5) 12 Anni Schiavo
La pellicola diretta da Steve McQueen (che puoi trovare qui in streaming su Prime) è una delle più potenti e significative mai realizzate sul tema della schiavitù negli Stati Uniti. Il film racconta la brutale realtà del tempo con una tale precisione storica riuscendo, allo stesso tempo, a trasmettere l’orrore e la disumanizzazione della schiavitù. Oltre alla complessità e le contraddizioni del sistema sociale e politico che la sosteneva.
12 Anni Schiavo si basa sulla storia vera di Solomon Northup, un uomo afroamericano libero che viveva a Saratoga Springs, New York, nel 1841. Musicista di talento e padre di famiglia, Northup venne ingannato da due uomini che gli offrirono un lavoro a Washington D.C., solo per poi essere rapito e venduto come schiavo nel Sud. Fu costretto a passare dodici anni in schiavitù, vivendo sotto vari padroni e subendo immense sofferenze, prima di riuscire finalmente a riconquistare la sua libertà. Il libro autobiografico, pubblicato nel 1853, è un racconto vivido e dettagliato della sua esperienza, ed è considerato una delle testimonianze più importanti del periodo pre-guerra civile negli Stati Uniti.
Il regista Steve McQueen e lo sceneggiatore John Ridley hanno lavorato duramente per rimanere fedeli a questa fonte storica. Costruendo un period drama che rappresenta, nel miglior modo possibile, gli eventi narrati da Northup senza mai alleggerire l’accaduto.
Fin dai primi minuti, il film ci immerge nell’America pre-guerra civile, con una rappresentazione vivida e autentica della vita quotidiana. Non solo dei bianchi del Sud, ma soprattutto degli schiavi. Le piantagioni di cotone, le baracche degli schiavi, le punizioni corporali, le dinamiche di potere tra padroni e schiavi. Ogni dettaglio è ricostruito con cura per riflettere la realtà dell’epoca. Il rapimento di Solomon Northup non è solo una tragedia personale, ma anche un riflesso delle pratiche comuni del tempo. Molti afroamericani liberi nel Nord venivano rapiti e venduti illegalmente come schiavi, sfruttando le leggi che permettevano la cattura di schiavi fuggitivi. Questo sistema, reso legale dal Fugitive Slave Act del 1850, era uno degli aspetti più crudeli della schiavitù americana.
Alcune delle scene più potenti del film sono anche quelle che mostrano la brutalità della schiavitù in modo diretto e inesorabile. Una delle più famose è la scena in cui Solomon è appeso a un albero con una corda intorno al collo. La scena dura per diversi minuti e mostra gli altri schiavi che continuano a lavorare intorno a lui, troppo spaventati per intervenire.
6) La Favorita – Il miglior Lanthimos è forse questo period drama?
Al centro del film troviamo tre donne, tre astri che ruotano forsennatamente uno intorno all’altro rincorrendosi senza fine. Tutte sono figure storiche realmente esistite ma trasformate nelle sapienti mani di Lanthimos in maschere tragicomiche. La prima è Sarah Churchill, duchessa di Marlborough, ovvero una delle figure più influenti della corte della regina Anna. Era una delle amiche più intime della sovrana e godeva di un’enorme influenza politica. La seconda, Abigail Hill (tra le migliori interpretazioni di Emma Stone), era davvero una cugina di Sarah e divenne dama di compagnia della regina grazie all’intercessione della duchessa. La terza, nonché pomo della discordia, è la regina Anna, ultima monarca della dinastia Stuart che regnò dal 1702 al 1714.
Ovvero il triangolo di potere secondo Yorgos Lanthimos.
Il film mescola storicità e finzione, biografia e dramma. Ne emerge un’ Anna che soffre sia di dolori fisici, probabilmente legati a malattie come la gotta e di un profondo disagio emotivo, elementi in linea con ciò che sappiamo della sua vita. Tuttavia, il ritratto della regina nel film viene amplificato per sottolineare il suo carattere infantile, vulnerabile e in parte manipolabile. Caratteristiche che le fonti storiche non delineano così nettamente. Il suo comportamento eccentrico, come l’allevamento di conigli che rappresentano i figli morti, è un’invenzione cinematografica. Usata simbolicamente per riflettere il suo trauma e il senso di perdita.
Anche se non ci sono prove concrete di un coinvolgimento sessuale tra le tre donne, come suggerito nel film, le lettere e i documenti storici indicano che le relazioni tra di loro erano estremamente strette. E, nel caso di Sarah e Anna, anche molto affettuose. La Favorita riesce a catturare l’essenza di una corte reale in cui il potere era fluido, le alleanze erano temporanee e il destino delle persone dipendeva dalle loro relazioni personali con la sovrana.
Tuttavia, per quanto si fondi su eventi storici reali, il film si prende numerose libertà creative. Soprattutto per quanto riguarda il tono, l’estetica e l’intensità del conflitto tra i personaggi.
L’approccio di Yorgos Lanthimos alla storia non è quello di un biografo, ma piuttosto di un osservatore satirico. Il suo scopo è usare la corte reale come un palcoscenico per esplorare temi universali come l’ambizione, la gelosia e il potere. Se da un lato il film non deve essere preso come un resoconto storico esatto, dall’altro offre uno sguardo affascinante e provocatorio su una determinata epoca. In cui la politica e le emozioni erano intrecciate in modi complessi e spesso pericolosi.