ll successo dei migliori period drama, sia al cinema che in televisione, non sembra conoscere limiti. Parte di questo fascino è dovuto alla capacità del genere di rinnovarsi, affrontando temi rilevanti e avvicinandosi al pubblico contemporaneo. La recente popolarità di serie come Bridgerton ha dimostrato che, con un tocco moderno e inclusivo, anche i drammi in costume possono essere reinterpretati in chiave pop, raggiungendo un pubblico giovane e diversificato.
Uno degli aspetti più accattivanti dei period drama è senza dubbio la cura dei costumi e delle scenografie. Dai maestosi abiti del Rinascimento alle uniformi militari del XIX secolo, ogni dettaglio contribuisce a creare un’immersione totale. La ricostruzione accurata degli ambienti, dalle sontuose ville aristocratiche alle strade fangose di città medievali, offre al pubblico una finestra sul passato, rendendo palpabili mondi ormai lontani.
Film come Orgoglio e pregiudizio o Emma mettono in risalto la moda dell’Inghilterra georgiana e vittoriana, mentre serie televisive come Downton Abbey hanno saputo mescolare elementi di fiction con una rappresentazione fedele della vita nel primo Novecento. Il successo di queste produzioni sta nel saper evocare la nostalgia per un’epoca passata, ma anche nel farci riflettere su quanto le dinamiche sociali e i rapporti personali siano cambiati (o, in alcuni casi, siano rimasti simili).
Ecco 10 tra le migliori produzioni period drama, sia al cinema che in televisione, secondo gli appassionati di storia.
1) Chernobyl
Ci sono eventi nella storia dell’essere umano che pulsano ancora oggi come ferite aperte. Ferite che, forse, non si rimargineranno mai e attorno alle quali la carne rimane ancora talmente sensibile da impedirne il tocco. L’esplosione del reattore numero 4 della centrale nucleare di Chernobyl, situata vicino alla città di Pripyat, in Ucraina, rappresenta una di quelle ferite. All’epoca dei fatti, i territori coinvolti facevano ancora parte dell’Unione Sovietica, guidata da Michail Gorbačëv. Un politico considerato moderato e aperto al dialogo con l’Occidente, soprattutto se paragonato agli standard del regime comunista.
Per quanto riguarda il disastro di Chernobyl, esso fu il risultato di una serie di gravi errori umani commessi dal personale della centrale, uniti a problemi strutturali e di progettazione dell’impianto stesso. Rendendo la centrale una vera e propria bomba a orologeria destinata a esplodere.
L’esplosione e l’immediata reazione delle autorità locali. Gli sforzi eroici di scienziati, operai e vigili del fuoco per limitare i danni e contenere la contaminazione radioattiva. L’indagine successiva per scoprire la verità dietro ciò che è accaduto. La miniserie Chernobyl racconta tutto questo in maniera nuda e cruda. Con una particolare attenzione su Valery Legasov, uno dei principali scienziati incaricati di gestire la crisi, e Boris Shcherbina, un burocrate sovietico a capo della commissione d’emergenza. Attraverso questi due fondamentali punti di vista, la serie esplora non solo gli eventi tecnici del disastro, ma anche i fallimenti politici e morali che hanno contribuito a trasformare un incidente in una catastrofe di proporzioni epiche.
La rappresentazione del disastro è minuziosa, dai primi momenti dopo l’esplosione alla gestione confusa della crisi, fino alla lenta consapevolezza delle autorità sovietiche della gravità della situazione.
L’immagine delle prime vittime – i vigili del fuoco e i tecnici della centrale – rimane impressa a fuoco nella mente dello spettatore spingendolo a osservare la serie con rinnovata empatia. Chernobyl rimane uno dei migliori period drama degli ultimi anni perché mette in evidenza il coraggio delle persone comuni. I vigili del fuoco, operai, minatori e scienziati che, spesso consapevoli del rischio mortale, si sono sacrificati per cercare di contenere l’emergenza. Come nel caso dei tre ingegneri che si sono volontariamente immersi nell’acqua radioattiva per drenare il sistema di raffreddamento del reattore. Sono tutti eroi silenziosi, ignorati troppo a lungo dalla storia.
Ma il creatore Craig Mazin ha sottolineato anche la volontà di voler raccontare la verità il più possibile, basandosi su testimonianze, rapporti ufficiali e interviste. La serie è così riuscita a rendere il disastro comprensibile al grande pubblico senza sacrificare l’accuratezza. Puntata dopo puntata vengono esplorati i risvolti umani del disastro ma un’attenzione particolare rimane rivolta alla burocrazia, alla politica e all’omertà del regime sovietico, che, anziché agire prontamente, cercò inizialmente di minimizzare l’incidente per proteggere l’immagine dello Stato.
2) Lincoln
Terzo premio Oscar per Daniel Day-Lewis, cuore pulsante del film di Steven Spielberg. L’attore offre una performance straordinaria, incarnando un Lincoln che è politico, padre e marito. Il ritratto delicato e complesso di un uomo che è diventato leggenda. Spogliato di quell’aura che gli ha conferito la storia, Abraham Lincoln si mostra sullo schermo come una figura riflessiva, tormentata ma determinata. Chiamato a gestire le pressioni politiche, le difficoltà personali e il peso della guerra.
Il period drama è ambientato nel 1865, durante gli ultimi mesi della Guerra Civile americana, e si concentra principalmente sui tentativi di Lincoln di far approvare il 13° Emendamento alla Costituzione degli Stati Uniti, che avrebbe sancito la fine della schiavitù.
Sebbene il presidente avesse già emesso il Proclama di Emancipazione nel 1863, che liberava gli schiavi negli Stati Confederati, Lincoln capiva che per rendere l’abolizione della schiavitù una realtà permanente e irrevocabile, era necessario un emendamento costituzionale. Ma con la guerra civile ancora in corso e il Congresso diviso tra repubblicani radicali e democratici, molti membri del Parlamento erano riluttanti a votare per l’abolizione della schiavitù. Lincoln si trovò a dover fare compromessi e ricorrere a una combinazione di persuasione, diplomazia e manovre politiche per ottenere i voti necessari. Uno degli aspetti più notevoli del film è il modo in cui riesce a esplorare il delicato equilibrio tra gli ideali morali di un singolo uomo e le necessità pratiche della politica.
In questo brillante period drama Lincoln viene dipinto come un abile politico, capace di manipolare e influenzare i suoi avversari, di apportare migliorie per il suo paese. Ma anche come un uomo dotato di una straordinaria empatia e compassione. Spielberg mostra la politica come un campo di battaglia non meno intenso della guerra civile stessa. Il film descrive in modo brillante i compromessi, le manipolazioni e le negoziazioni necessarie per ottenere il sostegno di una coalizione variegata di membri del Congresso. Spielberg insieme allo sceneggiatore Tony Kushner si è preso cura di rappresentare nel migliore dei modi l’atmosfera politica e sociale dell’epoca e le personalità dei personaggi storici all’interno del period drama. Il matrimonio, poi, rappresentato come complicato e segnato dal dolore per la perdita del loro figlio Willie, aggiunge una dimensione emotiva che arricchisce il ritratto di Lincoln come padre e marito.