendo che in una società in cui il denaro domina, l’umanità e la moralità vengono spesso sacrificate (lo puoi guardare qui su Prime Video).
8) Fight Club (1999)
Terminiamo questa lista con un cult movie indimenticabile. Fight Club, diretto da David Fincher e basato sul romanzo di Chuck Palahniuk, è un film che ha lasciato un segno indelebile nella cultura popolare. Interpretato da Edward Norton e Brad Pitt, il film segue la storia di un narratore senza nome (Norton), un uomo alienato dalla sua vita monotona e dal lavoro insoddisfacente. La sua vita cambia drasticamente quando incontra Tyler Durden (Pitt), un carismatico venditore di sapone con idee radicali sul consumismo e la mascolinità. Insieme, i due fondano un “Fight Club”, un circolo segreto dove uomini frustrati si incontrano per combattere e sfogare la loro rabbia repressa. Fight Club è una critica incisiva al consumismo moderno e alla società materialista (qui trovi anche 7 film che hanno fatto un flop fragoroso al botteghino).
Il cult movie tra i film sul consumismo
Il film esplora come le persone cerchino di trovare un’identità e un senso di appartenenza attraverso il possesso di beni materiali, solo per scoprire che questi stessi beni li lasciano vuoti e insoddisfatti. Tyler Durden, con il suo mantra “Le cose che possiedi finiscono per possederti“, rappresenta una ribellione contro la cultura consumistica che riduce gli individui a semplici consumatori. Il film mette in discussione i valori della società capitalista, mostrando come il consumismo possa portare a una perdita di identità e a una crescente disconnessione emotiva. La creazione del Fight Club diventa un modo per i personaggi di riappropriarsi delle loro vite, cercando un significato più profondo al di là delle cose materiali. Tuttavia, questa ribellione prende una piega oscura quando il club evolve in una rete anarchica che minaccia di distruggere l’ordine sociale.