7) Orgoglio e Pregiudizio
Per chi pensa che Orgoglio e Pregiudizio sia solo una storia d’amore in costume, sappiate che si tratta di uno dei migliori period drama a raccontare l’Inghilterra georgiana.
Nel periodo che va dal 1714 al 1830 circa, l’Inghilterra era una società stratificata, dove la classe sociale, il patrimonio e il matrimonio erano fondamentali per determinare la posizione e il destino di una persona. Il romanzo di Jane Austen, e di conseguenza il film, esplorava come l’amore e il matrimonio fossero profondamente influenzati da considerazioni economiche e di status sociale. Le sorelle Bennet, al centro della storia, devono quindi affrontare le limitazioni imposte alle donne del loro tempo. Senza una dote significativa, infatti, il matrimonio era l’unico mezzo per garantire sicurezza economica e una posizione rispettabile nella società.
Le donne, specialmente quelle della classe media e della piccola nobiltà, avevano un ruolo limitato e subordinato rispetto agli uomini. La legge dell’epoca prevedeva la primogenitura maschile, per cui la proprietà e le terre di famiglia passavano solo agli eredi maschi, lasciando le figlie senza alcuna sicurezza economica. Proprio come nel caso delle sorelle Bennet (e in realtà di quasi tutte le protagoniste della Austen tranne Emma), che sono costrette a trovare un buon matrimonio per garantire il loro futuro. Dal momento che la loro casa sarà ereditata dal cugino Mr. Collins. Nel film, vediamo chiaramente come il matrimonio non sia una questione d’amore, ma una necessità economica.
Ed è per tale motivo che Elizabeth Bennet appare una protagonista ancora più atipica per lo standard del tempo.
Il suo rifiuto iniziale della proposta di Mr. Darcy è visto, dal punto di vista dell’epoca, come un atto radicale di indipendenza e autodeterminazione. Il contrasto tra la classe media dei Bennet e l’aristocrazia terriera è uno dei temi principali del film. La tensione di classe è particolarmente evidente nelle scene in cui Elizabeth visita Pemberley, la sontuosa tenuta di Mr. Darcy. La grandezza e l’opulenza della dimora riflettono il potere e la ricchezza dell’aristocrazia, in netto contrasto con la modesta casa della ragazza. Eppure, il film romanticamente suggerisce che le virtù personali e la nobiltà d’animo, possono superare le barriere sociali. Il lieto fine diventa metafora di un desiderio emergente del periodo regency: il matrimonio basato non solo sulla convenienza, ma anche sui sentimenti.
8) Il Petroliere
Altro premio Oscar, stesso strabiliante attore. Stavolta Daniel Day-Lewis non interpreta nessun presidente degli Stati Uniti ma un uomo ugualmente complesso e ancor più difficile da digerire. Daniel Plainview è un self made man, un arrivista e uno spietato uomo d’affari. Un uomo che si presenta come un “imprenditore” interessato al benessere delle famiglie che vendevano le loro terre, ma che in realtà è motivato esclusivamente dalla sete di potere e ricchezza. Questa dinamica riflette la realtà storica di molti imprenditori petroliferi che approfittavano dell’ignoranza e della vulnerabilità delle popolazioni locali per arricchirsi.
Durante la narrazione, Plainview corrompe, inganna e schiacciare i suoi rivali. Compreso Eli Sunday, un predicatore che cerca di usare la religione per ottenere il controllo del suo piccolo mondo. La rivalità tra Plainview e Eli simboleggia il conflitto tra il potere economico e quello religioso in un periodo in cui la fede, spesso, rappresentava una delle poche forme di potere contro l’inarrestabile avanzata del capitalismo. Lo scontro in sé non è solo una lotta personale tra due uomini ambiziosi, ma una riflessione su come queste due forze eterne si siano scontrati o unite nel modellare la società.
Il Petroliere non è dunque solo uno dei migliori period drama di sempre ma un ritratto potente e visivamente affascinante dell’America all’alba del XX secolo.
Alla fine del XIX secolo, infatti, gli imprenditori e gli speculatori cercavano di accaparrarsi enormi profitti a discapito dei diritti delle persone comuni. Questo periodo segnò l’inizio dell’industrializzazione intensiva e della concentrazione del potere economico nelle mani di pochi. Elemento che getterà le basi per le future “baronie del petrolio” che avrebbero plasmato la storia americana per decenni.
Anche se Il Petroliere si ispira al romanzo Oil! di Upton Sinclair, il film prende alcune importanti libertà narrative. Sinclair nel suo romanzo dipingeva un quadro più vasto e più direttamente politico della corruzione e dell’avidità dell’industria petrolifera. Anderson sceglie di focalizzarsi maggiormente sulla psicologia del singolo personaggio. Trasformando così Daniel Plainview in un anti-eroe quasi shakespeariano, il cui desiderio di potere e ricchezza lo isola progressivamente dal resto del mondo.