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I 5 film thriller più interessanti degli ultimi 5 anni

Una scena di Parasite
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Adrenalina, suspense, paura, angoscia e tensione portati volutamente alle stelle: sono questi gli elementi principali dei migliori film thriller della storia del cinema. Alcuni prendono spunto da fatti reali, come Zodiac, altri sono completamente inventati, ma tutti sono caratterizzati da quell’irresistibile attrazione che riesce a tenerci incollati alla poltrona dall’inizio alla fine. Nella storia dell’Uomo si è sempre cercato un modo per esorcizzare quello che più ci terrorizza, attraverso la tradizione orale fino ai primi racconti scritti, e poi con il teatro e, appunto, il cinema.

La morte, la violenza e il lato più misterioso dell’essere umano fanno parte della nostra quotidianità, ma vederli riprodotti su uno schermo ci aiuta in qualche modo a comprenderli e a metabolizzarli. E la sensazione di potersi sedere in sala con le luci che si spengono su storie inquietanti e terribili, ha un fascino unico. Negli anni ci siamo appassionati e spaventati seguendo le vicende di personaggi celebri come Hannibal Lecter ne Il Silenzio degli Innocenti o John Doe in Seven. Ma per tenere la nostra punta di eccitazione e di brivido sempre allenata, ecco una classifica dei 5 film thriller più interessanti degli ultimi 5 anni.

1) Parasite (2019)

Credits: Imdb

Primo film sudcoreano a vincere una Palma d’Oro a Cannes oltre a quattro Premi Oscar, Parasite è una commedia nera che si trasforma in thriller tramite un climax inaspettato. Il regista Bong Joon-Ho ha portato sul grande schermo un dibattito e una problematica universale, quella della lotta di classe, tramite le vicende di due famiglie, i Kim e i Park. La trama si sdoppia e così dall’appartamentino sudicio, umido e privo di qualsiasi confort dei primi, ci troviamo all’interno della lussuosa villa con arredamento minimalista e vetrata aperta su un grande giardino dei secondi. Non solo i personaggi ma anche gli ambienti in cui vivono respirano e prendono vita, facendoci toccare con mano l’estrema povertà e l’estrema ricchezza dei privilegiati.

Un gioco di contrasti volutamente accentuati (ma neanche troppo) per focalizzare ancora una volta la riflessione sull’ingiustizia di una società gerarchica, dove il divario tra proletariato e borghesia è costante e irreversibile. Ma quella del regista non è la solita critica banale e già vista tante volte nella storia del cinema. Infatti il modo in cui mette in scena certe tematiche è personalissimo, così come la scelta di condurre i protagonisti a una carneficina finale degna di Tarantino.

Un film cinico, ironico, intelligente, imprevedibile ed efficace nel lasciare a noi spettatori un certo senso di indignazione oltre che di tristezza di fronte alle disparità immotivate e totalmente casuali della vita.

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